Ischia News ed Eventi - «La frontiera» di Vittorio Sereni

«La frontiera» di Vittorio Sereni

Patrizia Zappa Mulas

Poesie e racconti
Typography

Nel centenario della nascita, il festival Il Contastorie rende omaggio al maggiore poeta italiano del secondo Novecento (1913- 1983), partendo dal titolo di una sua famosa poesia. Recital di Patrizia Zappa Mulas, a cura di Laura Novati.

ISCHIA. Sereni esile mito /filo di fedeltà. Con questi versi Franco Fortini apriva un epigramma dedicato a Vittorio Sereni nel suo Ospite ingrato, 1966, ma anche negli anni a seguire fu attento lettore critico e amico di quello che è forse il maggior poeta italiano della generazione postermetica, generazione condannata a vivere la guerra. A Sereni, nato a Luino, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore nel 1913, morto a Milano nel 1983 (dunque quest’anno è il centenario della nascita e il trentesimo dalla sua scomparsa), è dedicato un omaggio nell’ambito della terza giornata de Il Contastorie, il festival organizzato dall’associazione Terra presieduta da Franco Iacono, con il contributo della Regione Campania e il sostegno della Camera di Commercio di Napoli.

L’appuntamento è per sabato alle ore 18 presso la villa La Colombaia a Forio. «Per Sereni l’esperienza più dura e logorante fu però – spiega Laura Novati, curatrice della soirée - quella di trasferimenti senza senso da un fronte all’altro fino alla lunga prigionia, 1943-1945, in Algeria e Marocco, cui sono dedicati i versi della sua raccolta Diario d’Algeria. Ma già aveva esordito con le edizioni di Corrente con Frontiera, nel 1941, in cui il presentimento della catastrofe che si profilava per l’Italia era già evidente, il senso di una giovinezza prematuramente conclusa si faceva sempre più dolente e vivo. In una produzione più volte ripresa e modificata, le raccolte di Sereni non sono state tante: a quelle due citate seguono gli Strumenti umani, 1965 e Stella variabile, 1980, a poca distanza dalla morte. Intanto era diventato personaggio centrale della vita intellettuale milanese, e in una delle stagioni più fervide della città: insegnante nei licei dal 1946 al 1952, passò all’Ufficio stampa della Pirelli fino al 1956 per entrare poi come editor letterario alla Mondadori dove diresse anche la collana allora più prestigiosa della poesia, Lo specchio. Vi rimase fino alla pensione, tessendo instancabilmente rapporti, amicizie, contatti, documentati – conclude Laura Novati - da un fitto epistolario che sta a poco a poco uscendo per l’impulso a suo tempo dato dall’amico (e curatore del Meridiano a lui dedicato, Dante Isella). Sereni è stato davvero il Grande Amico, amico di scrittori artisti e poeti, poeta sottile e reticente, di intensa e dissimulata intensità, fine traduttore di altri poeti». L’appuntamento alla Colombaia, dopo l’introduzione di Laura Novati, prevede la lettura di alcune poesie di Vittorio Sereni da parte di Patrizia Zappa Mulas, attrice e scrittrice nata a Milano, appartenente a quella famiglia di fotografi, la madre Maria, lo zio Ugo, che a quella lontana stagione di Corrente affidarono pure la loro giovinezza. Il titolo dell’incontro, Appuntamento ad ora insolita, riprende quello di una sezione e di una poesia de Gli strumenti umani, visione di una città rinfrescata dal temporale, ma sogno smarrito di una città lontana dai suoi ideali di convivenza più umana e solidale: Ma dove sei, dove ti sei mai persa? / “È questo che penso se qualcuno/ mi parla di rivoluzione”/ dico alla vetrina ritornata deserta.