Un meraviglioso weekend a Ischia, nel ruolo di scrittrice ancora oggi, dopo numerose presentazioni mi fa scappare un sorriso. Arrivare tardi ad una meta prefissata durante l'adolescenza, quando avevo ancora una "mia" lingua, ha degli aspetti positivi: la gioia e lo stupore quasi adolescenziale si rinnova ogni volta di fronte al mio pubblico.
Il deus ex machina di quest'ultimo incontro è stato Giuseppe Mazzella, giornalista e amico FB, ma senza la squisita ospitalità di Ottorino Mattera , proprietario dell'albergo Marina10 di Casamicciola Terme e senza la colta e appassionata relazione di Gianni Vuoso , il suo impegno non avrebbe potuto realizzarsi.
L'incontro si è tenuto nell'albergo Marina 10 di Casamicciola. Confesso, negli alberghi spesso mi sento fuori luogo. Sono o troppo opulenti per i miei gusti o eccessivamente parchi. Nel Marina 10 invece mi sono sentita immediatamente a mio agio, mi sono sentita a casa, senza quegli oneri fastidiosi che la gestione di una casa comporta. La sobria eleganza del luogo è frutto di una sapiente miscela dell'amore per il bello e della cura per i particolari. La disponibilità di tutti non ha niente a che vedere con gli aridi protocolli, nasce semmai da un educazione "d'altri tempi" unita ad una professionalità radicata. Nel albergo Marina 10 si respira l'aria di autenticità. Non poteva essere diversamente.
La presentazione del mio libro "Confini incerti" - Edizioni Uroboros di Milano - è il terzo appuntamento che l'albergo ospita organizzato dall' Osservatorio sui fenomeni Socio- Economici dell' Isola d' Ischia ( OSIS). Per l'amore della cultura, certo, ma anche per un progetto più ambizioso: far diventare comunità persone di idee diverse unite però da una forte e sana etica oltre che dall'amore per la letteratura. Progetto ambizioso e lodevole in tempi in cui un ministero del governo precedente aveva affermato "di cultura non si mangia". Forse non "si mangia" secondo lo stile gretto e pacchiano in voga, ma si vive meglio. Non tutto si può misurare in denaro. Investire nella cultura significa piantare semi che un giorno diventeranno piante di civiltà che renderanno migliore l'intero contesto. Credo che sia il massimo che una persona può fare per la propria comunità.
Prima della presentazione ero tesa, come sempre. L'arrivo del prof. Gianni Vuoso ha sciolto immediatamente le mie paure. Non ci conoscevamo, non ci siamo mai visti prima. Sapevo solo che aveva letto e apprezzato il mio libro, ma sono bastati pochi minuti e un paio di frasi per comprendere che abbiamo molto più cose in comune che non il mio "Confini incerti". Ci unisce un sogno: credere, nonostante tutto, in un mondo migliore.
Poi arriva Giuseppe, il mio angelo custode con la sua dolcissima moglie Tullia, che è l'esempio lampante della massima: dietro ad ogni grande uomo, c'è una grande donna.
Poco prima dell'inizio della presentazione cominciano ad arrivare gli ospiti, prevalentemente donne. Non c'è da meravigliarsi: secondo le statistiche librarie le donne leggono di più e anche l'impostazione data alla presentazione "Il ruolo di protagonista che la Donna ha svolto e svolge nella Storia" aveva stimolato di più un pubblico femminile. Ma arrivano anche degli uomini, una tenerissima coppia in procinto di sposarsi e perfino due adolescenti la cui vista mi scalda il cuore.
Dopo l'affettuosa e sapiente introduzione di Giuseppe Mazzella, il prof Gianni Vuoso legge la sua acuta e bella relazione il cui testo conserverò tra i miei ricordi più belli. Ha sottolineato la precisione dell'affresco storico del romanzo e l'universalità delle vicende narrate. Mentre la Storia "grande" può dividerci, può spostare popoli sui lati opposti di una trincea, le storie familiari uniscono: i drammi, le gioie, le tragedie, la paralizzante banalità del male che i nostri genitori e nonni avevano vissuto, nella vite delle famiglie, al livello emozionale erano identiche.
