Quando finirà questa storia infinita del disastro dell’abbandono del complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola? Sono diventato vecchio a scrivere su questo argomento e sono anche terribilmente ripetitivo.
“Il Golfo”, il quotidiano dell’isola d’Ischia,sabato 5 gennaio 2013 ha pubblicato un servizio senza firma e quindi attribuibile al coordinatore Pasquale Raicaldo di un’intera pagina dal titolo “Ecco il Pio Monte della Misericordia trasformato in discarica” con un’ampia documentazione fotografica di Franco Trani delle rovine e della discarica. Ed addirittura con una “civetta” in prima pagina. Il cronista del descrivere l’incredibile stato di abbandono ha usato parole forti come: “Schifo su schifo, vergogna su vergogna. Senza freno”. Ma il sindaco di Casamicciola pro-tempore Arnaldo Ferrandino, altri 10 consiglieri comunali pro-tempore di cui l’assessore comunale, Maurizio Pirulli, architetto, da vent’anni esatti amministratore comunale di Casamicciola, di maggioranza o di opposizione sotto diverse bandiere civiche, avranno letto l’articolo? Hanno qualcosa da dichiarare? Hanno avviato o almeno formalmente “impostato” la soluzione del problema con una delibera di giunta o di consiglio perché la volontà di un ente locale con personalità giuridica si manifesta con “carte” e non con parole al vento? Come bisogna uscire da questa situazione? Come è possibile tenere da 40 anni in abbandono con una assurda vicenda giuridica e giudiziaria l’unico complesso monumentale del paese che fu distrutto dal terremoto del 28 luglio 1883 e che proprio con questo imponente complesso costruito nel 1895 ricominciava la sua “Prima Rinascita” e soltanto 15 anni dopo – il 24 ottobre 1910 – subiva un’altra catastrofe con l’alluvione che distrusse Piazza dei Bagni e La Rita ma avviava una “Seconda Rinascita”? Ma qualcuno degli amministratori attuali di Casamicciola ha conoscenza della storia moderna e contemporanea di Casamicciola? C’è ancora un orgoglio da parte dei cittadini di Casamicciola per il loro paese o qui più che altrove come ammoniva il prof. Edoardo Malagoli nel lontano 1984 c’è un “ottundimento delle coscienze quasi che l’amore per la vita, per la bellezza, per l’armonia si sia essiccato nei petti per far posto ad una cupa smania di eversione, all’acre gusto dell’ingratitudine verso i valori dei padri, alla stolta attrazione per il caotico, l’alienante, l’informe, il volgare”.
Schifo su schifo, vergogna su vergogna. Senza freno. Scrive il cronista che commenta anche che “un gioiello di valore storico, artistico e anche economico di cui andare fieri è stato trasformato in porcile di cui doversi vergognare ogni giorno”.
Ma la rabbia per questo vergognoso abbandono è ancora più forte se l’Ente Pio Monte della Misericordia allestisce a Napoli nel suo antico palazzo in Via dei Tribunali al civico 253 una bellissima mostra di quadri della “scuola di Resina” che si sviluppò dal 1866 al 1876 con la collezione della Provincia di Napoli di cui l’edizione napoletana de “La Repubblica” dedica due ampie pagine nell’edizione di mercoledì 2 gennaio 2013 con un ottimo servizio firmato da Renata Caragliano. Come Figlio di Casamicciola mi sento colpito da questa diversità di trattamento come se il mio piccolo paese costituito da quello che i francesi chiamano il “petit peuple” cioè il “popolo minuto” venga dopo oltre due secoli dalla rivoluzione francese trattato come una “colonia” di mendicanti o di pezzenti ai quali negare perfino la loro Storia. PROTESTO per questo trattamento e RIVENDICO per il mio paese la Sua Storia che questo complesso monumentale racchiudeva talmente che lo stesso Ente Pio Monte della Misericordia fra i vanti della sua opera plurisecolare nel suo sito internet accenna all’interesse del suo archivio storico per le personalità che vi hanno soggiornato dalla fine del XIX agli inizi del XX secolo. Un archivio in 5 sale con 16mila schede. Non so se anche questa parte dell’archivio storico è “segretato” cioè è impedito agli studiosi di poterlo esaminare come è stato risposto sulla vicenda del complesso di Casamicciola dal Soprintendente dell’Ente alla prof. ssa Ilia Delizia, docente universitaria in Restauro dei Monumenti e autrice del fondamentale volume “Ischia, l’identità negata”. Ma l’incredibile vicenda del complesso di Casamicciola, della “vendita” per 50 anni del “diritto di superficie” ai sensi dell’art.952 del codice civile ad una società per azioni di soli 210 milioni nel 1984 con un contratto che è un obbrobrio giuridico che ha determinato una montagna di cause è un “segreto di Pulcinella” perché la vicenda è narrata in una decina di atti pubblici presso notai e nelle aule giudiziarie. La vergogna oltre a vedersi si legge negli atti pubblici.
L’arch. Luigi Mennella, che fu sindaco di Casamicciola dal 1993 al 1997 quando fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, ha inviato al sindaco di Casamicciola ed altri 8 persone tra funzionari e membri della Commissione locale del Paesaggio il 31 dicembre 2012 un atto stragiudiziale di contestazione, diffida e messa in mora di ben 11 pagine con il quale diffida il Comune ad approvare un progetto di restauro dell’Ente Pio Monte della Misericordia perché, fra le tante osservazioni, non ha i titoli di piena proprietà, e perché lo stesso Mennella si trova sotto processo presso la III sezione penale del Tribunale di Napoli in quanto citato in giudizio per risarcimento danni per molti miliardi di ex-lire dalla società Co.Ge.Mar Srl, dalla Circide S.as.
