Ischia News ed Eventi - Il punto / Via Principessa Margherita di Savoia – il simbolo della decadenza di Casamicciola

Il punto / Via Principessa Margherita di Savoia – il simbolo della decadenza di Casamicciola

Attualità
Typography

Via Principessa Margherita di Savoia è la strada più importante di Casamicciola. È una delle vie più antiche e frequentate: collega – oggi come ieri – la piazza centrale della Marina con la collina della Sentinella, con la chiesa parrocchiale voluta dal servo di Dio Giuseppe Morgera, il “Parroco Santo”, e più oltre con piazza dei Bagni.


La sua denominazione fu cambiata, credo in epoca sabauda: da ritagli di documenti risulta infatti che si chiamasse in precedenza via Ferdinandea, durante il periodo borbonico.

Negli anni Settanta del Novecento vi fu un’iniziativa del consigliere comunale dott. Filippo Maresca, comunista, che propose di rinominarla via Antonio Gramsci, per segnare l’epoca repubblicana e ricordare una grande figura dell’antifascismo. La proposta fu respinta.
A Casamicciola, ormai da oltre cinquant’anni, non si registra nemmeno un minimo cambiamento della toponomastica. Eppure non costerebbe nulla e servirebbe a risvegliare la vita civile. Sono state istituite commissioni toponomastiche solo per adempimento formale; si sono riunite raramente e le proposte avanzate non sono mai state esaminate dalle varie amministrazioni guidate, nel tempo, da tre o quattro sindaci.
È un segno di degrado civile, che ostacola la ricostruzione dell’identità storica e impedisce un risveglio della partecipazione. Non vengono ricordati – con strade, piazze, giardini – né gli uomini e le donne illustri della comunità locale né quelli della nostra Italia e dell’Europa.

Via Principessa Margherita di Savoia era la strada della “collina degli alberghi”, celebrata nelle cartoline del primo Novecento. Gli alberghi più rinomati avevano l’accesso proprio da questa via. Qui avevano le loro ville i due medici più importanti dell’epoca: il dottor Iaccarino e il dottor Mennella, il biografo. Sempre qui sorgeva la villa liberty della famiglia La Camera.
C’era la villa San Vincenzo dei Salesiani, poi acquisita dalla Provincia di Napoli e abbattuta negli anni Settanta per far posto all’edificio dell’Istituto tecnico per ragionieri e geometri. Su questa via sono sorti anche gli accessi alla scuola media, al Municipio (sede anche del museo civico) e al centro per l’impiego, ospitato nella villa Mennella.

Era una strada densissima di edifici pubblici e privati. E oggi? È diventata la strada delle macerie d’autore.

Un tempo era la via più frequentata della cittadina: almeno mille studenti tra scuola media e istituto tecnico, altre due-trecento persone per Municipio e museo, un centinaio per il centro per l’impiego – che arrivava a 300-400 presenze ai tempi delle domande di disoccupazione – e altri 100-200 tra genitori e bambini per gli edifici scolastici ricavati nelle ex case Iaccarino e La Camera.
Oggi non è più così. Passano solo auto dei carabinieri, della polizia, ambulanze, le macchine degli insegnanti dell’Istituto Mattei. L’abbandono, il degrado e il saccheggio dell’ex centro per l’impiego, nella villa del dottor Mennella (oggi di proprietà della Regione Campania), sono sotto gli occhi di tutti.
Eppure nessuno si domanda il perché. Nessuno chiede spiegazioni al sindaco Giosy Ferrandino, al commissario Giovanni Legnini o al presidente-governatore Vincenzo De Luca.

Questa strada – che frequento ogni giorno – è l’emblema dell’indifferenza nazionale verso i beni comuni e dell’individualismo del nostro tempo.
Una triste stagione, la nostra.

Giuseppe Mazzella – Il Continente
Casamicciola, 22 novembre 2025

Prossimi eventi Ischia