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Il vero scandalo di Ischia è il permanere di un regime vincolistico in un’economia aperta

Antonio Castagna (1914-1984) aveva 35 anni nel 1949. Era il primo dei cinque figli di Michele, piccolo imprenditore termale di Casamicciola. Aveva studiato fino alla “terza tecnica”all’avviamento professionale di Ischia e da qualche anno aveva impiantato una piccola attività di imprenditore edile probabilmente con l’aiuto del padre.

I consiglieri comunali della “Città d’Ischia”(questo il titolo importante del comune-capoluogo che è bene cominciare ad usare) della “nuova opposizione”costituita da Carmine Bernardo (UDC), Giuseppe Di Meglio (MPA), Ciro Ferrandino (Ischia Nuova), Davide Conte (exPDL)  alla giunta e maggioranza PD-PDL detta la “grande ammucchiata” (in minuscolo) diretta dal sindaco Giosy Ferrandino attuale PD ex-Forza Italia ed ex dc, hanno fatto visita, nella loro pubblica qualità di amministratori pubblici eletti dal popolo, alle sedi delle cosiddette “partecipate”– Ischia Ambiente ed Ischia Risorsa Mare – per poter vedere gli atti. Il consigliere comunale Davide Conte a sua volta aveva chiesto qualche tempo fa al commissario-liquidatore del CISI-EVI, Domenico Di Vaia, ex comunista ed attuale PD, ai sensi della legge 241/90 di poter conoscere un atto di gestione e  - su un parere di un legale della stessa CISI-EVI  -  gli è stato rifiutato tanto che Conte ha dovuto, ai sensi di legge, presentare ricorso al Tribunale Amministrativo della Campania naturalmente con oneri legali a suo carico. Sarà interessante come andrà a finire la lite perché è in ballo la stessa legge 241/90 e cioè il principio di applicazione della legge alle società che hanno come  soggetto economico un ente pubblico ma hanno la forma del diritto privato.

Ho sostenuto con profonda convinzione il progetto del Comune Unico dell’isola d’Ischia. Da anni. Fin dal 1979 con quell’indimenticabile convegno con Marcello Vittorini organizzato dal PSI al Regina Palace di Ischia  insieme a Franco Borgogna – che partecipò direttamente alla mia inchiesta sul “Roma”al quale collaboravo – ed ad Antonino Italiano. Ci rendemmo conto, fin da allora, che lo sviluppo economico galoppante dell’intera isola d’Ischia in tempo di espansione, che si manifestava immediatamente con il “sacco dell’edilizia abusiva”, richiedeva una “semplificazione amministrativa”. Fra le nostre amarezze e le nostre delusioni della generazione sessantottina  ci dobbiamo portare per sempre quelle di aver abbandonato il metodo della politica con passione e coraggio per modificare la realtà, per attuare il sogno della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica. Il vero “cambiamento genetico”dei socialisti – democratici o liberali come eravamo e siamo – nei terribili anni ‘80 in cui il PSI divenne un partito di “nani e ballerine”come lo definì Rino Formica avvenne proprio sul terreno della Programmazione che fu sostituita dalla “conversione” effettiva al “turbo capitalismo”che nasceva nella fase di espansione con la “Milano da bere”.  Ma i nodi del capitalismo restavano sul tappeto. Chi ha studiato Joseph A. Schumpeter (1883-1950) lo capisce.

Circa 3 anni fa scrissi questo pezzo apparso su “Tesionline.it” che ritengo necessario riproporre in vista della campagna elettorale per le amministrative del prossimo 6 maggio . Queste elezioni presenteranno  agli elettori della Città d’Ischia la Grande Ammucchiata PDL-PD avallata dal  commissario provinciale del PD Orlando che ha annunciato una conferenza programmatica ex-post. Gli suggerisco queste osservazioni perché – anche alla luce dell’azione di richiesta di “ trasparenza” dei consiglieri di opposizione di Ischia sugli atti della “ partecipata” (eufemismo perché è una SOCIETA PUBBLICA) Ischia Ambiente ai sensi della legge 241/90   – su questo terreno delle “politiche pubbliche per lo sviluppo”  si misurerà l’Alternativa Civile rispetto all’omologazione partitica tra destra e sinistra o delle due destre stampata ad Ischia.

g.m.

