Reportage/ Casamicciola, il paese senza memorie - dal "pattinaggio" alla "pizza alla botte - dai" ricchi e poveri" a Perez Prado.
È una giornata dell "estate inoltrata" come la definiva il climatologo Cristofaro Mennella (1917-1976) per spiegare il sole ad ottobre qui e spiegare il clima mite dell'isola d'ischia che ne faceva "la gemma climatica d'Italia". Se I suoi studi fossero proseguiti almeno avremmo saputo qualcosa in più sui cambiamenti climatici oggi sul tappeto.
Il mare è calmo ed il sole è tipiedo. Gli ultimi turisti della lunga estate vanno da Riccardo, il tenace edicolante della piazza e del paese come l'ultimo dei mohaicani a difendere la stampa scritta, a comprare il biglietto per il bus ed andare in giro a conoscere l'isola. Riccardo ha venduto in 4 mesi - da giugno a settembre - almeno 50 mila biglietti. Segno che Casamicciola, posta al centro dell'isola con il suo porto commerciale, accoglie migliaia di visitatori. Ma probalminte é solo passaggio. I visitatori - anche quelli che scelgono di fermarsi qui - si recano verso le altre località come Forio ed il borgo di celsa. Qui non ci sono musei, biblioteche, centri culturali, che pur potrebbero interessare I viaggiatori di cultura che sono in aumento. Recuperare le "memorie storiche" di questo luogo così antico di presenza umana sarebbe stata la prima cosa che avrebbe dovuto fare una classe dirigente dopo il terremoto, il tredicesimo nella sua storia civile in otto secoli, del 21 agosto 2017 e la sanguinosa alluvione del 26 novembre 2022, la terza in un secolo. Qui non si ricostruisce la memoria storica e la stessa cittadinanza perde l'identità di Paese poiché perde la storia di sé stessa. La prima opera della ricostruzione doveva essere:mettere in ordine le strade e le piazze risparmiate dal terremoto e dalla alluvione, il museo civico nella villa comunale della bellavista ed il suo parco pubblico, l'osservatorio Geofisico 1885 sulla collina della gran sentinella, recuperare il palazzo delle scuole del 1936,la casa del dottore Giuseppe Mennella (1867-1949) il più grande bibliofilo dell'isola. Ed ancora l'orrore vivente. Il simbolo del degrado locale e nazionale, il complesso del pio monte della misericordia del 1895 ridotto da un ammasso indescrivibile di macerie su 30 mila mq2 nel centro dell'isola di Pithaecusa oggi detta ischia come scriverebbe Julio jasolino circa 5 secoli dopo il suo libro del 1588 che avvio la scoperta di "Ischia, l'isola della salute".
Assistere a questo degrado é esperienza dolorosa per un vecchio che ricorda perfettamente senza i segni della senilità Il bambino felice che è stato scendono dalla sua casa che era un albergo e giocare sul "pattinaggio" con i coetanei con un pallone che era una pietra e "giovannella" la donna che curava i gabinetti pubblici cacciava via dalla piazza e noi ragazzini a giocare con la pietra distruggendo le scarpe delle mamme felici anche a nascondino nelle cabine in legno dello "stabimento eldorado" che poi sarebbe diventato "kursal" in cemento armato e sarebbe diventato il centro della nostra giovinezza con le riunioni del costituendo circolo "impegno giovanile" nel 1965 e poi proprio alla fine degli anni 60 il capricho di emiddio calise che ne fece il locale dei ricchi e poveri e di perez pravo che mi regalò "ciliege e Rosa" nel 1971 con il suo urlo e la sua gamba storta.
G. M.