Gianni Lauro – da tutti conosciuto nell’isola d’Ischia e negli Stati Uniti d’America ed in altre parti del mondo – come “Sparaspilli” ha organizzato sabato 15 ottobre 2011 un eccezionale spettacolo nel salone delle feste del Grand Hotel Re Ferdinando di Ischia per i 150 anni dell’unità d’Italia chiamando tutti gli artisti dell’isola d’Ischia e qualche ospite d’eccezione per un omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Sparaspilli è una persona che non può essere descritta da un modesto cronista. Occorre un narratore forse un novello Hemingway o Somerset Maugham o forse un nuovo Armando Gil o Eduardo Nicolardi cioè un poeta della Napoli dei primi 50 anni del Nocevento. Se potessi avere le capacità dei grandi narratori americani e dei grandi poeti napoletani del ‘900 forse riuscirei a presentarlo. Ma sono soltanto un suo amico. Un amico vero che ha appreso da lui cosa è veramente l’Amicizia, cosa è il senso di appartenenza ad una Cultura, ad una lingua ad un popolo.
Così lo descrivo come l’ho conosciuto e come lo vedo: Sparaspilli è un poeta “ricco di avventura" come lo chiamerebbe Lorca che è nato ad Ischia Ponte oltre 91 anni fa ed ha girato il mondo, soggiornando e lavorando negli Stati Uniti ed ha servito l’Italia come marinaio durante la seconda guerra mondiale e fatto prigioniero in Grecia dove ebbe anche una storia d’amore. Dice che ha avuto tre Patrie: l’Italia, gli Stati Uniti d’America e la Grecia. Ha raccontato la sua vita alla sua maniera in un libro per i suoi 90 anni dal titolo: “Ischia, in cielo e in terra” con sottotitolo: “il sogno di Sparaspilli nell’aldilà” e come novello Dante sul filo dell’ironia ha scritto nello stesso modo in cui parla – italiano e napoletano maccheronico e volutamente “scorretto”- dell’incontro con gli amici di tutta una vita che si trovano in Paradiso o in Purgatorio facendosi accompagnare nel viaggio dal nostro caro, indimenticabile amico comune, Franco Conte, che è stato il suo Virgilio. Ha donato il libro a tutti gli amici. E naturalmente tutti gli amici gli hanno chiesto di fermarsi un poco nel preparare la terza edizione perché temono di finirci dentro!
Così – da grande uomo di spettacolo – ha pensato di allestirne uno dove celebrare alla sua maniera i 150 anni dell’unità di Italia e prima di tutto ha ricordato il suo ammiraglio morto fucilato che invitava i suoi “ragazzi a fare l’Italia più bella” e così con la musica e le canzoni ha raccontato i 150 anni italiani.
Ha chiamato tutti gli artisti dell’isola da Nik Pantalone e Gaeteano Maschio, dalle corali di Ischia e Forio, dai ragazzi del Muretto al maestro Peppino Iacono e tanti altri ancora e li ha impegnati per oltre due ore. E’ venuto appositamente il suo amico Mario Da Vinci. Ha chiesto alla professoressa Giovanna Mastroianni di fare la voce narrante della storia d’Italia con precisione storica ed ad ogni passo del cammino della nuova Nazione ha dedicato una canzone partendo dall’inno di Mameli. E’ riuscito perfino a coinvolgere il nostro vescovo, Padre Filippo Strofaldi, vero napoletano musicista, che ha cantato con eccezionale sentimento una poesia da lui musicata di Ferdinando Russo sulla “Madonna dei mandarini”. Ha voluto per i suoi amici come sono l’intera comunità dell’isola d’Ischia uno spettacolo di canzoni, di arie liriche, di musiche da film capaci di esprimere meglio di un film i 150 anni di vita di una Nazione che è unita dalla musica da “Trieste in giù” e che ha comunque in Napoli il suo cuore pulsante.
Alla fine gli oltre trecento spettatori hanno applaudito Sparaspilli, la sua dolcissima moglie Carla, tutti gli artisti, il Vescovo, con una straordinaria commozione ed una ammirazione sincera per questo irripetibile personaggio che ha dato a tutti appuntamento alla prossima festa per i 200 anni dell’unità d’Italia “alla quale tutti parteciperemo, ha detto. O saremo di qua o di là perché comunque ci vorremo sempre bene”!.