La devozione alla Santa “venuta dal mare” nelle popolazioni dell’isola d’Ischia è antichissima e fortissima. La stessa vicenda umana di “Restituta d’Africa” è avvolta più nella leggenda, nel mito, nella fede, che nella storia scritta. Restituta era “africana” o “tunisina” nata e vissuta a Biserta intorno al 300 dopo Cristo. Era giovane, bella e di carnagione “scura”, ricca e con una grande avvenire davanti a sé, ma volle seguire la fede del Cristianesimo che allora stava nascendo anche in quelle terre così lontane da Roma ma vicine a Gerusalemme.
Non volle rinnegare la sua nuova fede e subì un martirio e sacrificò la sua vita al Cristo Risorto. Le sue spoglie mortali furono poste su una barca senza vele e senza remi in preda alle fiamme e abbandonate al mare ma Dio volle che la barca non si bruciasse e che il vento – con l’alito dell’Onnipotente – la portasse miglia e miglia lontane dalle coste africane fino a farla approdare su di una spiaggetta situata in una rada nell’isola di Aenaria – che poi si sarebbe chiamata Ischia. La mente umana non può spiegare un simile prodigio: la distanza tra Biserta ed Ischia è enorme, la rada di San Montano è una piccola baia, come ha potuto una barchetta senza vele e senza remi e senza timoniere “infilarsi” ed approdare su quella spiaggetta dove crescevano gigli? Bisogna credere per Fede così come al Mistero dell’Immacolata Concezione perché nei Miracoli si fonda la dottrina del Cristianesimo.
Queste spoglie mortali di una giovane donna dalla carnagione scura furono raccolte da una contadinella che si chiamava “Lucina” – ma anch’essa fu chiamata da Dio – e seppellite nella necropoli di San Montano, proprio vicino alla Chiesa che stava nascendo, dal nuovo popolo di Cristiani che già allora abitava l’isola dopo la colonizzazione greca dell’ottavo secolo avanti Cristo. Da allora, cioè da 18 secoli il rito si ripete nel solco di una fedeltà millenaria alla Santa venuta dal mare che coinvolge migliaia di generazioni di ischitani sparsi in ogni parte del mondo che si sono sentiti legati a Dio attraverso la loro “Restituta” il cui nome fu probabilmente assegnato dagli stessi isolani quasi come per dire “Restituita dal mare”.
Restituta è una delle prime Martiri della Cristianità. Una delle prime “Sante”. Per lei non ci sono “incartamenti” o “processi” negli archivi vaticani. E’una Santa “nominata” dal popolo. Nel Santuario sono poste alle pareti i 10 grandi quadri di Ferdinando Mastriani (fine secolo XIX) tutti donati a “devozione” di fedeli che raccontano il martirio di Restituta. Colpisce il visitatore entrando nella sagrestia del Santuario, che si trova proprio al centro di Lacco Ameno, l’enorme numero di ex-voto, di grazie ricevute, che migliaia di persone di ogni epoca hanno lasciato alla Chiesa che è stata “ricostruita” nella sua storia soprattutto da Don Pietro Monti (1915-2008), il prete-archeologo, Rettore del Santuario per oltre mezzo secolo e che ha lasciato libri e ricerche non solo sulla Santa ma sulla Chiesa a lei dedicata. E’Don Pietro – che il popolo chiamava “Don Pietrino” - che ha voluto il Santuario, Basilica Pontificia dal 1984, come complesso museale non solo per l’umanità cristiana credente ma anche per i non credenti affinché tutti potessero interrogarsi sul Mistero della Vita e della Fede. Oggi Don Pietrino non c’è più ma la sua opera rimane ed il suo spirito aleggia negli spazi che Lui ha voluto realizzare, nei ritrovamenti da Lui portati alla luce, nelle cose che Lui ha voluto porre in vista.