Dopo la lunga stagione del liberismo un ritorno ad un serio statalismo regolato dallo Stato e dal Comune – Porre fine tuttavia agli sprechi dello Stato e degli Enti Locali nelle società pubbliche di diritto privato - Società – Mista di diritto privato con la partecipazione delle Banche solo per le trasformazioni urbane – Un comune unico per l'isola d'Ischia perché abbiamo 3200 imprese con 13 mila lavoratori con una sola società di diritto pubblico per la raccolta rifiuti, una sola azienda di diritto pubblico per lo sviluppo e la promozione del turismo – una seria e praticabile Pianificazione Territoriale.

Sono cominciati i fermenti nei Comuni dove si voterà per le elezioni amministrative il  prossimo 6 maggio – Città d’Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno e Barano – per la formazione delle liste e soprattutto per la scelta del candidato alla carica di Sindaco. La  nuova normativa – in vigore da 19 anni cioè dal 1993 – sull’elezione diretta del sindaco e del presidente della Provincia introdotta con la riforma Segni dopo la stagione referendaria ed il crollo dei partiti della cosiddetta prima Repubblica invece di migliorare il sistema istituzionale italiano lo ha fortemente peggiorato. Infatti è stato istituito un “presidenzialismo”a livello di enti locali  mentre è rimasto un ”parlamentarismo” a livello nazionale sulla “nomina” del Presidente del Consiglio. Nonostante tutti i tentativi e le proposte di modifiche  la nostra Carta Costituzionale non è stata cambiata in senso “presidenziale”o “semipresidenziale”. Nonostante quella “leggina” che con  superficialità fu firmata dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che consentiva di apporre un nome su un simbolo elettorale e grazie alla  quale Berlusconi ha  propagandato di “essere stato eletto dal popolo”il Presidente del Consiglio in Italia è  nominato dal Capo dello Stato e non è eletto dal popolo. L’Italia è ancora una “Repubblica parlamentare”e non “presidenziale”all’americana o “semipresidenziale”alla francese e quindi ritengo che impropriamente , dopo il crollo dei  vecchi partiti nel 1992, si parla in Italia di “seconda Repubblica”mutuando la numerazione dai francesi che sono già alla Quinta avendo adottato dal 1789 cinque carte costituzionali.

Mi sono spesso domandato: ma fra i miei Maestri, quelli che hanno influenzato il mio pensiero cioè la mia concezione della vita civile cioè della Politica, chi mettere al primo posto?

Ma in fondo: chi sono? Qual è la mia “identità” politica ieri ed oggi? Sono un liberale oppure sono un socialista? In oltre 40 anni non sono riuscito a risolvere l’enigma. La Verità è che io sono l’uno e l’altro e le due cose sono perfettamente compatibili. E’sembrato assurdo – soprattutto negli anni della formazione giovanile che furono quelli indimenticabili del ‘68 -  conciliare il liberalismo con il socialismo poiché il primo era collocato a “destra”ed il secondo a “sinistra”ed allora come essere l’uno e l’altro?

Era difficile ma necessario. Questo il punto. Hanno cominciato a lavorare su questo Piero Gobetti, Noberto Bobbio, Ugo La Malfa e Riccardo Lombardi. Perfino Croce nella polemica con Einaudi faceva addirittura la differenza tra “liberismo”e “liberalismo”.

Il Vescovo d’Ischia, Mons. Filippo Strofaldi, da quando  ha preso possesso della Diocesi  nell’ormai  lontano 1998 ha accolto l’invito che gli rivolsi di  convocare una volta all’anno i giornalisti locali per la festività di San Francesco di Sales , patrono dei giornalisti,che cade il 24  gennaio. Avevamo già istituito questa ricorrenza negli anni ‘80  - quando fondammo l’Associazione della Stampa delle isole di Ischia e Procida che durò dal 1986 al 1994 in un momento di grande espansione della stampa locale con circa 40 giornalisti-pubblicisti iscritti all’Ordine – con  il carissimo Vescovo Mons. Antonio Pagano. La festività di San Francesco di Sales  veniva, e credo ancora oggi , celebrata a Napoli dai giornalisti aderenti all’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) e mi parve opportuno proporla anche ad Ischia poiché al Vescovo viene da tutti riconosciuta – oltre l’appartenenza alla fede cattolica – una “Autorità Morale” tanto più forte in un  triste momento di decadenza della morale comune, della politica, della partecipazione civile, dell’etica pubblica e di quella professionale che dura da molti anni e che invece di scomparire si aggrava ogni giorno di più.

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