E’passato sotto silenzio qui da noi ad Ischia il risultato di un convegno tenutosi a Napoli per iniziativa della sezione regionale della Associazione Nazionale dei Costruttori (Acen) presieduta dall’ing. Rodolfo Girardi sulle prospettive dell’edilizia a Napoli ed in Campania alla luce della recessione economica in atto e dello stato grave dell’economia regionale. Il “Roma”ha dedicato al convegno nell’edizione di martedì 29 novembre un ampio servizio di Rosa Benigno dal titolo: “Napoli come Berlino ma fate presto”. Al convegno è intervenuto fra gli altri l’assessore regionale all’urbanistica, Marcello Taglialatela, che ha annunciato la “semplificazione delle procedure attuata dalla Regione in materia urbanistica”.
“Finora – ha detto Taglialatela – circa 600 Comuni si sono dotati di un Piano Urbanistico Comunale (Puc).La presenza e l’approvazione del piano paesistico regionale, ha sottolineato Taglialatela, “è prioritaria ma da sola non serve se le Province non procedono all’approvazione dei Piani territoriali di coordinamento (PTCP)”Piani che Taglialatela auspica possano essere approvati dalla cinque Province campane “entro l’aprile 2013”.
Taglialatela – riferisce la cronaca di Rosa Benigno – ha anche aggiunto che “obiettivo della Regione, da raggiungere attraverso il piano casa e il piano paesistico regionale è il recupero delle volumetrie esistenti attraverso la riqualificazione e la valorizzazione di realtà che oggi possono crollare da un momento all’altro”. Infine l’assessore regionale all’urbanistica ha annunciato per il prossimo 5 dicembre cioè lunedì prossimo alla Mostra d’Oltremare “un incontro con tutti i Comuni della Regione cui sarà consegnato un manuale operativo, un prontuario che spieghino il testo della nuova norma in materia urbanistica”.
Le affermazioni e gli annunci di Taglialatela meritano un commento per quanto riguarda la realtà urbanistica dell’isola d’Ischia, area sottoposta ad almeno 8 leggi di vincolo partendo dalla famosa o famigerata legge 1039 del 1939;dove le pratiche delle due leggi di condono del 1983 e del 1993 sono almeno 20mila mentre quelle del 2003 cioè quelle del terzo condono che NON si applica per decisione della Regione Campania all’isola d’Ischia in quanto area di interesse ambientale sono circa 10 mila e sono previsti almeno 600 abbattimenti di immobili abusivi da parte della Procura della Repubblica alcuni già avviati dal 2010; dove vige un Piano Paesistico “ministeriale”del 1995 che vieta qualsiasi modifica del territorio e vanifica l’ulteriore processo pianificatorio cosiddetto “attivo”cioè l’attuazione dei Piani Regolatori Comunali redatti oltre vent’anni fa dai sei Comuni.
Le affermazioni di Taglialatela non paiono apportare elementi di chiarezza giuridica in quello che il notaio Nino Arturo chiama con perfetta appropriazione semantica “letamaio giuridico”.
In merito ai Piani Territoriali di Coordinamento delle Province – previsti dalla prima legge sugli enti locali la n.142/90 – si può rispondere a Taglialatela che la Provincia di Napoli lo ha redatto circa 10 anni fa con una commissione presieduta dall’illustre urbanistica Marcello Vittorini e che NON è MAI stato approvato dal Consiglio Provinciale di Napoli né questa approvazione, se ci fosse stata, avrebbe cambiato qualcosa nel “vincolismo assoluto”imperante poiché il PTCP è “sottodimensionato”rispetto al Piano Paesistico cioè in presenza di due scelte prevale il Piano Paesistico più “restrittivo”del PRG comunale o del PTCP provinciale.
