L’ha scritto perfino Massimo Riva, uno dei migliori giornalisti economici italiani, sul supplemento Affari & Finanza della “Repubblica” lunedì 16 giugno 2014: per il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la riforma della Pubblica Amministrazione è la sfida più difficile.
Rendere “efficiente” la Pubblica Amministrazione è una battaglia antica iniziata da Silvio Spaventa col suo discorso “sulla Giustizia nell’Amministrazione” nel lontanissimo 1880 e proseguita sotto tutti i regimi da autorevoli personalità della Politica,
del Diritto e dell’Economia, senza raggiungere l’obiettivo. La PA italiana resta “inefficiente”, i suoi provvedimenti sono “inefficaci”, l’”economicità” resta un miraggio. Renzi ci prova con gli ultimi provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno scorso:sblocco del turn over e divieto di trattenimento in servizio oltre i 65 anni. Questo dovrebbe produrre almeno 15mila nuove assunzioni di giovani nella P.A. Mobilità tra enti pubblici nel raggio di 50 chilometri. Revisione della remunerazione della “dirigenza”. Questi i provvedimenti più importanti approvati che secondo i sindacati CGIL-CISL-UIL sono poca cosa.
Nel pubblico impiego vi lavorano 3.238.478 italiani (fonti Ministero del Tesoro 2012). Nel solo sistema degli enti locali (Regione, Province, Comuni) vi lavorano 490.115.
Nei sei Comuni dell’isola d’Ischia i dipendenti sono 255 e rispetto alle piante organiche approvate cioè al fabbisogno minino del personale c’è una carenza di 97 unità. C’è da approfondire questi dati perché bisogna verificare il sistema delle qualifiche del personale e cioè la qualità di questo personale (quanti operai, impiegati di concetto, funzionari) al fine di verificare come è divisa la “responsabilità della gestione amministrativa” poiché i livelli contrattuali più bassi – B e C – si ritengono solo “esecutivi” e quindi privi di responsabilità. Se un “procedimento amministrativo”(i lavori per una scuola, una strada, un parcheggio etc.) non viene completato l’”esecutore” non si sente responsabile. La dimensione della “responsabilità di gestione” è il vero problema dell’efficienza della pubblica amministrazione nei Comuni.
Con la possibilità di costituire società di capitale di diritto privato – le cosiddette partecipate - per la gestione di servizi pubblici, già nella legge n. 142/90, i Comuni hanno in larga parte “esternizzato” i servizi come la raccolta dei rifiuti e perfino la riscossione delle tasse comunali. Queste società di diritto privato hanno potuto fare assunzioni liberamente, ai sensi della Legge Biagi sul lavoro del 2000, perché di diritto privato e non pubblico. E’ una “sottigliezza” fondamentale. Così come la possibilità per il sindaco di assumere con contratto “temporaneo” dirigenti legati al suo mandato ha di fatto impedito i concorsi pubblici.
Il Comune di Ischia ad esempio conta oggi 73 dipendenti ma ha tre dirigenti a “tempo determinato” così come 4 funzionari nonostante abbia una carenza di organico di 63 unità.
L’Energia Verde Ischia, società per azioni in liquidazione di proprietà dei sei Comuni ischitani attraverso il Consorzio CISI conta 76 dipendenti con contratto di solidarietà perché in crisi finanziaria mentre 2 soli dipendenti con contratto pubblico li ha il CISI.
Il Comune di Ischia, l’ente più importante dell’isola, ha tre società “partecipate”(Ischia Ambiente, Genesis, Ischia Risorsa Mare) che complessivamente hanno 101 dipendenti. Cioè i dipendenti delle “partecipate” sono molto di più dello stesso Municipio, struttura fondamentale pubblica! Non c’è alcuna politica intercomunale fra i sei Municipi in materia di personale.
Riportare “efficienza, efficacia ed economicità” nella Pubblica Amministrazione senza riformare l’istituto delle “partecipate” appare velleitario così come 15mila assunzioni sono poca cosa rispetto ad un Piano Pubblico per l’Occupazione Giovanile con un fortissimo rinnovamento degli organici degli enti pubblici.
Tuttavia i recenti provvedimenti del Governo debbo essere visti come un “bicchiere mezzo pieno” e cioè come un avvio di una modernizzazione necessaria.
Senza strutture burocratiche efficienti non può essere messa in cantiere una concreta politica di investimenti attraverso l’utilizzazione dei fondi europei del piano 2014-2020 tanto che il Governo attuale sulla scia dei Governi Letta e Monti ha messo a punto una Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale che dovrà sovraintendere al piano europeo di aiuti che ammonta a 100miliardi di euro.
Anche da noi nell’isola d’Ischia dovrà avviarsi un rinnovamento dei Comuni nella sua burocrazia e nella sua classe politica anche in vista dell’attuazione della Città Metropolitana di Napoli in luogo della Provincia. Dovrà avviarsi necessariamente una “intercomunalità” fra i sei Municipi proprio in materia di personale.
Dovrà riprendere la politica di Pianificazione Territoriale e di Programmazione Economica riportata tuttavia nel “regno del possibile” abbandonando il “libro dei sogni”.