La produzione vinicola dell’isola d’Ischia è sempre più di qualità. Non c’è più la produzione di circa 250 mila ettolitri del 1929. Oggi la superficie coltivata è di circa 500 ettari e la produzione è di circa 60mila ettolitri ma le bottiglie di “Biancolella”, “Forastera”, “Pere ‘e palummo”,”Le vigne del lume”, il “Cimento Rosso”, “Don Alfonso”competono con i migliori vini italiani.
Vi sono 20 aziende vinicole – da Campagnano a Panza passando per Lacco Ameno e Forio - che hanno modernizzato una economia agricola ultrasecolare che sembrava scomparsa con il boom turistico e la grande speculazione edilizia degli anni ‘80 del ‘900 e che vogliono inserire questo “rinascimento della viticoltura”ischi tana in un filone di “turismo culturale”coniugando i “sapori”con i “saperi”con la valorizzazione del “patrimonio sacro”, costituito da 74 Chiese, che ha il suo scrigno ad Ischia Ponte, l’antico Borgo di Celsa,con i suoi antichi palazzi, la Chiesa Cattedrale, l’Episcopio ed il Castello Aragonese e dove 60 piccoli imprenditori si sono riuniti in un Consorzio per farne un “centro commerciale all’aperto”in risposta ai centri all’americana al chiuso in modo da fare turismo per tutto l’arco dell’anno non solo in estate.
Questi gli obiettivi di Vinischia che si è aperto questo pomeriggio ad Ischia Ponte per iniziativa del Consorzio del Borgo di Ischia Ponte e della Camera di Commercio di Napoli.
Purtroppo le condizioni meteo marine non hanno permesso di gustare a pieno la bella iniziativa ai visitatori degli stand collocati al piazzale delle Alghe con l’eccellente servizio di cucina tipica degli alunni dell’Istituto Professionale Alberghiero “Vincenzo Telese” di Ischia che hanno curato anche il servizio di sala e la reception come prevedeva il programma. Si trattava di presentare Ischia Ponte o meglio il Borgo di Celsa come un vero e proprio “mercato all’aperto”, come è, in risposta ai “mercati al chiuso” all’americana e tutti i negozi del Borgo hanno partecipato alla manifestazione.
“Il nostro Istituto è sempre disponibile a partecipare a queste iniziative tese alla valorizzazione di tutti i segmenti del turismo e coniugare l’ottima riscoperta dell’economia agricola con i luoghi carichi di storia della nostra isola ci pare una strada da intraprendere per l’occupazione annuale e non solo stagionale di tutti gli addetti al turismo che noi formiamo”ci ha detto la Preside dell’Istituto Alberghiero, prof. ssa Giuliana D’Avino, in prima fila nella partecipazione con tutto lo staff dell’Istituto.
Nonostante il tempo inclemente non hanno fatto mancare la loro partecipazione le aziende vinicole dei Campi Flegrei e del Vesuvio con i loro vini tipici oltre alle aziende ischi tane.
Se”tutte le strade portano a Roma”quelle del vino della nostra Regione se fanno unità portano alla massimizzazione dell’offerta turistica dell’intera Regione ed a concrete possibilità di nuova occupazione per i nostri giovani.
Lo scopo di “Vinischia”, anche con la contrarietà della furia degli elementi e con un “mare nemico”che Hemingway chiama al maschile “el mar”nel suo “il vecchio e il mare”, ci pare raggiunto.