Ad ogni minima scossa sismica, come quella dell'altro giorno a Casamicciola, si ripropone il problema dei terremoti. Scelse la stampa estera l'allora sottosegretario italiano alla Protezione Civile, Guido Bortolaso, che è laureato in medicina con specializzazione per le malattie tropicali, nell'aprile 2010 per annunciare al mondo che l'area vulcanica più pericolosa situata nel territorio italiano non è quella del Vesuvio ma quella dell'isola d'Ischia. "Il vulcano che potenzialmente ha il colpo in canna peggiore di tutti è l'isola d'Ischia.Nel ventre dell'Epomeo si sta caricando una camera magmatica che potrebbe esplodere con conseguenze drammatiche" dichiarò Bertolaso come riportarono le agenzie ed i quotidiani.
E' interessante conoscere il pensiero della " Comunità Scientifica", cioè professori universitari e direttori di centri di controllo sismico, quella stessa molto " divisa" sui piani di evacuazione dell'area vesuviana in caso di eruzione del Vesuvio (una evacuazione biblica che coinvolgerebbe un milione circa di persone!) e facilmente disposta alla " richiesta di monitoraggio dei territori vulcanici" salvo poi a non intervenire concretamente – cioè con personale ,quattrini e roventi polemiche con i sindaci di Casamicciola di ieri per la piena utilizzazione richiesta dal prof. Cristofaro Mennella (1907-1976) nel lontanissimo 1944 dell'Osservatorio Geofisco di Casamicciola.
Storia talmente squallida – quella della chiusura-riapertura-chiusura di nuovo -riutilizzazione-ristrutturazione con " fondi europei– dell'Osservatorio Geofisico di Casamicciola attualmente chiuso da non meritare – per amarezza personale di chi scrive – nemmeno la dignità della polemica se non altro per la durata: sessantotto anni!
La storia geologica dell'isola d'Ischia è stata portata alla luce da Alfred Rittmann, il più grande vulcanologo del XX secolo che considerò Ischia la sua " prediletta" nei suoi studi per la ricchezza ambientale, contenuta nel suo libro fondamentale del 1931 che ha avuto una seconda edizione nel 1983, riveduta ed ampliata, da parte della sua assistente, Violetta Gottini.
Si può trovare la sintesi della conferenza della prof.ssa Gottini nel mio libro " Ischia, sul filo del rasoio" (Editoriale Ischia -1986) dove la studiosa rimarca le scoperte del suo Maestro – morto nel 1980 - sottolineando la natura ascendente del bradisismo dei Campi Flegrei e quello discendente di Ischia " il cui bacino magmatico si va raffreddando" non mancando tuttavia di sottolineare che l'Epomeo ha un bacino magmatico ancora attivo.
Parlando al convegno sui " vulcani attivi dell'area napoletana" nel 1977 – cioè trentasei anni fa - lo stesso Alfred Rittmann dichiarò che " il bacino magmatico sottostante all'isola d'Ischia è capace di produrre nuove eruzioni del tipo osservato nel 1301 ed è pertanto assolutamente necessario sorvegliare con continuità l'attività sismica e bradismica dell'isola".
Le dichiarazioni di Bertolaso non aggiunsero quindi nulla di nuovo a quanto non si sapesse della storia geologica dell'isola d'Ischia che è una delle tre zone vulcaniche della regione Campania con il Vesuvio ed i Campi Flegrei e sono questi ultimi l'autentico problema per resoconti " accademici". Le dichiarazioni di oggi non aggiungono nulla di nuovo: prevenzione e corretto uso del territorio e cioè l'eterna questione della Pianificazione Territoriale. Ma sparare nel mucchio, non individuare i colpevoli, significa colpire gli innocenti che sono i 65mila " ischioti", come li chiamava Berkeley nel secolo decimo ottavo, e la loro economia turistica.
Che "i terremoti e le eruzioni vulcaniche non si possono prevedere" lo affermò anche categoricamente il più grande vulcanologo francese (veramente belga naturalizzato francese della cui Repubblica fu anche Commissario alla Protezione Civile), Haroum Tazieff, nel parlare a Casamicciola nel 1983 in occasione di un convegno nel centenario del terribile sisma del 28 luglio 1883.
Racconta Giuseppe Mercalli (1850-1914), il più grande vulcanologo italiano del XIX secolo autore della prima carta sismica d'Italia e della sua famosa " scala" in 12 gradi dei terremoti , in una sua " Memoria" pubblicata a Milano nel 1884 sul terremoto del 28 luglio 1883 e che si può trovare nel libro di Nino d'Ambra " Eruzioni e Terremoti nell'isola d'Ischia" (Centro Ricerche Storiche d'Ambra 1981) che quando nel settembre del 1883 si trovava ad Ischia " i giornali riportarono la " profezia" d'un professore, non so se tedesco o francese, secondo la quale il giorno 15 settembre l'isola d'Ischia sarebbe sprofondata interamente. Molte persone specialmente donne – racconta Mercalli – ne erano grandemente spaventate e volevano ch'io sapessi se doveva davvero aspettarsi tale catastrofe. Per tranquillizzarle risposi che io stesso mi sarei fermato nell'isola d'Ischia fino al 15 settembre tanto ero sicuro che, nello stato attuale della scienza, simili profezie non sono che ciarlatanerie di cattivo genere".
Mercalli tuttavia nella Memoria non mancò di ammonire gli ischitani " di premunirsi contro l'eventuale ripetersi di terremoti e contro lo scoppio di una eruzione mettendo in pratica i consigli che io stesso ed altri abbiamo dato loro a tale scopo".
Ed infine rassicurò, per quanto poteva, gli ischitani:
" Non devono però prestare fede a coloro che volessero spingere più oltre le previsioni e predire l'epoca di un futuro terremoto o di una eruzione. L'uno e l'altra potrebbero accadere dopo pochi giorni ovvero dopo secoli".
Mercalli ha avuto ragione sulle " ciarlatanerie di cattivo genere" che nonostante i passi in avanti della Scienza della Terra fatti per opera di scienziati come Rittmann e Tazieff vengono qualche volta ripetute ma alle quale il popolo dell'isola d'Ischia è per fortuna abituato.
Casamicciola Terme, 11 dicembre 2013