Non ricordo più il discorso tenuto da Giovanni Pieraccini (1918-2017) nel cinema Metropolitan di Napoli nel giugno 1975 per l'apertura della campagna elettorale delle amministrative del PSI.
Io c'ero. Il cinema era pieno. Accompagnavo Giuseppe Iacono, vice presidente uscente della provincia di Napoli socialista in un partito diviso in due forti correnti: i demartiani della componente "riscossa socialista" che avevano come leader il prof. Francesco de Martino ed i manciniani che avevano come leader l'on. Giacomo mancini che a Napoli erano rappresentati dall'on. Antonio Caldoro.
I manciniani avevano la loro corrente "presenza socialista". Il loro "circolo" che era intitolato a Filippo Turati. Il "Turati" era l'altra "federazione" che stava in via Marchese di Campodisola al palazzo Grimaldi. Pur in uno stesso partito le due "componenti" erano due corpi separati.
Avevo 25 anni. Ero vice segretario della sezione PSI di Casamicciola con 150 iscritti. Nelle elezioni del 1975 il PSI si presenteva per la prima volta con il simbolo della falce il martello il libro ed il sole dell'avvenire. La prima volta - dopo una attesa di anni - si votava a Casamicciola col sistema proporzionale.
Il nostro obiettivo non era vincere le elezioni. Sapevamo che la dc era maggioranza. Il nostro obiettivo era fare una "opposizione di Governo" e raggiungere 7 seggi su 20 per poter chiedere ed ottenere la convocazione del consiglio comunale a norma della vecchia legge comunale e provinciale degli anni 30.
Il PSI nella nostra Casamicciola era controtendenza. Era "alternativa" alla dc. Eravamo divisi dalla dc per una profonda differenza programmatica. I compagni della sezione non prendevano in esame alcuna possibilità di centro-sinistra con la dc di Antonio Castagna e Raffaele monti.
Giuseppe Iacono era il nostro capolista ma a livello provinciale come vice presidente subì contestazioni. I manciniani volevano un loro candidato indicato nell'avv. Michele regine di Forio. Giuseppe Iacono era molto amareggiato. Voleva abbandonare tutti. Ma fu il leader napoletano dei demartiniani l'on. Pietro lezzi che proprio al cinema Metropolitan lo rincuoro in mia presenza: "Iacono, tutti gli uscenti saranno riconfermati.
Sei il candidato del PSI nel collegio Ischia-Procida" disse lezzi. Rassenerato della investitura seguii il discorso di Pieraccini con serenità. Rimasi impressionato dal livello culturale ed ideale del discorso. Dal tono profondo di idealita di Pierracini: la ricerca di una terza via per una società più giusta e più umana.
Fu in quella occasione al Metropolitan un bagno nel futuro senza perdere di vista il presente. È quello che sono stato da 49 anni. Le campagne elettorali allora iniziavano cosi: con un grande discorso di spessore culturale e politico tenuto da una personalità di valore. Si chiudevano anche così.
Con il comizio di chiusura dove anche nel più piccolo comune parlavano i più bravi e poi c'era il dirigente nazionale, più bravo ed esperto, che aveva gli ultimi 15 minuti.
Era straordinariamente bello.