“Il ruolo dei Comuni e del Partenariato Pubblico-Privato nelle Politiche di Coesione Territoriale nell’isola d’Ischia e nel quadro della Programmazione dei Fondi Europei 2014-2020”
° Undicesima giornata di studi del corso di formazione “Il funzionario comunale nella riforma della Pubblica Amministrazione – seconda giornata residenziale per gli amministratori comunali dell’isola d’Ischia
° Giovedì 19 giugno 2014 ore 16
° Auditorium del Grand Hotel delle Terme di Augusto-Lacco Ameno d’Ischia
Relatore di base: OSVALDO CAMMAROTA, coordinatore BRI-Banca Risorse Immateriali, consulente del FORMEZ PA per l’azione di sostegno ai Comuni della Regione Campania per i fondi europei
Intervento introduttivo: FRANCO BORGOGNA, Presidente Onorario OSIS-Osservatorio sui fenomeni Socio-Economici dell’isola d’Ischia
Moderatore: GIUSEPPE MAZZELLA, giornalista
Presiede: AMBROGIO MATTERA, Delegato ANSI Isole PartenopeeAbbiamo il piacere di invitare la S.V. alla giornata residenziale di studi per gli amministratori comunali dell’isola d’Ischia in uno con l’undicesima giornata del corso di formazione per i dipendenti comunali organizzato dall’Università Telematica “Pegaso”, dal quotidiano “Il Golfo” e dall’ANSI, che si terrà giovedì 19 giugno 2014 alle ore 16 nell’Auditorium del Grand Hotel delle Terme di Augusto di Lacco Ameno.
g.m.
In allegato: 1 - traccia della comunicazione di Osvaldo Cammarota
2 - L’Europa, per la Coesione di Ischia di Giuseppe Mazzella
3 - Dati sui dipendenti comunali dei sei Comuni e del CISI/EVI
La grande opportunità della programmazione comunitaria 2014-2020
L’Europa, per la Coesione Economica e Sociale dell’isola d’Ischia
° 100 miliardi di euro per il decollo del Mezzogiorno – La soppressione del Ministero per la Coesione Territoriale e la nascita dell’Agenzia – le opere perpetue o incompiute – la consistenza dei sei Comuni al posto di uno – gli strumenti della finanza di progetto anche per lo “sbocco dei cantieri”– una legge speciale - l’albero ed i frutti.
di Giuseppe Mazzella*
Dal 2014 al 2020 l’Italia potrà spendere 100 miliardi di euro, una cifra enorme, data dall’Unione Europea per migliorare o costruire infrastrutture, servizi, attività turistiche. Secondo tutti gli osservatori questa è l’ultima occasione che l’Unione Europea, attraverso i “fondi strutturali”, concede all’Italia. E’ una occasione da non perdere.
Dopo la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno nel 1992 i fondi europei sono stati la principale fonte per sostenere lo sviluppo nel Sud e molto spesso sono stati spesi male o addirittura non spesi perché o non si è trovato il “cofinanziamento” dello Stato o della Regione o le Regioni ed i Comuni non hanno saputo approntare progetti finanziabili.
Ci dovrebbero essere ancora 30 miliardi di euro da impegnare e spendere bene entro il 2015 del precedente piano comunitario 2007-2013 ed il rischio che vadano perduti o impegnati in malo modo senza tener conto degli “investimenti sociali” è stato sottolineato da Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud, in un intervento apparso domenica 1 settembre 2013 su “Il Sole-24 Ore”(“Per i fondi EU definire le priorità”). I Governi italiani pare che si vogliono attrezzare: già il Presidente del Consiglio sen. Mario Monti con il suo gabinetto “tecnico” aveva istituito un apposito Ministero affidato ad un grande esperto dello “sviluppo locale, Fabrizio Barca, dal nome significativo: “Ministero per la Coesione Territoriale”. Il Ministero, con la stessa denominazione, è stato affidato dal Presidente del Consiglio, on. Enrico Letta, al prof. Carlo Trigilia, convinto sostenitore dello “sviluppo locale” e dell’“autopropulsione dei sistemi locali di sviluppo”. Ma il Governo Renzi ha abolito questo Ministero e ne ha affidato le competenze al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Del Rio, al quale è stato affidato anche il compito di ridisegnare gli enti locali italiani con la “Città Metropolitana” che dovrà prendere il posto dell’Ente Provincia qui nella nostra Provincia di Napoli isole di Ischia, Capri e Procida comprese. Ritengo ingiustificabile la soppressione del Ministero per la Coesione Territoriale soprattutto per il Mezzogiorno.
