Ci si avvia verso lo stop dei collegamenti marittimi nel Golfo. L’entrata in vigore della legge che applica l’IVA al 21% anche alle forniture di carburanti sui natanti del comparto marittimo dei trasporti pubblici ha fatto sollevare una serie di proteste da parte degli armatori aderenti all’ACAP, che sull’applicazione della norma chiedono chiarezza. Infatti la precedente disposizione comunitaria del 2006, relativa al sistema dell’imposta dell’IVA da applicare fra Stati membri, esentava dal pagamento dell’IVA le forniture di carburante alle navi adibite alla navigazione, quelle al trasporto passeggeri, alle attività commerciali ed alla pesca.
Tale norma oggi è stata modificata da un comma inserito nella nuova legge che esclude dall’esenzione i mezzi adibiti al trasporto pubblico locale marittimo, una legge che gli armatori ritengono di dubbia interpretazione. Per sciogliere l’enigma una lunghissima e dettagliata nota è stata inviata dagli armatori delle compagnie di navigazione aderenti all’ACAP, Medmar, Snav, Alicost, Navigazione Libera, Alilauro Gruson, Alilauro Spa, Servizi Marittimi Giuffrè Lauro, al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, al Presidente della Giunta della Campania Stefano Caldoro, all’Assessore ai Trasporti Sergio Vetrella, al Prefetto di Napoli Andrea De Martino, alla direzione centrale dell’Agenzia delle Entrate, Ufficio IVA di Roma ed alle Organizzazioni Sindacali. Nella lettera, oltre alla richiesta di corretta interpretazione della legge viene chiesto di mettere in atto un loro tempestivo intervento per ripristinare l’equità del sistema IVA, non potendo le loro società fronteggiare i costi di carburante gravati dall’IVA che non può essere detratta, con lo spettro del fallimento delle loro società. Nella lettera viene anche annunciato che le compagnie saranno costrette a limitare le corse, garantendo dal 10 Febbraio i soli servizi essenziali e a cessare completamente l’esercizio dei servizi dal 15 Marzo.