Ischia News ed Eventi - Ambiente

Ogni giorno milioni di persone si alzano, fanno colazione, si lavano, compiono gesti quotidiani, che, a prima vista, sembrerebbero ordinari, eppure, se ci si ferma, non si può fare a meno di pensare che, dietro tali comportamenti così semplici, si cela il cosiddetto progresso. Trovare l'acqua calda al mattino, azione che per tutti gli abitanti di quella che si può ritenere la parte fortunata del globo sembra naturale, mentre altrove (basti pensare ai Paesi in Via di Sviluppo) ciò non accade, è indice di quanto l'energia sia una risorsa fondamentale.

Nel corso della storia, l'uomo ha sempre cercato di compiere uno sforzo minore, affidando sempre più all'esterno il compimento di attività che richiedono l'uso ed il consumo di energia. Un uso sempre più discriminato, dove è tutto affidato alla tecnologia, con ingenti costi per lo Stato italiano, costretto ad acquistare all'estero tale energia.

Sotto accusa la Mattel, nota azienda statunitense, produttrice delle famose bambole Barbie e Ken, che hanno fatto sognare migliaia di bambini. Stavolta a criticare la sua politica aziendale è Greenpeace, associazione ambientalista che ne denuncia l'uso di scatole aventi il marchio APP (Asia Pulp and Paper). Quest'ultima azienda sarebbe colpevole della distruzione delle foreste indonesiane, habitat naturale di varie specie animali, tra le quali alcune a rischio estinzione, come le tigri di Sumatra.

«Barbie distrugge le foreste naturali e spinge specie rare come le tigri sull'orlo dell'estinzione. La Mattel, che produce Barbie, deve smettere di associare il giocattolo più famoso del mondo alla distruzione delle foreste pluviali – commenta Bustair Maitar, il responsabile della campagna di sensibilizzazione di Greenpeace Indonesia - la APP è stata denunciata più volte per la distruzione delle foreste per produrre packaging usa e getta. La Mattel e le altre compagnie che producono giocattoli, come la Disney, devono sostenere i produttori indonesiani responsabili».

È giunta in Parlamento la questione rifiuti di Ischia, precisamente del Comune di Forio, grazie all'interrogazione parlamentare, presentata dall'onorevole Elisabetta Zamparutti e co-firmata da Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci e Maurizio Turco (parlamentari del Partito Democratico, gruppo Radicali) ed inviata all'Onorevole Stefania Prestigiacomo, Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; a Gianfranco Galan, Ministro per i Beni e le Attività culturali; a Michela Vittoria Brambilla, Ministro del Turismo.

LA CLASSE NON E’ ACQUA: Questo il titolo del progetto PON C1-FSE- 2010-2325 “Il mondo in un’isola” che ha visto protagonisti gli studenti della scuola primaria di Fiaiano, appartenente all’Istituto Comprensivo Antonio De Curtis di Barano ed il Circolo Legambiente di Ischia. Per la prima volta quest’anno gli studenti, accompagnati dal docente-tutor interno della scuola, maestra Rita Lubrano Lavadera, e dal docente esperto esterno di Legambiente Prof. Francesco Mattera, hanno avuto la possibilità di affrontare un percorso di educazione ambientale.

Lo sviluppo sostenibile – cioè la compatibilità della crescita tecnologica con la difesa dell’ambiente naturale – non ha alternative al tempo della rivoluzione dell’informatica e della telematica e della seconda globalizzazione economica della Storia Moderna dopo oltre 50 anni di “guerra fredda”.

Egr. Sig. Sindaco,

Le scrivo per richiamare la Sua attenzione sulla circostanza aberrante riferita alla presenza dei mezzi di trasporto dei rifiuti nell’area circostante il Palazzetto dello Sport.

Non è concepibile che Ella possa consentire che un’area deputata alla crescita dei nostri giovani, dei nostri bambini venga utilizzata come area di parcheggio per i camion della spazzatura. Era già inconcepibile che Ella avesse consentito che quell’area fosse utilizzata per il parcheggio dei mezzi inutilizzati e sotto sequestro, ma se a questo aggiungiamo che in questi giorni, come del resto anche nel passato, a questi si aggiungessero quelli del servizio quotidiano è assurdo.

Parlare oggi di sostenibilità sembra piuttosto fuori luogo. Un termine che per il sol fatto di essere sulla bocca di tutti ha perso il suo originario impatto. Circa 10 anni fa sembrava una visione per la nostra isola. Un principio che avrebbe potuto rilanciare il nostro territorio adeguandolo all’evoluzione della domanda turistica internazionale sempre più attenta alla qualità dell’ambiente.

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