Ischia News ed Eventi - Casamicciola: risalire dal fondo del barile

Casamicciola: risalire dal fondo del barile

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Casamicciola ha toccato il fondo della sua decadenza e del suo degrado. Almeno nella memoria collettiva di una generazione come la mia che ha vissuto l’ infanzia negli anni ‘ 50, la giovinezza negli anni ‘ 60-70, la passione civile e l’ impegno politico negli anni 70-90, l’ ostinazione della “ Riscossa” dagli anni 2000 fino ad oggi ponendo Speranza in “uomini e donne nuovi” come l’ ing. Giosy Ferrandino, la dottoressa Elena Lombardi, l’ avv. Francesco Capezza, l’ avv. Vincenzo Arcamone tante per fare i primi nomi che mi vengono alla penna di una classe politica nuova.
Solo chi ha dormito con un cuscino   ne sente la mancanza. Sono cresciuto in una famiglia della piccola borghesia locale. Il padre di mia madre, Giovanni Monti ( 1889-1963), era un commerciante ed un albergatore. Il padre di mio padre, Giuseppe Mazzella ( 1873-1956), era un addobbatore di chiese, il più conosciuto nell’ isola, ed un possidente di terreni agricoli. La moglie di mio nonno Giovanni era svizzera del cantone Berna, Emma Reber ( 1878 – 1959) e quella di mio nonno Giuseppe di Lacco Ameno Teresa Piro ( 1882-1952). Sono geneticamente un misto di terra e di mare e sento veramente l’ Europa nella mia ragione e nei miei sentimenti.

Mia madre e mio padre mi hanno sempre ricordato per anni ed anni dall’ infanzia e fino a quando sono vissuti della “ Grandezza di Casamicciola”. “Eravamo i soli a fare turismo, avevamo la migliore clientela internazionale, avevano il cinema nel bagno marino, il teatro nel Pio Monte” erano le parole correnti . Nel nostro albergo arrivavano i napoletani “ Signori” ed i milanesi “ Signori” e poi i francesi, gli inglesi, gli americani, i tedeschi.

Un nostro cliente – Signor Sodò – un napoletano emigrato in Francia dove a Parigi aveva una gioielleria con la moglie Francoise mi portò bambino di sei anni a fare il primo giro dell’ isola nella sua bella macchina Peugeot. Il Barone de Lutio mi regalò 50 lire per il lavaggio della macchina. Signor Sala giocava con me a pallone sul terrazzo. Il Cavaliere Cimmino mi “ voleva tagliere le orecchie e farmi diventare cane di presa”.L’ avv. Boezio mi regalò “ il giornalisno di Gian Burrasca” e “ La Storia di San Michele” di Axel Munthe. Sono stati Maestri di vita nell’ età dell’ adolescenza come quelli della scuola e dell’ università. Insomma questa “ Grandezza di Casamicciola” nel campanilismo dell’ isola d’ Ischia io l’ ho respirata.

Ma anche l’ adolescenza e la giovinezza hanno vissuto questa “ Grandezza”. Avevamo il complesso del Pio Monte della Misericordia e facevamo le commedie con il nostro circolo “ Impegno Giovanile” costituito nel 1965 con la migliore gioventù del paese con amici indimenticabili come Miggi Calise, Sanny Iacono, Alberto Barbieri che – essendo più grandi si scontravano nelle posizioni culturali e politiche - e le conferenze con professori locali e napoletani. Anche questi amici più grandi e dotti sono stati miei maestri.

Avevamo il “ Cinema Italia” gestito da Don Antonio Fraticelli. Ci andavo tre volte alla settimana. Alla domenica per il primo e secondo spettacolo tutta Lacco Ameno veniva a Casamicciola al “ Cinema Italia”. Sono in parte come il poeta Jacques Prevert che viene definito come quello che nella “ storia della letteratura è il primo esempio di una cultura esclusivamente cinematografica ” come indicava una scheda di “ Panorama” del 17 ottobre 1968 che conservo nell’ “ Enciclopedia dei Contemporanei”. Prevert entrava ed usciva da una sala cinematografica a Parigi quando aveva 20. Ho imparato moltissimo dalle vecchie pellicole di Don Antonio Fraticelli che si “ spezzavano” spesso ed il tecnico “ Marconi” le doveva rattoppare. Alle mie proteste Don Antonio rispondeva che “ non sempre si possono mangiare maccheroni e carne e qualche volta ti devi accontentare della frittata”.

