Si voterà il 25 maggio per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Casamicciola appena due anni dopo le ultime amministrative, dopo l’ennesimo commissario prefettizio. Nemmeno l’elezione diretta del sindaco in vigore dal 1993 cioè da oltre vent’anni ha assicurato stabilità amministrativa. Basta questo segnale per documentare la decadenza civile conseguenza di quella economica e sociale di quella che era nel secolo XIX la più importante località turistico-termale del Mezzogiorno d’Italia. Quattro candidati a sindaco con quattro liste ma nessuna lista di partito come se l’appartenenza ad un partito, indispensabile per fare politica, costituisse qualcosa da evitare, da nascondere, da cancellare. “Democrazia e Progresso”, “Per Casamicciola”, “Nuova Casamicciola”, “Rispetto per Casamicciola” denominazioni che vogliono allontanare quanto più è possibile il riferimento ad una “coalizione” o ad una “concentrazione” dal colore partitico e vogliono tutte chiedere un sostegno “civico”. I programmi sono pezzi di carta. Pur essendo obbligatoria per la legge n.81/93 la presentazione di un programma questi diventano solo propaganda occasionale nemmeno suffragata da un impegno civile retrostante di un candidato. Mentre scrivo ho sotto gli occhi il programma della lista “Rinascita per Casamicciola” del 2002 del candidato sindaco Giosy Ferrandino, quello che si candida per il Parlamento Europeo oggi, e che aveva come slogan: “Uniti da un Amore, Uniti da un Progetto: Casamicciola all’antica Grandezza, si deve. Si può” con 13 punti programmatici solenni e dettagliati. Cosa resta? Sono passati 12 anni ed il punto più qualificante di quel programma (figurava al punto 5 ) – il recupero del complesso Pio Monte della Misericordia con una società di trasformazione urbana prevista dall’art.120 del Testo Unico sugli Enti Locali – sta ancora sul tappeto, costituisce ancora tema di una triste campagna elettorale fatta di manifesti e slogan ma senza partecipazione civile. Vado indietro ed ho sotto gli occhi il programma della prima lista “Rinascita per Casamicciola” capeggiata da Ferrandino Arnaldo e trovo il biglietto di invito al “workshop per la proposta di un patto territoriale dell’isola d’Ischia e di presentazione dei programmi della società “Therme di Casamicciola” dal titolo: “Rinascita per Casamicciola: dalle parole all’azione” di sabato 20 dicembre 1997. Cioè 17 anni fa. Anche questo un pezzo di carta. Vado ancora più indietro ed ho sotto gli occhi il biglietto di invito al convegno su “Termalismo e Turismo in Campania: il ruolo degli enti locali, della Regione e dell’imprenditoria Pubblica e Privata” organizzato dalla giunta di sinistra capeggiata dal socialista Giuseppe Iacono (1923-1991) nell’aula magna dell’istituto Mattei nei giorni 17 e 18 aprile 1982 con la partecipazione dell’allora vice presidente dell’INSUD, Domenico Tamburrini. Sono passati 32 anni. E le macerie del Pio Monte stanno ancora lì mentre gli spazi esterni, un tempo pinete, sono diventate un mercato ambulante puzzolente ed un orrido parcheggio mentre il piccolo parco per i bambini è indegno di un paese della Repubblica Italiana e paradossalmente il Comune occupa “senza titolo” le pinete ritornate all’Ente di Misericordia per effetto di una causa vinta!
Questi programmi annunciati e non realizzati sono lo specchio di un paese incapace di trovare una stabile classe dirigente non solo della politica ma del suo micro-sistema economico costituito da albergatori, commercianti, artigiani, impiegati, operai e soprattutto giovani alla ricerca di un lavoro e di una dignità professionale. Qui regna un personalismo esasperato che impedisce la formazione di squadre politiche, civili, culturali, talmente forte che impedisce perfino la realizzazione di una squadra di calcio nella seconda categoria dilettanti. Qui si uccidono le energie più sincere mentre hanno chiuso tutte le sezioni dei vecchi e dei nuovi partiti dove almeno c’era qualche forma di dibattito.
Quando finirà questa storia infinita del disastro dell’abbandono del complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola sempre al centro di un dibattito sterile? Sono diventato vecchio a scrivere su questo argomento e sono anche terribilmente ripetitivo. E’ una storia italiana e come tutte le storie complesse ha la chiave di lettura in un concetto estremamente elementare: i titoli di proprietà.
L’incredibile vicenda del complesso di Casamicciola, della “vendita” per 50 anni del “diritto di superficie” ai sensi dell’art.952 del codice civile ad una società per azioni di soli 210 milioni nel 1984 con un contratto che è un obbrobrio giuridico che ha determinato una montagna di cause è un “segreto di Pulcinella”, nonostante l’Ente Pio Monte della Misericordia abbia “secretato” l’archivio storico su questa vicenda, perché la storia è narrata in una decina di atti pubblici presso notai e nelle aule giudiziarie. La storiaccia oltre a vedersi si legge negli atti pubblici. Senza la “piena proprietà” che come sanno tutti i “ragionieri” è costituita dalla nuda proprietà e dall’usufrutto non si troverà nessun investitore né pubblico né privato per ricostruire il complesso-pilota per Casamicciola che è ormai un’opera infrastrutturale e non più strutturale per l’economia locale e dell’isola d’Ischia. Da qui nasceva la proposta, per l’ennesima volta, della Società di Trasformazione Urbana ai sensi dell’art. 120 del Testo Unico degli Enti Locali avanzata dal Comitato Colibrì presieduto dall’arch. Caterina Iacono per il recupero del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola nei “Luoghi del Cuore” del Fai è quindi ancor meglio giustificata, documentata, giuridicamente valorizzata. Per il recupero del complesso sono necessari almeno 50milioni di euro ed occorre una Trasformazione Urbana dal Pio Monte a La Rita per interventi “infrastrutturali” e “strutturali” nella cittadina termale della “Ricostruzione mancata”(2006- Ilia Delizia ed altri. Università Federico II) ed occorre non solo la “piena proprietà” degli immobili ma anche chiedere con un progetto complessivo di riqualificazione urbanistica i fondi europei del piano 2014-2020 che ci sono e sono destinati alla Coesione Territtoriale. Sono convinto che l’Unione Europea è una cosa seria.
Credo che su questa proposta occorre una grande condivisione di “metodo” se si concepisce la gestione del Comune nell’ottica del “Diritto Pubblico” perché non è assolutamente una proposta originale e non ha assolutamente un diritto di primogenitura. E’ solo buon senso.
Nel commentare domenica scorsa la candidatura dell’on. Ciriaco De Mita ad 86 anni a sindaco di Nusco, il paesello dove è nato e dove vive, ho citato i proponimenti di De Mita : “ricostruire la comunità perché oggi in Italia sia nelle metropoli che nei piccoli centri c’è una disgregazione lacerante” e lancia un programma di “poche parole” fondato su “la ricomposizione di valori come la sensibilità, l’amicizia e la condivisione”.
Mi sento di condividere questo messaggio di un giovane-vecchio rivolto ai vecchi-giovani. Un proverbio Masai, orgogliosa tribù africana, dice che “il giovane cammina più veloce del vecchio ma è il vecchio che conosce la strada”.
La strada per Casamicciola e per tutte le comunità italiane è quella indicata da De Mita.
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