“In relazione agli articoli di stampa apparsi oggi sui quotidiani La Repubblica e La Verità, desidero precisare che si tratta delle stesse notizie già diffusamente riportate nei mesi di marzo e aprile scorsi da vari organi di stampa.
Tali notizie derivano da false affermazioni rese da appartenenti alla società Equalize, nell’ambito delle attività di indagine disposte dalla Procura della Repubblica di Milano.
Lo scorso mese di giugno ho già provveduto a inoltrare un atto di denuncia-querela per diffamazione e calunnia nei confronti dei predetti hacker. A seguito delle attività di indagine conseguenti a tali false dichiarazioni, ho personalmente richiesto, tramite il mio difensore Avv. Antonio Villani, di essere ascoltato dal Pm titolare delle indagini, essendo assolutamente convinto della mia totale estraneità ai fatti che mi vengono falsamente attribuiti.
Mai, infatti, ho compiuto attività di intermediazione presso ufficiali della Guardia di Finanza o ex appartenenti al Corpo, per Lorenzo Sbraccia o per chiunque altro, al fine di acquisire informazioni da banche dati riservate. Sono, inoltre, del tutto infondate le circostanze riportate da La Repubblica, secondo cui disporrei di una casa “corazzata a prova di intercettazioni” o avrei favorito presunti incontri e/o presentazioni di Lorenzo Sbraccia con l’ex Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, che mai ho contattato per tali finalità.
Fornirò, quindi, con assoluta serenità tutti i chiarimenti richiesti e confido che questa vicenda, frutto di calunniose affermazioni da parte di persone con le quali non ho mai avuto alcun rapporto, possa concludersi al più presto”.
È quanto ha dichiarato Giovanni Legnini in una nota.
