Nell'isola d'Ischia – che ha una ricettività alberghiera ed extra-alberghiera di circa 40 mila posti letto e circa 3 mila imprese iscritte alla Camera di Commercio, Industria ed Agricoltura di Napoli – l'occupazione è sostanzialmente stabile ma il lavoro diventa sempre più stagionale o precario.
Lo sostiene l'Osservatorio sui fenomeni Socio-Economici dell'isola d'Ischia (O.SI.S) esaminando i dati disponibili del Centro per l'Impiego e dell'INPS.
Al 31 dicembre 2010 al Centro per l'Impiego – che con la riforma del mercato del lavoro nel 2000 ha sostituito l'Ufficio per il Lavoro e la Massima Occupazione, ex-Collocamento, passando dalla competenza amministrativa del Ministero del Lavoro a quella della Regione con sub-delega alla Provincia – risultavano iscritti 9.277 lavoratori – uomini e donne - appena 7 in più del 31 dicembre 2009 quando gli iscritti furono 9.284.
L'indennità di disoccupazione ordinaria – per quei lavoratori stagionali che hanno lavorato almeno 6 mesi e che è pari a circa il 70% dell'ultima retribuzione per i successivi 6 mesi – è stata erogata dall'INPS – preposto ancora alle politiche “passive” dell'occupazione - a 7.054 lavoratori con un aumento di 137 unità rispetto al 2009.
L'indennità di disoccupazione con i cosiddetti “requisiti ridotti” erogata cioè a chi ha lavorato per almeno 3 mesi e che è pari al 50% dell'ultimo stipendio è stata concessa dall'INPS a 2.102 lavoratori cioè 30 unità in più del 2009.
“Dai dati disponibili emerge che c’è una occupazione sostanzialmente stabile nell'isola d'Ischia ma che aumenta il precariato. E' stimabile una crescita della forza lavoro disponibile di circa il 3 per cento ogni anno poiché ogni anno ci sono almeno 500 diplomati dei 4 Istituti Superiori di cui 3 ad indirizzo tecnico così come è in crescita la presenza di lavoratori extra-comunitari che nel 2009 sono stati 930 regolarmente iscritti al Centro per l'Impiego” ha dichiarato il giornalista Giuseppe Mazzella, segretario dell'Osservatorio Socio-Economico dell'Isola d'Ischia (OSIS) ed esperto di sviluppo locale.
“Le politiche “passive” del lavoro e cioè il ruolo di sostegno dello Stato con l'indennità di disoccupazione diventano quindi determinanti per il reddito dei lavoratori senza le quali i lavoratori non possono mantenere le loro famiglie” ha aggiunto Mazzella.
“Le cosiddette politiche “attive” per il lavoro cioè l'incontro tra domanda ed offerta in un mercato libero sono affidate ormai alla libera contrattazione fra le parti con un ruolo residuale se non nullo del Centro per l'Impiego e dei sindacati. Il lavoratore deve cercarsi il lavoro da sé attraverso i propri contatti senza alcun ruolo di intermediazione istituzionale” ha continuato Mazzella.
Giuseppe Mazzella – che ha scritto un libro sul sistema economico-sociale dell'isola d'Ischia dall'espansione selvaggia ( 1970-1974) al tempo della globalizzazione (2002-2010) dal titolo emblematico: ”Ischia, luci e ombre sullo sviluppo” edito dall'OASIS - rilancia la necessità di “politiche pubbliche per l'occupazione” messe in atto, in periodo di neo-federalismo, soprattutto dai sei Comuni dell'isola d'Ischia che “dovrebbero costituire un Tavolo Permanente per il Lavoro per la valorizzazione di tutti i segmenti dell'economia turistica – dalle terme alla nautica da diporto; dalla terza età alla fruizione del patrimonio artistico – per accrescere l'occupazione soprattutto giovanile non trascurando la costituzione di Società di Trasformazione Urbana, previste dal Testo Unico per le Autonomie Locali, per il recupero delle aree industriali dismesse come il caso del complesso Pio Monte della Misericordia a Casamicciola e del complesso alberghiero-termale La Pace di Lacco Ameno”.
Infine Mazzella rileva “l'inadeguatezza istituzionale dell'isola rispetto allo sviluppo economico e sociale ipermaturo”.
“Sei Comuni sono troppi e sono tutti inefficienti ed hanno complessivamente 8 società “partecipate” per la gestione di servizi come la raccolta dei rifiuti mentre il sistema economico richiede un sol Comune efficiente che guidi l'economia ormai ad un livello non più estensibile in un mercato globale che ha fatto perdere la rendita di posizione del turista tedesco sulla quale Ischia ha vissuto per oltre 30 anni” ha concluso Mazzella.