Ma in merito alla validità o utilità dei Piani Territoriali di Coordinamento che le Province avrebbero dovuto approvare almeno da 10 o 20 anni è forse necessario ricordare una severa opinione espressa dall’ex consigliere comunale di Napoli, Andrea America, già sindacalista regionale, sul “Roma”del 15 ottobre 2008 dove America sostiene l’assoluta inutilità del Piano Territoriale adottato dalla Giunta Provinciale di Napoli allora presieduta dal verde Dino De Palma, definito “documento generico, indistinto, vuoto di contenuti vincolanti di tipo conformativo e prescrittivi”che si riduce “ad una serie di direttive astratte ed indeterminate che non offrono alcun ausilio ai Comuni per l’elaborazione dei propri strumenti urbanistici”mentre “la Regione Campania “non ha predisposto un piano paesistico e così “la risultante di tale confuzione di competenze (Ministero dei Beni Culturali, Regione e Provincia n.d.r.) e di responsabilità è che allo stato non esce nessun piano paesaggistico né a livello regionale né a livello provinciale”.
La severa opinione di America non fu confutata almeno 3 anni fa ed è stupefacente che è ancora attuale anche alla luce della concorde opinione di TUTTE le forze politiche di abolire la Provincia, come terzo livello di potere locale, ancora più evidente nell’area metropolitana di Napoli dove lo stesso Testo Unico degli Enti Locali prevede la costituzione – mai attuata – della “Città Metropolitana”!
Ma poiché per Taglialatela è necessario che le Province approvino il PTPC entro nientemeno che l’aprile 2013 cioè circa DUE anni appare chiaro che la Regione vuole “scaricare”su un ente in liquidazione una incapacità di programmazione nota in Campania fin dagli anni ‘80 ed infatti il Piano Paesistico o Urbanistico-Territoriale previsto dalla Legge Galasso del 1984 è stato approvato nel 1995 con decreto di un Ministro tecnico di un Governo tecnico cioè il prof. Antonio Paolucci Ministro del Governo tecnico Dini esercitando i poteri “surrogatori”della Regione Campania “inadempiente”mentre per 10 anni - dal 1995 al 2005 – l’allora Presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti, propagandava il Piano Territoriale Provinciale come “sovraordinato”rispetto al Piano Paesistico e due maggioranze di centro-sinistra non sono ste capaci di approvarlo nell’organo “volitivo”cioè il Consiglio Provinciale di Napoli ed ancora la nuova maggioranza di centro-destra guidata da Luigi Cesaro NON è riuscita a farlo approvare nei suoi due anni di vita annunciando, proprio in questi giorni, un azzeramento della Giunta con un nuovo programma!!!!
Questo “letamaio giuridico”meriterebbe un serio ed alto dibattito nei consigli comunali dei nostri sei Comuni per far sentire la voce istituzionale degli enti locali fondamentali che attualmente assistono, senza poter intervenire, alla crisi di un sistema economico e sociale caratterizzato da 3mila imprese e da 13 mila lavoratori stagionali del turismo e dell’indotto con 3200 studenti delle superiori con un blocco totale dell’edilizia pubblica e privata.
Ci pare necessario nel tempo breve, perché in quello lungo saremo tutti morti come ammoniva Keynes ,avviare i Piani di Recupero delle aree dismesse da parte dei sei Comuni con una Società di Trasformazione Urbana (art.120 del Testo Unico EE LL) perché gli interventi edilizi possibili saranno solo di restauro o ristrutturazione degli immobili esistenti per molti anni ancora mentre ci pare unica strada percorribile una “Legge Speciale per Ischia”per sanare e riqualificare tutto il patrimonio edilizio realizzato evitando una “macelleria edilizia”che produrrebbe una “macelleria sociale ed economica”in pieno periodo di recessione economica quindi sarebbe un danno ed una beffa soprattutto per i lavoratori sui quali ricade e ricadrà la crisi economica.
E’noto che le “calende”esistevano solo nel calendario romano (il 1 giorno del mese) e non in quello greco ma in tema di urbanistica e programmazione in Campania il calendario greco non è mai stato abolito.
Casamicciola, 30 novembre 11