L’Agenzia Nazionale per la Coesione
Il 26 agosto dello scorso anno (2013) il Consiglio dei Ministri approvò , su proposta del Ministro Trigilia, l’istituzione dell’Agenzia per la Coesione Territoriale per “il monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi e interventi della politica di coesione nonché per il sostegno e l’assistenza alle amministrazioni che gestiscono programmi europei e nazionali sia con iniziative di formazione del personale delle amministrazioni interessate sia anche interventi per l’accelerazione e la realizzazione dei programmi”.
L’Agenzia, il cui statuto avrebbe dovuto essere emanato entro il 1 marzo 2014 con decreto del Presidente della Repubblica, potrà in alcuni casi bene definiti – spiegò lo stesso Ministero nel comunicato stampa ufficiale - e su indicazione del Ministro anche svolgere compiti diretti di autorità di gestione tanto per progetti sperimentali quanto nell’ipotesi di “gravi inadempienze e ritardi di alcune autorità di gestione dei programmi nei riguardi dei quali può assumere poteri sostitutivi”.
L’Agenzia per la Coesione Territoriale si va a configurare da un lato, come necessario coordinamento fra i progetti delle Regioni italiane e delle centinaia di Comuni questo – mi pare di capire – ad evitare che il nuovo programma europeo di sostegno faccia la fine dei Patti Territoriali degli anni ‘90 che fallirono perché centinaia di Comuni presentarono progetti faraonici ed interamente finanziati dal danaro pubblico tali da configurare la nascita di un impossibile giardino dell’Eden; dall’altro l’Agenzia deve essere chiamata al ruolo “sostitutivo” nei confronti di quelle Regioni e di quei Comuni che per “gravi inadempienze” non sono capaci di redigere progetti, pur avendone bisogno, per incapacità delle loro classi dirigenti e delle loro strutture amministrative.
Il prof. Mariano D’Antonio, noto ed apprezzato meridionalista che ha maturato anche dirette esperienze di governo locale sia al Comune di Napoli, negli anni ‘70, sia alla Regione Campania, negli anni 2000, come assessore, commentò su “La Repubblica-Napoli” di sabato 30 agosto 2013 l’istituzione dell’Agenzia vista con scetticismo alla luce degli ultimi 15 anni di politiche europee di sostegno in cui le Regioni hanno speso malissimo queste risorse.
D’Antonio – che è già intervenuto molte volte sulla necessità per le Regioni ed i Comuni di allestire idonei “Uffici Tecnici per i fondi europei” per redigere ed approvare buone iniziative con vaste proiezioni di buona redditività economica evitando i miniprogetti e concentrandosi invece sui grandi progetti – sostiene che l’Agenzia deve effettivamente sostituirsi alle Regioni, completamente, se queste sono inadempienti e dovrà tener conto anche degli aspetti gestionali dell’opera realizzata cioè “chi pagherà per la sua successiva manutenzione e gestione”.
L’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale è stata costituita ed avrà un Direttore Generale con una propria struttura. Molte speranze o forse tutte le speranze per una concreta politica per il Mezzogiorno sono riposte in questa Agenzia dopo il fallimento dell’“Agensud” negli anni ‘90 e la chiusura,troppo frettolosa ed emotiva, della Cassa per il Mezzogiorno nel 1992 cioè 24 anni fa.
Il caso dell’isola d’Ischia: I sei Comuni, le opere incompiute e le infrastrutture senza personale
Qui nell’isola d’Ischia abbiamo esempi vistosi di opere pubbliche realizzate con fondi europei e che oggi sono chiuse o rischiano la chiusura proprio per i problemi di gestione (chiusa la Biblioteca Antoniana di Ischia senza direttore ma “aperta dai volontari culturali” del Centro Studi su l’isola d’Ischia, chiuso l’Osservatorio Geofisico di Casamicciola inquadrato giuridicamente in un Museo Civico nel 2000 di fatto inesistente per mancanza di spazi adeguati e di personale, al centro di una polemica per lo spreco di risorse della Regione Campania e della Provincia di Napoli della Villa La Colombaia di Forio sempre per problemi di gestione con oneri per il personale). Per non parlare del sistema della depurazione delle acque reflue con la storia infinita del Progetto Speciale n. 3 dell’ex-Casmez del 1976 che rappresenta l’“opera perpetua”, come direbbe Giovanni Russo, per l’isola.
