"Ischia, il Futuro adesso" è il titolo scelto dall'Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell'isola d'Ischia (OS.I.S.) e dall'Associazione Generazione360 per un incontro-dibattito – che si terrà mercoledì 28 aprile 2010 alle ore 18,00 nella sala da Tè del Bar Calise in Piazza della Marina a Casamicciola - sui temi del libro "Ischia, Luci e Ombre sullo Sviluppo – il sistema economico-sociale dell'isola d'Ischia: dall'espansione selvaggia (1970-1974) al tempo della globalizzazione (2002-2010)." L'intervento di base sarà tenuto da Marco Esposito, giornalista economico, già a La Voce, La Repubblica,Il Messaggero, capo servizio economia de Il Mattino, Responsabile del Dipartimento Mezzogiorno de "L'Italia dei Valori".
All'incontro pubblico – moderato dallo stesso autore del libro, Giuseppe Mazzella, giornalista, segretario dell'OS.I.S - sono stati invitati economisti d'impresa, giuristi, intellettuali, imprenditori, politici e cittadini nell'intento di promuovere un confronto contenutistico sulle "luci" e sulle "ombre" dello sviluppo di Ischia, l'"Isola Madre" dei Golfi di Napoli e Gaeta e prospettare soluzioni.
Gli effetti della recessione economica si fanno sentire anche nell'isola d'Ischia. I giovani senza lavoro e senza futuro ed il mantenimento dei livelli occupazionali anche "stagionali" rappresentano l'autentico problema di oggi.
Nell'isola d'Ischia - che ha una capacità ricettiva di circa 24mila posti-letto "ufficiali" e circa 3 mila imprese registrate dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli nel 2007 di cui 753 alberghi e ristoranti e 1786 esercenti il commercio all'ingrosso ed al dettaglio – la forza lavoro disponibile è di circa 13 mila lavoratori di cui circa novemilacinquecento lavoratori stagionali iscritti al Centro per l'Impiego che entrano ed escono dallo stato di disoccupazione usufruendo con sei mesi di lavoro dell'indennità di disoccupazione del 60 per cento dell'ultimo stipendio per gli altri sei.
Questi lavoratori sono "precari a vita" o "iperprecari" nell'isola che ha raggiunto uno sviluppo "ipermaturo" e costituiscono la nuova classe operaia del XXI secolo nell'isola che da terra di emigrazione è diventata terra di immigrati che sono circa 1000 regolarmente iscritti al Centro per l'Impiego. Questa classe operaia di "iperprecari" non canta più o forse non conosce nemmeno "Bandiera rossa". Non si sente rappresentata dai sindacati e non vi aderisce nella stragrande maggioranza. Anzi teme che l'iscrizione al sindacato possa "segnalare" un demerito o addirittura un "timore" per una assunzione stagionale presso un imprenditore locale.
Se questa è la classe operaia l'imprenditoria locale teme per il futuro nel tempo della globalizzazione, della competizione mondiale, della rivoluzione della telematica. Così come l'operaio teme per il mancato salario il capitalista teme per il mancato profitto. L'incertezza per il futuro sembra il sentimento prevalente nell'animo del lavoratore e dell'imprenditore.
Come uscire da questa incertezza?
Non ci sono ricette magiche ma si propone una politica del lavoro e dello sviluppo "pubblica" contro il "liberismo sfrenato" anche perché la cosiddetta "offerta formativa" dei soli 4 istituti della scuola media superiore è altissima: gli studenti che frequentano i 4 Istituti superiori (liceo classico e scientifico, ragioneria e per geometri, alberghiero, meccanico-termico con gli indirizzi turistico, nautico, abbigliamento e moda) sono 3.272 nell'anno scolastico 2008/2009 mentre i diplomati nell'anno scolastico 2007/2008 sono stati 511 e questo senza contare circa 1000 studenti universitari.
Parte da lontano Giuseppe Mazzella, nel suo libro anche carico di "amarcord", dalla sua esperienza personale a quel convegno della Confindustria che si tenne ad Ischia nel 1969 sulla "funzione economica e sociale dell'impresa" e dalle sue esperienze di giornalista locale e di funzionario pubblico per oltre trent'anni, per tracciare un excursus dello sviluppo economico e sociale dell'isola d'Ischia dal 1970 ad oggi e per rilanciare la Programmazione Economica dello "sviluppo locale" in una realtà che è un "distretto industriale e turistico paradigmatico" convinto che in una economia aperta non esistono "variabili indipendenti" e come l'imprenditore tende alla massimizzazione del profitto così l'operaio o l'impiegato tende alla massimizzazione del salario o dello stipendio. Il compito di "dirigere" l'economia è dei Poteri Pubblici a tutti i livelli ma nel nostro "distretto industriale-turistico paradigmatico" lo "sviluppo dal basso" deve essere diretto dal Comune con una classe imprenditoriale cosciente del ruolo sociale dell'impresa e con una classe "educatrice" costituita da 4 capi d'Istituti Superiori e di un Capo del Centro di Educazione Permanente e di circa 400 docenti nei soli 4 Istituti Superiori capace di ricostruire il "capitale istituzionale" ed il "capitale sociale". Lo sviluppo ipermaturo di Ischia quasi impone una "Legge Speciale" dello Stato che ponga fine al "vincolismo assoluto" e che faccia "coniugazione" tra Programmazione Economica e Pianificazione Territoriale essendo ambedue inscindibili.
Questa è la Terza Via di Mazzella per riconquistare la speranza di un futuro che è già cominciato e significativamente ha scelto come epigrafe una espressione di John Maynard Keynes ( 1883-1946): "Il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti".
Ischia, il Futuro adesso
Dibattito sui temi del libro “ Ischia, Luci e Ombre sullo Sviluppo”
Mercoledì 28 aprile 2010 nella sala da Tè del Bar Calise in Piazza della Marina a Casamicciola Terme alle ore 18 con l’ intervento introduttivo di Marco Esposito,giornalista economico,già a La Voce, La Repubblica, Il Messaggero, capo servizio economia de Il Mattino, Responsabile del Dipartimento Mezzogiorno de “ L’ Italia dei Valori”