Mercoledì 10 settembre 1997 cioè circa DICIASSETTE anni fa partecipai ad un “work shop riservato ai Comunicati Pubblici” a Roma al Residence di Ripetta nella mia qualità di funzionario responsabile dell’Ufficio Stampa e Comunicazione della Provincia di Napoli organizzato dal CENSIS.
Il direttore generale del CENSIS, Giuseppe Roma, dichiarò che essendo oltre il 60% delle risorse degli enti locali di propria competenza un buon amministratore “deve saper fare marketing per trovare nuove risorse finanziarie”. Se un Comune non ha una struttura burocratica ed una direzione politica capace di ricercare finanziamenti in tempo di “federalismo fiscale” è avviato verso il baratro. Quel seminario mi rimase talmente impresso che ne ricavai un articolo-saggio che uscì su il “Roma”, “Il Golfo” e la rivista ufficiale dell’Unione delle Province d’Italia (UPI).
“Dai funzionari la rivoluzione copernicana negli enti locali” si intitolava l’articolo che è anche contenuto nel mio libro “Ischia, l’isola che non c’è”(1999-Editoriale Ischia ) il quale contiene soprattutto tutta l’azione pubblica promossa nell’isola d’Ischia per avviare la cosiddetta “Programmazione Negoziata” con il “patto territoriale con l’assistenza dell’Ufficio Studi del “Banco di Napoli” “per promuovere lo “sviluppo locale” come in quegli anni andava proponendo il prof. Giuseppe De Rita, segretario generale del CENSIS ed anche presidente del CNEL.
Il quel seminario di Roma il direttore del CENSIS, Giuseppe Roma, braccio destro di De Rita, sostenne che era indispensabile aumentare la professionalità dei funzionari pubblici perché “questo nostro Paese va a fondo se non migliora la Pubblica Amministrazione”.
A quel seminario partecipò anche Carlo Sismondi, presidente del FORUM della Pubblica Amministrazione che da oltre quindici anni organizza a Roma il Forum dove tutte le pubbliche amministrazioni italiane si confrontano sulla modernizzazione e presentano i loro progetti. Ci sono andato per 10 anni e seguo da allora la sua newsletter.
Partecipò anche il presidente nazionale della Comunicazione Pubblica, Alessandro Rovinetti di Bologna sollecitando tutti i Comuni ad applicare la legge sulla trasparenza la n. 241/ 90 con gli Uffici Relazioni con il Pubblico (URP) che dovevano essere non solo “uffici stampa per i giornalisti” ma di “comunicazione verso tutti i cittadini”. Gli enti pubblici dovevano essere “case di vetro”. Da allora partecipai ad almeno 8 corsi di alta formazione dal 1998 al 2006 per dipendenti pubblici promossi dall’Amministrazione Provinciale di Napoli sotto la Presidenza dell’indimenticabile prof. Amato Lamberti (1943-2012), convinto sostenitore dello “sviluppo locale”. Imparai i termini “Finanza di Territorio” e “Marketing territoriale”.
Evidentemente il segretario Riccardo Feola, con la sua drammatica relazione sullo “stato dell’Ente” dell’agosto 2012 appena insediatosi, era convinto della “modernizzazione dei Comuni” perché proveniva da buone esperienze presso altri Comuni che avevano capito ed avviato la riforma degli enti locali così delineati dal nuovo Testo Unico del 2000 che aveva recepito e modificato la legge n. 142 del 1990. Non è stato capito e forse parlava un'altra lingua.
La modernizzazione dei Comuni come “aziende di servizi” con l’obiettivo di “efficienza, efficacia ed economicità” ripetute in tutte le leggi di riforma della Pubblica Amministrazione è condizione preliminare ed indispensabile per attuare tutti i progetti di un Comune e cioè per trasformare l’“azienda di servizi” del Comune anche in “prima cellula della democrazia di base” capace di attivare il principio della “sussidiarietà”, consacrato nei trattati dell’Unione Europea. L’amministratore comunale ed il dipendente pubblico, con le rispettive responsabilità, non si fa più come 30 anni fa. Occorre “formazione” per l’uno e per l’altro.
E’ questo che si deve fare a Casamicciola per attuare un grande progetto di trasformazione urbana proposto dal Comitato Colibrì presieduto dall’arch. Caterina Iacono in 16 punti: l’efficienza della macchina burocratica dell’Ente Locale per avviare la progettualità per lo sviluppo ed il lavoro chiamando alla “sussidiarietà” la Regione, lo Stato Nazionale, l’Unione Europea con tutte le loro ramificazioni con una richiesta di finanziamento di almeno 100 milioni di euro nel piano europeo di fondi strutturali 2014-2020 attraverso una Società di Trasformazione Urbana costituita ai sensi dell’art.120 del Testo Unico degli enti locali da un “Tavolo di concertazione” tra enti pubblici e privati.
Bisogna cambiare una mentalità e bisogna cambiare classe dirigente perché l’avvenire è oggi soprattutto per i giovani che debbono riconquistare la speranza per il lavoro, la realizzazione professionale, la democrazia repubblicana e credere nel loro paese e nella coesione economica e sociale dell’isola d’Ischia per uno “sviluppo possibile”.
E’ il diciassettesimo punto del progetto. Quello non indicato perché 17 è un brutto numero e perché si è ritenuto assiomatico e cioè evidente di per se stesso e condiviso da tutti se i tempi sono questi.
L’alternativa è il baratro.