L’arch. Mennella comunica anche che presso la Conservatoria Immobiliare di Napoli la proprietà degli immobili risulta della società Grandi Alberghi S.pa oggi Srl facendo riferimento all’atto di vendita per Notar Ludovico Mustilli del 24 novembre 1997 mentre il “possesso materiale” è da attribuirsi alla società Grandi Alberghi S.r.L. in virtù della sentenza della Suprema Corte di Cassazione III sezione Penale n. 13910 del 31 marzo 2009 (ma chi è il legale rappresentante di questa società? Perché tutto il complesso è privo di custodia ed in abbandono ed adibito a discarica?)
L’atto di contestazione dell’arch. Mennella si aggiunge alla mia nota inviata sempre il 31 dicembre al Sindaco di Casamicciola al protocollo n.13516 con la quale affermo, fra l’altro, che la competenza a trattare l’argomento è del Consiglio Comunale perché si tratta di un intervento di recupero che insiste nell’area F6 del Piano Regolatore Generale comunque “adottato” e si chiede una dettagliata relazione del capo ufficio tecnico sullo stato dei luoghi e sui titoli di proprietà a seguito della nota del Comitato per il recupero nei Luoghi del Cuore del Fai del 6 novembre 2012 anche perché oggi quel complesso è una “rudimentale ma indispensabile infrastruttura della comunità di Casamicciola destinata a parcheggi, mercato ambulante,casina per azioni,parco giochi per bambini.
L’arch. Mennella ha presentato il suo atto di contestazione – redatto da un avvocato con il gusto per la citazione latina del “nulla interposta mora” che detto molto più semplicemente va tradotto “senza ulteriore indugio” - non solo a tutela della sua persona in un giudizio di risarcimento danni ma anche per l’azione svolta da Sindaco nell’approvazione dell’”atto transattivo”, approvato dal Consiglio Comunale a maggioranza, per Notar prof. Arturo Antonio Pasquale del 8 maggio 1997 rep. 44239 raccolta n. 9651 tra il Comune di Casamicciola e l’Ente Pio Monte della Misericordia con gli interventi dell’avv. Fabbricatore Claudio per il Pio Monte e dell’avv. Molinaro Lorenzo Bruno. Un atto di ventitre pagine con circa un centinaio di allegati che ne fa un libro.
Con questo atto – in estrema sintesi riservandomi in un pubblico confronto il dettaglio - il Comune prendeva in fitto per 30 anni il complesso Pio Monte impegnandosi alla ricostruzione e si impegnava ad elargire al Pio Monte la somma di 400 milioni di lire mentre il Pio Monte si impegnava a rinunciare a tutte le cause con il Comune per l’occupazione delle pinete.
Quest’atto merita un pubblico confronto per quanto vi è affermato ma quando fu approvato espressi forti perplessità di attuazione avendo sempre sostenuto che un simile investimento richiede la “piena proprietà” ma comunque costituiva una breccia nel muro perché la Legge Bassanini sarebbe arrivata entro pochi mesi e quindi il contratto avrebbe potuto costituire il primo atto di un una lunga ma concreta trattativa per un definitivo recupero con il trasferimento della “Piena Proprietà”. L’ho espresso MOLTE volte anche con l’iniziativa della società di sviluppo economico costituita con procedura di evidenza pubblica “Therme di Casamicciola” avviata nel 1997 per attuare il Patto Territoriale dell’isola d’Ischia e la Finanza di Territorio. In fondo l’importanza della “piena proprietà” di un immobile – oltre il fitto – viene rimarcata anche nell’ultimo atto di contestazione, diffida e messa in mora dell’arch. Mennella. Sono concetti di estrema semplicità.
La proposta della Società di Trasformazione Urbana ai sensi dell’art. 120 del Testo Unico degli Enti Locali avanzata dal Comitato Colibrì per il recupero del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola nei “Luoghi del Cuore” del Fai è quindi ancor meglio giustificata, documentata, giuridicamente valorizzata. Per il recupero del complesso sono necessari almeno 50milioni di euro ed occorre una Trasformazione Urbana dal Pio Monte a La Rita per interventi “infrastrutturali” e “strutturali” nella cittadina termale della “Ricostruzione mancata”(2006- Ilia Delizia ed altri. Università Federico II).
Il Consiglio Comunale di Casamicciola Terme è quindi chiamato ad una seduta monotematica aperta al Comitato ed anche alla cittadinanza e ancor meglio con la diretta partecipazione dei Governatori del Pio Monte affinchè venga chiaramente indicata una strada maestra per il difficile recupero senza alcun rimprovero retrospettivo ma riconoscendo i tentativi politici espletati in questi ultimi 40 anni per riavviare il rilancio economico di Casamicciola.
Siamo tutti stanchi e Casamicciola è allo stremo. E’tempo di trovare una soluzione dignitosa. C’è un limite a tutto.
O come dicevano i latini “est modus in rebus: sunt denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum” ma lo scrivo per un fine giurista!