Mario e Françoise Sodo venivano ogni anno, in giugno o in luglio, all’hotel Pithaecusa di Casamicciola.
Mario era napoletano, con un ramo nobiliare da parte di madre. Françoise, invece, era parigina. Si erano conosciuti a Parigi, dove Mario era emigrato e aveva aperto una gioielleria in Place Vendôme. Non ho mai saputo come fosse arrivato a tanto, né perché proprio lì.
Non avevano figli.
Negli anni Cinquanta e Sessanta tornavano ogni estate a Ischia, sempre con una Peugeot nuova, l’ultimo modello. Nella mia memoria è rimasta impressa la 104.
Avevo otto, forse dieci anni, e mi tenevano con loro come una mascotte. Mi portavano in giro per l’isola, ed è con loro che feci il mio primo giro in macchina lungo il periplo di Ischia. In quelle giornate sentivo parlare francese. Forse è nato allora il mio amore per quella lingua.
Ho un grande rimpianto: non essere andato a trovarli nel 1970, quando misi piede a Parigi per la prima volta. Non li cercai. Pensavo che mi avessero dimenticato. E loro non tornarono più.
Ma io non li ho mai dimenticati.
G. M.