Guarda, prega e piangi
“ Eat, pray, love”. E’ il nuovo film del regista americano Ryan Murphy che ha come protagonista il premio Oscar Julia Roberts e che da ottobre uscirà anche nelle sale cinematografiche italiane. Il film è ispirato al libro di memorie della scrittrice Elizabeth Gilbert ed è stato girato lo scorso anno in 4 continenti. Alcune scene sono state girate a Napoli nel centro storico – tra Via Tribunali e Forcella.
La bella Julia ha mangiato la pizza da Michele – la più antica pizzeria della Napoli popolare ed ha pregato nella cappella del Pio Monte della Misericordia, l’ ente morale fondato a Napoli da 7 nobili nel 1602, in piena Controriforma,per esercitare “ le 7 opere della Misericordia”.
Il Palazzo dell’ Ente Morale fu costruito alcuni anni dopo la fondazione e proprio sulla facciata emerge il motto solenne in latino: Fluent ad eum omnes gentes”. E’ un passo del profeta Isaia: “ Correranno a Lui tutte le genti”. Nella Cappella c’è un quadro di Michelangelo Merisi, il Caravaggio,che i Governatori dell’ epoca stabilirono che “ per nessun prezzo si debba vendere”, e che raffigura le 7 opere della Misericordia. Un capolavoro inestimabile così come è inestimabile tutta la pinacoteca dell’ Ente Morale.
Julia Roberts ha pregato in questa Cappella e le 7 opere della Misericordia appariranno nel film che sarà visto in tutto il mondo. E’ un Vanto per Napoli e per il Pio Monte della Misericordia.
Ma c’ è anche una Vergogna per questo Ente Morale ,che svolse per almeno tre secoli una funzione determinante nel Regno di Napoli, e questa è rappresentata dalle rovine del complesso immobiliare che lo stesso Pio Monte “ ricostruì” a Casamicciola dopo il terribile terremoto del 1883 e che è al centro di una complessa vicenda giudiziaria-economica.finanziaria dal 1983 cioè da 27 anni mentre è chiuso dal 1973 cioè da 37 anni! Una intera generazione non ha più Memoria dell’antico splendore.
Il Pio Monte aveva già costruito il suo primo complesso nel 1604 a Piazza dei Bagni del Gurgitello, sulla fonte resa celebre da Julio Jasolino nel XVI secolo, per i poveri bisognosi del Regno distrutto dal terremoto del 1883.
Centinaia di turisti, appassionati della storia locale, cittadini, mi hanno chiesto: perché questo scempio? Perché questo abbandono? Come potete permettere una cosa del genere? Come è potuto accadere?
E’ una lunga vicenda giudiziaria che è impossibile racchiuderla in poche righe e poche immagini. Lo stesso archivio storico dell’Ente Morale su questo scandalo del complesso di Casamicciola è “segretato” cioè non è consentita la visione nemmeno agli studiosi.
In questo video grazie alla sensibilità della collega Mirna Mancini e le riprese ed il montaggio di Gianluca e la disponibilità di Teleischia presentiamo questo scempio al paesaggio, alla storia, alla cultura, alla bellezza.
Rivolgiamo l’appello a tutte le Istituzioni perché si ponga fine a questo Vergogna che costringe oggi a Vedere, Pregare e Piangere e affinchè si avvii a Casamicciola la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana (STU) con la partecipazione del Comune, dello stesso Pio Monte, della Regione, della Provincia, di altri investitori pubblici e privati, prevista dal Testo Unico sugli Enti Locali per le aree dismesse anche attraverso l’istituto dell’esproprio come dice la Legge.E’ con il diritto pubblico e non con quello privato che si può affrontare e risolvere il problema.
Casamicciola ha bisogno – oggi più di ieri – di “rinascere” nel suo sviluppo economico e sociale attraverso il recupero produttivo ed infrastrutturale di questo complesso un tempo maestoso - 55mila Mc di superficie coperta, 25 mila Mq costato l’equivalente di oltre 10 miliardi di lire nel 1887 ed inaugurato il 28 luglio 1895 “lo stesso giorno dello stesso mese” 12 anni dopo il terremoto.
Più che i rimproveri retrospettivi sulle responsabilità dello scempio siamo interessati ed impegnati al “rinascimento” di Casamicciola al tempo dei miei “capelli bianchi” e dell’ansia per l’avvenire dei figli di Casamicciola.
Guarda la prima parte del video |
Guarda la seconda parte del video |