Gianni Vuoso ha 64 anni, una laurea in lettere, figlio di un artigiano, una straordinaria passione politica che lo colloca fra i “sognatori” di una società più giusta che vede solo nel comunismo, 30 anni di insegnamento e 50 anni di giornalismo militante . La Politica, l’Insegnamento, il Giornalismo sono le sue tre passioni di una vita intera e tutte stanno sullo stesso piano e si fondono insieme per una unità inscindibile. Su “Il Golfo” tiene una rubrica settimanale che si chiama “Emeroteca” ed esce il giovedì. “Dall’Emeroteca all’Enciclopedia: 1900-2000 – cento anni di cronaca per una storia d’Ischia” dice il titolo. Vuole fare una Enciclopedia da “ciò che è cronaca domani sarà storia: il futuro di un popolo nella forza della stampa” è l’epigrafe. Raccoglie dai giornali locali del ‘ 900, il “secolo breve”, alcuni articoli dalle testate più varie e li ripubblica con un suo commento.
L’“Emeroteca” di Gianni – al quale sono legato da una amicizia vera da mezzo secolo – acquista, di questi tempi, una straordinaria attualità perché la nostra è un’epoca senza memoria, quella che Mario Capanna chiama la “triturazione informativa” perché il bombardamento quotidiano di notizie ci impedisce di riflettere, di ricordare quanto abbiamo letto appena ieri figuriamoci di quello che abbiamo letto o scritto 40 anni fa. Nell’ultima “Emeroteca” Gianni ha “ripubblicato” un articolo scritto dall’arch. Ugo Cacciapuoti forse il più grande architetto del Novecento per l’isola d’Ischia per competenza, cultura, passione civile e gusto del bello.
Ugo,morto da circa 20 anni, non solo fu progettista delle più belle ville negli anni ‘50 e ‘60, quelli del boom economico ma fu uomo politico progressista che dopo un primo impegno come indipendente nella DC aderì negli anni ‘60 al PSI e portò tutto il PSI di allora, che nasceva come “alternativa di costume e di metodo” alla DC con i suoi potenti uomini politici locali, a sostenere – di fatto – la politica di Programmazione che sul piano locale doveva essere avviata con l’approvazione del Piano Regolatore Generale Intercomunale previsto dalla “Legge-Ponte” del 1967. Ho un ricordo di lui indelebile perché nel 1969 – avevo solo vent’anni – feci il mio primo comizio a Forio in qualità di rappresentante della Federazione Giovanile Socialista nel corso di una manifestazione organizzata dal Comitato di Zona del PSI per mobilitare la popolazione sul problema del Piano Regolatore Generale che i sei Comuni, retti dalla DC, non volevano adottare.