Ischia News ed Eventi - Ischia, un mito che non tramonta

Ischia, un mito che non tramonta

Castello Aragonese

Società
Typography

Si intitolava: “Ischia, un mito che non tramonta” il mio editoriale di apertura di un numero “speciale turismo” del settimanale “Il Giornale d’Ischia”– preso il quale a poco più di vent’ani maturai la mia fondamentale esperienza professionale sotto la guida del mio indimenticabile Maestro Franco Conte (1938-1988). Era il numero 22 dell’anno IV che portava la data dell’8 agosto 1974. Sono passati 40 anni. Ma che scrivevo aprendo da redattore capo un giornale di 24 pagine dedicato al turista italiano? Riportavo (una mia ossessione applicata sempre ad ogni commento in tutta la mia vita professionale) - i numeri del turismo “quantitativo” di allora: 2 milioni di presenze, il 12,31% dell’intera ricettività alberghiera della Campania e poi le considerazioni: “I problemi saranno risolti se si comincia a realizzare una “programmazione concertata” tra il potere pubblico e quello privato. Il tempo dell’empirismo e dell’improvvisazione è finito. Adesso bisogna programmare uno sviluppo turistico legato essenzialmente al termalismo. Occorre lanciare definitivamente Ischia come stazione di cura e soggiorno anche invernale. Occorre anche propagandare ulteriormente il nome dell’isola con le sue bellezze, nel mondo per l’acquisizione di nuovi mercati. Non bisogna aspettare provvedimenti dall’alto. Le autorità locali ischitane e gli operatori economici debbono muoversi i da soli senza aspettare manne dal cielo o novelli messia. Bisogna premere sulla Regione Campania affinché l’isola d’Ischia – appunto in considerazione del suo determinante apporto all’economia regionale – non venga trascurata nell’azione promozionale. L’isola d’Ischia anche in quest’anno di crisi economica generale dopo il “settembre nero” dello scorso anno (il 1973 fu l’estate dell’infezione colerica n.d.a.), senza avere da due anni un’azienda di cura e soggiorno, ha dimostrato di “resistere” molto bene alla concorrenza straniera e nazionale di altre località. Ha dimostrato di essere un mito che non tramonta”.

Rileggendolo 40 anni dopo mi stupisco della presunzione e delle affermazioni perentorie di un ragazzo di 25 anni studente in economia e commercio che non usa il condizionale ma l’indicativo o l’imperativo e sostiene fin da allora la “programmazione concertata” e lo “sviluppo locale” con il protagonismo dei Comuni.

40 anni dopo credo che bisogna riprendere il metodo di politica economica, finanziaria, urbanistica della “programmazione” e bisogna porre il Comune con la sua classe dirigente al timone dello sviluppo dopo oltre un ventennio di liberismo sfrenato senza regole che ha prodotto nella fase di espansione – quel ventennio 1970-1990 - la costruzione di almeno 100mila vani abusivamente con “il sacco di Ischia” ed uno sviluppo squilibrato da un punto di vista sia economico che sociale.

In 40 anni Ischia è cresciuta ma disordinatamente. I posti letto si sono quadruplicati così le attività commerciali ma la curva dello sviluppo non è esponenziale ma logistica. Ad un certo punto – nel grande e nel piccolo – lo sviluppo di ferma ed esplode la crisi.

Ci troviamo a vivere un momento nazionale e continentale di crisi economica, forse il più terribile dal 1946. L’assetto istituzionale dell’isola con sei Comuni è obsoleto così come non abbiamo da 42 anni un ente di coordinamento della promozione turistica. Non abbiamo un Piano Regolatore Generale degno di questo nome. Abbiamo problemi perpetui come il trasporti marittimi e terrestre, il sistema di depurazione delle acque reflue, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi.

Forse oggi più di 40 anni fa è necessario un risveglio civile di partecipazione locale con una “programmazione concertata” tra classi dirigenti dei Comuni e della Politica e classi dirigenti dell’economia e della società civile.

“La Repubblica”– il più diffuso ed autorevole quotidiano nazionale – nell’edizione di domenica 27 luglio 2014 ha dedicato due pagine ai “sapori di Ischia” in un dettagliato e preciso reportage della giornalista Licia Granello con le indicazioni di quelle si chiamano le “eccellenze” della nostra gastronomia, i nostri prodotti, la nostra ricettività, i nostri ristoranti, le nostre feste.

Questo ampio reportage dimostra che quel Mito di Ischia non tramonta, c’è ancora e che dobbiamo consolidarlo andando avanti con l’ottimismo della volontà e la consapevolezza delle nostre potenzialità.