Incontro con Giuseppe D’Ambra, l’inventore di uno straordinario Giardino esotico
Ai Giardini Ravino si accede dalla strada statale 270 o via Provinciale Panza al n.140 e subito l’ingresso sprigiona la curiosità del visitatore con quelle piantine grasse in bella mostra. Che tipo di Giardino sarà? Sarà un giardino mediterraneo o inglese? Che ci fanno le piante succulente in un’isola mediterranea dove ci sono limoneti o vigne o al massimo le pinete?
I Giardini Ravino non sono un’opera della natura ma dell’uomo, di un uomo che ha voluto racchiudere una passione giovanile accresciuta dai suoi viaggi per il mondo. Ma la natura ci ha messo la sua perché è questo microclima particolare che ha il versante sudoccidentale dell’isola, più caldo rispetto alla parte nord, che ha permesso di impiantare e di curare una straordinaria collezione di piante succulente che si possono trovare invece nei paesaggi del Messico o della California o dell’Ecuador.
Su circa 7000 mq. sono impiantate ed in mostra in un suggestivo percorso di circa 800 metri migliaia di piante cactacee e succulente e la collezione è tra le più interessanti d’Europa. Passeggiano indisturbati tra le rarità botaniche pavoni, caprette e conigli. Ma il parco vuole testimoniare tutta l’antica cultura contadina dell’isola ed il suo artigianato con ceramiche, attrezzi, pietre locali del “tufo verde dell’Epomeo” lavorate come sculture. Quest’angolo è stato creato da Giuseppe D’Ambra, 71 anni, capitano di macchina o “macchinista” di navi da carico, che ha solcato molti mari per 30 anni facendo il giro del mondo tre volte. Lo incontro nella prima domenica d’aprile – ma c’è tanto sole che pare il mese di luglio – proprio al termine della quarta edizione del convegno “Meristema”, una manifestazione di studiosi di diverse discipline che illustrano e dibattono le loro tesi incentrate sui temi della natura e dell’ambiente e che si riuniscono nella godibile saletta dei convegni del parco. Il caffè lo prendiamo insieme seduti al rustico bar in stile di antica cantina ischitana. Il capitano Giuseppe D’Ambra – sposato da 43 anni con la cittadina svizzera Edith Risi, padre di due figli, Luca e Chris, e nonno di 5 nipoti – è un ischitano da almeno 7 o 8 generazioni. I Giardini Ravino – aperti al pubblico dal 2003 – si chiamano così perché un antenato di Giuseppe veniva soprannominato “Ravino” dalla “ravina”, l’attrezzo che usavano gli “ischioti” per costruire i muri a secco chiamate “parracine”. Giuseppe ha voluto ricordarlo intitolandogli il parco che dispone al suo interno anche di un Residence con 10 mini appartamenti aperto da aprile ad ottobre.
Insomma Giuseppe ha voluto fare tesoro dell’ammonimento contenuto nella “Storia dell’isola d’Ischia” di Giuseppe D’Ascia del 1867: “… ricordiamo a coloro che verranno dopo di noi che i segni “inquartati” in tutti i “blasoni” degli isolani non sono che il “Remo” o la “Zappa”; perché dalla Zappa o dal Remo hanno origine tutte le famiglie per quanta nobiltà essi mentissero, per quanto aristocrazia con jattanza rappresentassero; …. I nostri figli guarderanno in fronte a voi e trovandovi gli stemmi della nobiltà dell’ingegno, dell’onestà, del patriottismo, si scovriranno il capo e vi saluteranno “Nobile Cittadino” dell’isola d’Ischia. Vi saluteranno, perché noi li addestreremo a rispettarvi e stimarvi”.
Giuseppe D’Ambra è quindi stato un uomo di mare e di terra ereditando dal padre, sottoufficiale della Marina Militare, la passione per la coltivazione della terra.
“Facevo il militare a Taranto nel 1960 ed insieme a 40 commilitoni dovemmo andare a prendere una nave d’appoggio americano, l’Etna”, che fu regalata dagli Stati Uniti d’America all’Italia nel quadro dell’Alleanza Atlantica. Così vidi per la prima volta la California con i suoi paesaggi di piante grasse e portai con me alcuni semi che impiantai nel nostro giardino. Poi nei viaggi successivi, che facevo per il mondo, dove trovavo semi o rami di piante grasse le portavo a casa tanto che a poco a poco il giardino diventò enorme tanto che fu necessario l’acquisto di un altro appezzamento di terreno, di proprietà della Chiesa di Ischia, per ampliare il giardino e da qui l’idea di farne un vero e proprio parco di piante succulente che potesse anche essere di stimolo e di esempio affinchè fosse rispettato lo straordinario ambiente naturale dell’isola d’Ischia” racconta Giuseppe D’Ambra.
Il primo anno di attività i Giardino Ravino hanno avuto circa 3 mila visitatori. Lo scorso anno i visitatori sono stati circa 15mila.
“I turisti italiani e stranieri rimangono impressionati non solo dalla varietà delle piante ma dalla cura che la mia famiglia dedica all’impresa” sottolinea Giuseppe che ricorda come la sua passione è stata trasmessa ai figli Luca e Chris impegnati anch’essi nella gestione della azienda.
“I miei figli amano come me la natura e sostengono anche con iniziative culturali la difesa dell’habitat naturale unico della nostra isola” afferma con legittimo orgoglio.
Lo stesso che ha per i suoi antenati che ci mostra in una antichissima foto dove appare suo nonno ed il suo bisnonno.
“Mio nonno mi parlava del suo antenato detto “Ravino” che ebbe 12 figli e che era il più bravo “Masto di parracine” dell’isola ed a lui, del quale non ho alcuna foto, ho voluto dedicare il giardino” conclude.
Il remo e la zappa – come dice D’Ascia – cioè il marinaio ed il contadino si sono fusi in Giuseppe D’Ambra e con il suo esempio i figli trovano il lui “gli stemmi della nobiltà, dell’ingegno, dell’onestà, del patriottismo” mentre gli isolani ed i turisti si scoprono il capo e lo salutano come “Nobile Cittadino dell’isola d’Ischia”.