Mario Capanna nel suo libro "Coscienza Globale" sottolinea che "è stato calcolato che negli ultimi due-tre decenni sono state prodotte e diffuse più notizie che in tutti i cinquemila anni precedenti" e commenta che "l'effetto determinato è che all'aumento di notizie corrisponde una diminuzione della conoscenza". Siamo "informati" di più ma sappiamo di "meno". Capanna chiama questo un "bombardamento quotidiano" che produce una "triturazione informativa" con la conseguenza di una "distruzione della memoria storica". Osservazione condivisibile. Chi legge per intero e ne acquisisce "memoria" un giornale omnibus come "La Repubblica" il "Corriere della Sera"? chi "riflette" sui preziosi commenti di autorevoli studiosi e saggisti? Chi ha il tempo di leggerli e studiarli tutti?
Su "La Repubblica" di domenica 11 settembre 2011 è apparso un commento di Cesare De Seta dal titolo: "Il Turismo abbandonato".
De Seta attacca affermando che "nella difficile congiuntura italiana ci sono spazzi di luce imprevisti che non vanno sottovalutati" come il turismo. Il turismo italiano cresce e cresce soprattutto un "turismo culturale".
Il "moderno turista" del nostro Bel Paese "sa apprezzare le bellezze del nostro Paese ed in particolare quell'insieme di beni culturali che si concentrano nelle città privilegiate" fra le quali non inserisce Napoli che si mantiene a galla soltanto "per Capri, Ischia, la costiera ed il Vesuvio".
Il turista moderno è "mediamente colto, capace di apprezzare il patrimonio storico-artistico e archeologico" d'Italia.
De Seta ritiene che questa possibilità di valorizzazione economica del nostro "sistema Italia" non viene adeguatamente colta dai Poteri Pubblici cioè il Governo e le Regioni e che occorre invece puntare sul "turismo culturale" per "rimettere in circolo una moneta che oggi rischia di essere fuori corso" soprattutto con un programma di educazione complessiva al rispetto dei beni culturali.
Questa "moneta" è costituita "dai valori complessivi che esprime il Bel Paese e sta a noi – conclude De Seta - dedicarci a questo compito di educazione civile".
Noi di "ischianews" ci siamo avviati su questa strada che riteniamo Maestra e sulla quale puntare per il consolidamento della nostra matura economia costituita da 3mila imprese con circa 40 mila posti-letto e centinaia di attività terziarie.
Sia con il nostro giornale Web sia con il nostro Magazine vogliamo presentare una località unica al mondo per la varietà della sua offerta turistica e per la ricchezza dei "turismi" (balneare, termale, enogastronomico, rurale, artistico, giovanile e per anziani e così via) e riteniamo che questa offerta così completa vada valorizzata con un corposo "turismo culturale" anche allargando il nostro distretto alle altre Isole Napoletane in modo da migliorare sia l'offerta sia il livello di occupazione che solo nella nostra isola d'Ischia è di almeno 10mila addetti di cui almeno 1000 extra-comunitari.
Ecco perché i temi che noi trattiamo insistono sul patrimonio ambientale e storico da difendere e valorizzare anche con un migliore assetto istituzionale o comunque con un miglioramento dell'organizzazione istituzionale pubblica.
Il favore che incontra la nostra iniziativa editoriale – fra i turisti e fra gli operatori economici - ci conforta e ci lascia ben sperare per l'avvenire. Il turismo culturale per noi è una moneta in corso che dobbiamo difendere e potenziare.
Anche questa stagione 2011 in tempo di recessione mondiale sarà positiva e ci lascia guardare con moderato ottimismo al futuro così continueremo ad insistere che occorre migliorare il sistema istituzionale pubblico e risolvere i "problemi perpetui" che feriscono il sistema.
Le nostre critiche sono rivolte come ieri e come domani a "dare occhiali alla democrazia e non ad accecarla" come ammoniva Ernesto Rossi poiché siamo assertori convinti delle Autonomie Locali e dello "sviluppo locale" che meritano, nella Politica e nell'Economia, protagonisti degni di precursori illustri quali furono uomini come Vincenzo Telese, Giacono Deuringer, Enzo Mazzella, Vincenzo Mennella, Giovanni Di Meglio, Antonio Castagna ed altri nella Politica così come nell'Economia lo furono Angelo Rizzoli, Pietro Malcovati, Raffaele Sena, Giovanni Romano ed altri.
A difendere la nostra moneta in corso chiamiamo tutti e non escludiamo nessuno.
Stiamo tutti sulla stessa barca.