«Anche in Italia il settore inizia a dare timidi segnali di crescita. Tecniche sempre più naturali e meno invasive tra i motivi che spingono un numero crescente di persone a investire in bellezza» afferma l'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe)
Mai così bene dal 2008 a oggi. Negli Stati Uniti nel 2013 sono stati effettuati oltre 11 milioni di interventi di chirurgia e medicina estetica, per una spesa che supera i 12 miliardi di dollari, la cifra più rilevante dalla Grande Recessione del 2008. Di questi, 7 miliardi sono stati destinati a procedure chirurgiche e 5 miliardi a procedure non chirurgiche. È quanto emerge dai dati dell'American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS) che ha presentato i risultati del sondaggio relativo all'anno da poco concluso. «Quello che arriva dal mercato americano è un segnale positivo e importante - afferma Pierfrancesco Cirillo, segretario dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), equivalente italiano dell'Asaps -. Nel 2011 e nel 2012 in Italia, secondo i dati raccolti da Aicpe tramite un sondaggio tra i chirurghi plastici italiano, abbiamo registrato un segno negativo per quanto riguarda gli interventi di chirurgia, mentre la medicina estetica è sempre risultata in crescita. Il 2013 è andato meglio dei due anni precedenti, anche se non ai livelli americani. Ad aumentare è soprattutto la medicina estetica, che ha costi più accessibili: la gente non rinuncia a curarsi e, pur di farlo, si orienta verso trattamenti meno costosi. Il settore però è maturo e, non appena la situazione economica generale sarà migliorata, crediamo che quello della chirurgia plastica sarà uno dei settori in più forte crescita».