Dopo la morte di Don Pietro c’è una Commissione Diocesana per la gestione religiosa del Santuario presieduta dall’anziano parroco di Lacco Ameno, Don Franco Patalano, istituita dal Vescovo d’Ischia, Mons. Filippo Strofaldi, in attesa di nominare un nuovo Rettore di cui c’è bisogno. La nuova nomina è nelle preoccupazioni del Sindaco di Lacco Ameno, Restituta Irace, l’unica donna sindaco dei sei Comuni dell’isola e che si chiama come la Santa di Lacco Ameno e dell’isola d’Ischia.
Ma la tradizione continua. Forse anche qui il grande storico del Mediterraneo, Maestro dell‘ “école des Annales”, Fernard Braudel direbbe che “c’è più lenta ancora della storia della civiltà, quasi immobile,una storia degli uomini nei loro rapporti stretti con la terra che li ha partoriti e che li nutrisce. E’un dialogo che non cessa di ripetersi, che si ripete per durare, che può cambiare e cambia in superficie ma continua tenace come se fosse fuori dalla portata e dalla misura del tempo”.
Tutto infatti dal 16 al 18 maggio, i tre giorni dei “Festeggiamenti in onore di Santa Restituta Vergine e Martire”, sarà uguale nella sostanza come da secoli ma cambierà in “superficie”.
Ci saranno le luminarie per tutto il litorale di Lacco Ameno fino alla Piazza di Santa Restituta che saranno allestite dalla ditta Criscuolo Antonio di Parete (Caserta).
Lunedì 16 maggio alle ore 22 nella Piazza ci sarà il concerto della Banda Musicale di Forio, Martedì 17 maggio alle ore 22 ci sarà l’esibizione della Banda dell’Aereonautica Militare e mercoledì 18 maggio il concerto del cantante Albano Carisi , una star internazionale voluta dall’ex- sindaco ed attuale consigliere regionale e provinciale Domenico De Siano in considerazione dell’importanza turistica della Festa di Santa Restituta.
Alle 24 del 18 maggio ci saranno i fuochi d’artificio da un barcone posto nella rada quasi vicino al Fungo di tre grandi fuochisti: Schiattarella di Mugnano in Campania, Scudo di Ercolano e Iacono di Panza, perché i fuochi di Santa Restituta non hanno eguali fra le feste locali dell’isola. Il “Maestro di festa”, Salvatore D’Orio, 60 anni, commerciante,che presiede per tradizione familiare il comitato dei festeggiamenti annuncia il programma di quest’anno con grande fierezza e con l’orgoglio di un dovere assolto per fedeltà all’insegnamento dei padri. Anche suo padre ha avuto l’onore e l’onere di organizzare la festa.
Il giorno 16 maggio ci sarà la rappresentazione dell’arrivo della Santa nella Baia di San Montano ed il 17 il busto ligneo settecentesco della Santa sarà portato via mare nella vicina Casamicciola come dal 1956 e nella piazza di Casamicciola il Vescovo d’Ischia lancerà un messaggio di pace e amore per la Diocesi
Qualcosa cambia in “superficie ma continua tenace come se fosse fuori dalla portata e dalla misura del tempo” .Qualche pescatore dirà di aver ancora una volta sentito nei giorni di tempesta le “Campane di Santa Restituta” rubate dai turchi durante le invasioni del XVI secolo che divennero sempre più pesanti sulle loro barche tanto che i predatori furono costretti a buttarle in mare – come racconta Don Pasquale Polito (1907-1994) .
Leggenda, Fede, Storia. La Santa venuta dal mare le compendia tutte.
Fonti: Pietro Monti - Gli ex voto di Santa Restituta – Laurenziana – Napoli (1984)
Pietro Monti – Cenni di storia su Santa Restituta – Epomeo-Forio (1987)
Pasquale Polito – Lacco Ameno: il paese, la protettrice, il folklore – Amodio –Napoli (1963)
Giuseppe Mazzella – Tempi d’Ischia – Editoriale Ischia (1988)
Fernand Braudel – Scritti di Storia – Mondadori – Milano (1973)