Poi nel 1969 arrivò il “ Capricho de Calise” con il ristorante , la sala da the e soprattutto il night. Era un “ capriccio” di Emiddio che in quel night negli anni ‘ 70 e per oltre un decennio fece passare i più grandi artisti italiani e internazionali e Casamicciola divenne il centro della “ dolce vita” ischitana. Anche il Cinema Italia ed il Capricho de Calise furono miei maestri per la scuola di vita.

Poi c’era l’ impegno politico per accrescere l’ economia locale: il porto turistico come “ nuova frontiera” della “cittadina delle terme”, il complesso Pio Monte della Misericordia come” cittadella della Salute” inserito in una grande catena alberghiera e termale italiane e straniera.

C’erano i partiti: la DC, il PSI ed il PCI. Impegnati su fronti diversi nella gestione e nel rilancio del paese. La sezione del PSI negli anni ‘ 70 contava oltre 250 iscritti. Il PCI che aveva sede nel popoloso quartiere di Perrone oltre 150. Tutti militanti.

Sento la mancanza di questo cuscino. Non abbiamo da anni più il Cinema, da anni non abbiamo più il night o la discoteca e la sala da the, da 42 anni non abbiamo più nemmeno l’ edificio del grandioso complesso del Pio Monte della Misericordia, non abbiamo più le sezioni dei partiti e l’ ex-partito comunista diventato “ democratico” è domiciliato presso l’ agenzia di assicurazioni dell’ ex comunista Ciro Carcaterra il cui figlio Giovanni eredita la carica di “ segretario” ma soltanto perché alle “ primarie” - dove hanno votato anche quelli di Forza Italia come l’ attuale sindaco Giovan Battista Castagna che ha 45 anni e che è da 22 anni amministratore comunale a vario titolo – non c’erano altri candidati e disposti alla carica.

Piazza Majo, un tempo il centro storico del paese dove c’ era prima del terremoto del 28 luglio 1883 la Chiesa Cattedrale, è la “ periferia della periferia” ed hanno chiuso tutte le attività commerciali con la sola eccezione del Bar Monti, l’ unica luce accesa quotidianamente. Perché l’ altra della Pizzeria Catarì si apre solo il venerdì, il sabato e la domenica. Dopo circa vent’anni ha chiuso il grande negozio di elettrodomestici e di mobili del signor Falco con i “ Mobili Costera”. Oggi in Piazza Majo c’è solo il negozio di agricoltura mentre sulla vicina Borbonica da giorni non c’è illuminazione pubblica perché si sono rotte le lampadine.

Questo è quello che sento e vedo. Ma registro anche che la situazione finanziaria del Municipio è tragica con la questione delle “ partecipate” perché la “ Marina di Casamicciola” e l’ “ AMCA” non hanno fondi. Constato l’ incapacità della classe politica non solo a trovare una via d’ uscita per il risanamento finanziario ma ad avanzare una proposta, costruire un percorso per il Rinascimento e trovo francamente inutile le dichiarazioni del funzionario regionale, Mimmo Barra, commissario regionale all’ Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Ischia e Procida, in “ liquidazione” per legge regionale a costituire un “ tavolo tecnico” per i fondi europei 2014-2020 quando da quattro anni abbiamo sprecato tempo ed inchiostro e spazio sulla stampa a diffondere il progetto di trasformazione urbana di Casamicciola con 16 punti ed una richiesta di finanziamento per 100 milioni di euro MAI discusso nel Consiglio Comunale di Casamicciola cioè nel luogo deputato a decidere.

Ma quello che più mi ha ferito è la nomina del sindaco d’ Ischia, Giosy Ferrandino, nel consiglio direttivo dell’ Associazione dei Comuni Termali d’ Italia.

Giosy Ferrandino è stato per una casualità che testimonia l’ incapacità di trovare una classe dirigente endogena sindaco di Casamicciola dal 2002 al 2007 poi è emigrato ad Ischia Città. Ma è possibile che l’ unico fra i sei Comuni che ha il termine “ Terme” nella sua denominazione non sia rappresentato nell’ Associazione? Che non abbia più terme – come non ne ha .- e non ha nemmeno la speranza di “ ricostruirle”? Trent’anni fa si costituì una “ Associazione degli Imprenditori Termali di Casamicciola nell’ isola d’ Ischia” portata avanti fino alla consunzione dal capitano Salvatore Coppola appunto per rivendicare un protagonismo industriale, una vocazione naturale della “ cittadina dove l’ Acqua è vita”.

Come risalire dal fondo del barile? Oltre all’ appello ai “ liberi e forti” al vecchio cronista non resta che la malinconia.