Ischia News ed Eventi - Il punto / Il caos calmo della Francia verso una nuova Repubblica

Il punto / Il caos calmo della Francia verso una nuova Repubblica

Politica
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di Giuseppe Mazzella – Il Continente, 7 ottobre 2025

“La Francia viene dalla notte dei tempi. Essa vive. La voce dei secoli la chiama. Ma resta se stessa nel fluire dei tempi.”
Così si apre il primo volume delle Memorie di speranza del generale Charles de Gaulle (1890–1970), il grande salvatore della Patria dopo la disfatta del 1940 e la resa ai tedeschi.

De Gaulle è, senza dubbio, una delle più grandi personalità politiche del XX secolo in Francia, insieme a Winston Churchill nella storia contemporanea europea. L’incipit delle Memorie di speranza (che coprono il periodo 1958–1962) è meno celebre rispetto all’inizio delle Memorie di guerra (1940–1945), dove si legge:

“In tutta la mia vita ho avuto una certa idea della Francia.”
Quella “certa idea” è diventata una formula mitica, simbolo di una visione lucida e orgogliosa della Nazione.

Alla figura di de Gaulle ho dedicato uno studio attento, una tesi di laurea e un lungo percorso di riflessione. Sono sempre stato affascinato da un pensiero repubblicano così profondamente immerso nella storia civile della Francia. Ecco perché ho sempre interpretato il suo “nazionalismo” non come fanatismo o chiusura, ma come espressione coerente di un moto storico e democratico.

De Gaulle non è classificabile: non è uomo di destra, né di sinistra, né di centro. È fuori dagli schemi tradizionali della politica. La Costituzione della Quinta Repubblica, voluta nel 1958, rappresenta un’ambiziosa sintesi tra il presidenzialismo americano e il parlamentarismo inglese, adattata però alla specificità francese, storicamente frammentata e politicamente instabile.

Il punto fermo, per de Gaulle, era la Repubblica che alla Francia risponde.

La Repubblica nasce nel 1789, ma impiega anni — secoli — di tentativi, crisi, ritorni monarchici e conflitti per affermarsi. Dal 1789 al 1945 la Francia conosce almeno quattro diverse costituzioni. La Quinta Repubblica del 1958 mirava a garantire efficienza di governo e partecipazione popolare continuativa. E, va detto, ha funzionato per ben 67 anni.

Ma oggi è in crisi.

Il presidente Macron non ha più una maggioranza politica all’Assemblea Nazionale. Non riesce a formare un governo stabile, ed è costretto a ricorrere a rituali da Quarta Repubblica (1946–1958): due capi di Stato, governi di coalizione, instabilità cronica.

Si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra Capo dello Stato e Parlamento. È un ritorno forte al parlamentarismo — proprio quello che de Gaulle temeva e voleva superare.

In questo caos calmo, non vedo al momento vie d’uscita nette. Forse Macron scioglierà il Parlamento e indire nuove elezioni. Ha il potere per farlo. Forse sarà costretto a cedere la guida del governo a un esponente socialista, almeno per i prossimi due anni.
Sicuramente non si dimetterà.

Ma in ogni caso, la Francia si avvia verso una nuova Repubblica.
E non sarà più quella pensata da de Gaulle.


Giuseppe Mazzella – Il Continente
Casamicciola, 7 ottobre 2025