Credo che nessun scrittore sia capace di giudicare fino in fondo il proprio lavoro, io almeno non ne sono capace. Per questo motivo queste presentazioni sono cosi importanti per me, è un'occasione preziosa per poter ascoltare cosa ne pensano del mio libro i lettori. La promozione diventa quasi un "effetto collaterale".
Dopo la relazione del prof. Vuoso, prende la parola di nuovo Giuseppe leggendo l'intera premessa. Devo lottare con la commozione, e mi concentro sui volti delle persone: sono tutti attentissimi.
Quando prendo la parola, improvvisamente non ho più voglia di parlare del libro, ma d'altro. Su come, cercando affannosamente di ribadire la nostra unicità, rischiamo di dimenticare le nostre radici. Che sono simili. Parlo anche del libro, del peso delle aspettative familiari che possono condizionare le nostre scelte di vita e che quanto sia importante scoprire dentro di noi, liberamente ciò che desideriamo veramente. Solo alla fine mi accorgo d'aver parlato alle due ragazzine: le due studentesse dell' Istituto Tecnico Mattei di Casamicciola portate dalla loro professoressa di tedesco Olimpia de Angelis. Erano in prima fila davanti a me. Rappresentavano la nuova generazione del XXI Secolo. Quella che " deve" vedere gli Stati Uniti d' Europa con i " Confini certi". Non so se ho parlato da madre o da insegnante. Forse da ambedue.
L'applauso caloroso che accoglie le mie parole mi restituisce la serenità.
A quel punto arriva una sorpresa: Il presidente dell' Osservatorio sui fenomeni Socio Economici dell' isola d' Ischia ( OSIS), Franco Borgogna , di Franco, non vorrei mi fa un dono bellissimo: oltre ad un'ampia scelta di articoli che testimoniano i rapporti tra l'Ungheria e Ischia anche l'interessantissimo libro di Giovanni Di Meglio "Storie di donne, armi e amori sul Castello Aragonese di Ischia" che riporta anche la storia di Isabella d'Aragona, moglie del nostro re più amato Mattia Corvino. Beatrice d'Aragona fu la prima vera ispiratrice di una profonda e radicale penetrazione della cultura italiana rinascimentale nel regno d'Ungheria.
Sarebbe irrispettoso ogni paragone, tuttavia con il mio libro anche io – con le dovute differenze – avrei voluto rallentare i confini culturali che ancora esistono. Attraverso la storia della mia famiglia avrei voluto rendere la storia ungherese più vicina ai miei lettori. E a Casamicciola Terme, l'8 giugno un piccolo passo è stato fatto.
Ma le sorprese non finisco qui.
Giuseppe mi regala la stampa della cartina geografica d'Ischia che risale al '500. Sarà per l'età, sarà perché so cogliere le profondità della sua attenzione affettuosa, ma sento che mi sto di nuovo commovendo. (meno male che ho dimenticato il mascara a Napoli, avrei pianto lacrime "nere".)
Poi la conclusione di ogni presentazione, resa ancor più rilassata e gioiosa dalla coppa di ottimo vino ischitano offerto generosamente dalla direzione del hotel Marina10: le dediche sui libri acquistati.
Non posso ricordare tutti i futuri lettori, ricordo però con particolare gratitudine Olimpia de Angelis ,una collega, un insegnante, che nonostante l'anno scolastico finito è riuscita a far venire alcuni suoi studenti.
Ecco...i semi di cui ho parlato prima. I semi della cultura che diventeranno piante.
Non sarebbe completo il resoconto di questa bellissima serata senza nominare e ringraziare Daniela, l'impiegata romena dell'albergo che aveva seguito la presentazione rimanendo sempre discretamente nell'ombra. Lei non era un ospite, lei stava facendo il suo lavoro con la consueta attenzione, ma attenta anche alle parole pronunciate. Solo la sera, dopo una bella cena offertomi da Giuseppe e Tullia in un luogo magico quando mi ritirai in albergo, Daniela si avvicinò a me. Volle ringraziarmi per aver nominato il grande filosofo romeno Emile Cioran.
Le sue parole furono ulteriori regali per me: la cultura non conosce confini.
Grazie Ischia, grazie Giuseppe, Gianni, Franco , Ottorino"
Grazie a tutti voi. Se il Mondo ha comunque " confini incerti" l' Amore li abbatte.
Agi Berta