La riqualificazione dell’ enorme area ex industriale di Bagnoli è al centro delle polemiche politiche della Città di Napoli da oltre vent’anni. I Governi nazionali hanno impegnato un fiume di danaro per riqualificare l’ area. Uno straordinario architetto, Gerardo Mazziotti, che ha oggi 92 anni ed ha una mente lucidissima ha scritto fiumi d’ inchiostro su questo argomento proponendo soluzioni, citando leggi, denunciando sprechi ed inefficienza e costituendo perfino un comitato di cittadini per la valorizzazione di Bagnoli. Non demorde e continua a lottare e scrivere sui giornali cittadini.
E’ evidente che Bagnoli costituisce un cattivo esempio per chi ha una visione della “regolamentazione pubblica dello sviluppo” che chiamiamo Programmazione Economica unita alla seria Pianificazione Territoriale. Per risanare Bagnoli è intervenuto lo Stato, la Regione ed il Comune ma il risultato è stato deludente.
Il Governo Renzi ha deciso che occorre un “ Commissario straordinario” del Governo ed ha affidato all’ agenzia pubblica INVITALIA la gestione di un finanziamento di 50 milioni di euro. Il Commissario ha nominato una “ cabina di regia” con enti pubblici alla quale il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, si è rifiutato di partecipare ricorrendo al TAR contro il decreto governativo di nomina del Commissario. Il Comune di Napoli non partecipa a questa cabina di regia ma si è creato un conflitto di competenza con il Consiglio Comunale in carica che invece ritiene che il Comune debba partecipare a questo confronto. De Magistris se da un lato ritiene che il Comune sia stato “ espropriato” del suo potere di intervento per la riqualificazione dell’ area dall’ altro ha chiesto al Commissario tutti gli atti di questa cabina di regia che si è insediata ed ha avviato il suo lavoro. Un conflitto tra Poteri dello Stato che di questi tempi non giova a nessuno. Troppo tardi – alla vigilia del voto amministrativo della prossima primavera – il Consiglio Comunale con i suoi membri ha preso coscienza che l’ elezione diretta del sindaco NON significa ricostruire un podestà ma assicurare STABILITA’ al sindaco ed alla giunta e quindi alla Città.
Di questi tempi – tempi di veloci e discutibili cambiamenti istituzionali – non giova un conflitto di competenze tra Comune, Regione e Stato Centrale. Occorre invece trovare tutti gli spazi per quello che in diritto amministrativo si chiama “ concerto istituzionale” e cioè cercare una DECISIONE tra i numerosi poteri dello Stato ciascuno che agisce per “ propria competenza” senza tener minimamente conto dei doveri e delle responsabilità dell’ altro ramo dello Stato stesso.
Ritengo la decisione di de Magistris sbagliata. Avrebbe dovuto partecipare alla “ Cabina di Regia” e avanzare le proposte del Comune sottolineando che i poteri di Pianificazione sono soprattutto del Comune e che addirittura avrebbero dovuto essere ESCLUSIVI.
Vale – l’ osservazione – per Napoli ma anche per gli altri 91 Comuni della “ Città Metropolitana” che messa al posto della Provincia con una “ leggina” non si sa nemmeno quale sarà la sua REALE funzione in tema di Pianificazione mentre si sta demolendo la pur minima struttura burocratica dell’ ex-Ente Provincia.
Per trovare una soluzione a Bagnoli alcuni anni fa il Comune di Napoli propose ed attuò una Società di Trasformazione Urbana ai sensi dell’ art.120 del Testo Unico degli Enti Locali del 2000 ma questo strumento si è rivelato inefficace per attuare e gestire una trasformazione così poderosa anche perché non ha trovato investitori privati disposti a mettere soldi in una simile impresa.
L’ esempio quindi che offre il “ Caso Bagnoli” a tutti gli altri 91 Comuni della “ Città Metropolitana” ex-Provincia è deludente. Delude in questo caso lo strumento della Società di Trasformazione Urbana ( STU) che invece ha prodotto effetti in altre partii d’ Italia quando le aree dismesse da rivalorizzare erano circoscritte ( investimenti più leggeri e più immediatamente produttivi per il capitale privato) mentre a Napoli è stato un disastro ed oggi per Bagnoli la strada obbligata è recuperare quanto possibile ma solo con danaro pubblico.
Sul piano dell’ isola d’ Ischia lo strumento della Società di Trasformazione Urbana previsto dall’ art.120 del Testo Unico degli Enti Locali è stato – da anni – proposto da me per il caso di Casamicciola, l’ area industriale in crisi dell’ isola d’ Ischia, per il recupero del complesso fatiscente del Pio Monte della Misericordia ,da una “ fantozziana” situazione giuridico-giudiziaria che dura da 43 anni, dal quale partire per una Terza Rinascita di Casamicciola dopo il terremoto del 1883 e la grande alluvione del 1910 per avviare non solo una “ Nuova Casamicciola” ma una Coesione Economica dell’ isola d’ Ischia capace di massimizzare lo sviluppo di tutta l’ isola.
Casamicciola con il suo porto commerciale e turistico è oggi indispensabile all’ intera isola il cui unico scalo “ naturale” nell’ex.Lago dei Bagni è assolutamente insufficiente.
Si tratta di definire un “ Comune Unico” nella SOSTANZA oltre i tempi lunghi ed incerti della Regione Campania che tuttavia ha definito l’ isola d’Ischia in una leggina del 2008 un UNICO Sistema Locale di Sviluppo.
Proprio da noi occorre una istituzionale “ Cabina di Regia” per la Coesione Economica e per trovare dai fondi europei 2014-2020 le nuove risorse per difendere tutto il sistema dell’economia turistica “ matura” con 3mila imprese e 14mila lavoratori. Da noi bisogna attuare quella che si chiama “ Finanza di Territorio” lanciata già alla fine degli anni ‘ 90 con i Patti Territoriali dopo la cessazione dell’ex-Cassa per il Mezzogiorno.
Bagnoli insegna quello che NON si deve fare ma ammonisce anche su quello che si DEVE fare trovando le Luci e non le Ombre nelle possibilità dei poteri assegnati ai Comuni, che restano sei e lo saranno per molto tempo ancora, dall’ attuale ordinamento amministrativo.
Da qui la nascita di uno SVILUPPO LOCALE che deve vedere protagonisti i Comuni ma anche l’ imprenditoria privata endogena e tutto il sistema creditizio che deve sostenere uno sviluppo PROGRAMMATO se vogliamo dare un senso alla smisurata offerta formativa di 4 istituti superiori con almeno 16 indirizzi di studio che si fanno concorrenza tra loro per attrarre studenti ( sono 3200) ai quali concretamente non viene offerta nessuna seria prospettiva di occupazione sul piano LOCALE.
Su questi temi – forse di scarsa presa sul grande pubblico – occorrerà insistere perché mai come oggi per Ischia bisogna mettere in atto un nuovo modello di sviluppo.Ci proveremo.
Casamicciola, 14 febbraio 2015