Il prof. D’Antonio sottolineava anche che le Amministrazioni Locali del Mezzogiorno non avendo “uffici tecnici attrezzati” “sono diventate ostaggio di grandi imprese di costruzioni che con i loro tecnici hanno premuto per realizzare progetti smisurati, costosi e di dubbia utilità”. D’Antonio propose quindi di “cambiare l’approccio perché i fondi scarseggiano o, come si dice a Napoli, l’acqua è poca e la papera non galleggia”. L’osservazione o l’appello di D’Antonio è rimasto fino ad oggi inascoltato.
L’utilizzazione della Finanza di Territorio e della Finanza di Progetto
L’occasione quindi del programma europeo di sostegno rappresenta l’ultima sponda per progettare ed attuare un nuovo modello di sviluppo per l’isola d’Ischia che dia ordine e razionalità ad una economia turistica complessa che vuole massimizzare tutti i segmenti (termale,balneare,culturale,giovanile,congressuale,enogastronomico,agricolo etc.) dove sono presenti 3mila imprese private di tutti i settori- dall’alberghiero al commercio ed ai servizi - con una forza sociale di circa 10mila lavoratori stagionali di cui almeno 2mila extracomunitari ma circa 4mila in perenne “disoccupazione giovanile e di donne di oltre 30 anni ) con una popolazione complessiva di circa 60mila abitanti ed una popolazione scolastica delle superiori di 3200 alunni che “licenzia” oltre 500 “diplomati” ogni anno che fanno aumentare esponenzialmente almeno del 5% la “forza lavoro disponibile”. La conseguenza è la crescita della disoccupazione, della sottoccupazione e dell’emigrazione della forza lavoro “professionalizzata”.
Ci sono sei Comuni, 6 sindaci, un centinaio di consiglieri comunali con 255 dipendenti comunali, almeno 8 società pubbliche, di fatto, di servizi cosiddette “partecipate” dei Comuni, una società per azioni in “liquidazione” per la distribuzione idrica (EVI Spa) di proprietà dei sei Comuni attraverso un Consorzio con 76 dipendenti con contratto di diritto privato in regime di “contratto di solidarietà” dal 1 marzo 2014 e 2 dipendenti del Consorzio CISI, una decina di concessionari regionali e comunali, pubblici e privati, gestori di “approdi turistici” con – buon ultimo – un sistema dei trasporti pubblici , terrestri e marittimi, assolutamente inadeguato con macroscopiche carenze. Lo sviluppo urbanistico ed economico risulta “squilibrato” fra le varie località “spezzettate” in sei Comuni che hanno sei piani regolatori “comunali adottati” ma non solo sono obsoleti – risalgono al 1973! – addirittura non sono mai stati messi in esecuzione perché è sopraggiunto nel 1995 un Piano Urbanistico Territoriale (PUT) del Ministero dei Beni Culturali “sovraordinato” rispetto ai sei PRG. Nessuno dei sei Comuni ha redatto un Piano Urbanistico Comunale di Recupero (PUC) per gli immobili dismessi e Casamicciola, che è l’area in declino industriale, presenta almeno 100mila mc. da riutilizzare soprattutto con il fatiscente complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia ed il bacino idro-termale di La Rita e per la quale da oltre due anni si è proposto una Società di Trasformazione Urbana ai sensi dell’art.120 del Testo Unico degli Enti Locali con 16 interventi strutturali ed infrastrutturali con una richiesta di finanziamento europeo almeno di 100 milioni di euro con una ipotesi di occupazione dai 200 ai 400 addetti ed uno “sblocco dei cantieri” almeno per 5-10 anni.
Non è risolto il problema dei due condoni edilizi (1985 e 1993) con almeno 20mila pratiche e permane la questione degli abbattimenti delle opere edilizie private fuori condono tanto che l’OSIS ha proposto dal 2010 una “Legge Speciale per Ischia”. (G.M. Ischia, la pianificazione mancata-Quaderni OSIS-2012).
Non è stata attuata in quest’isola dallo sviluppo squilibrato e disordinato senza alcuna programmazione nemmeno indicativa la “Finanza di Territorio” e la “Finanza di progetto” indispensabili per intervenire dove il “mercato dei capitali privati” non arriva perché non ne ha immediato lucro né trova l’“agibilità giuridica” per nuovi investimenti.
L’isola d’Ischia appare esempio paradigmatico di tutte quelle deficienze illustrate con scienza ed esperienza dal prof. Mariano D’Antonio. E proprio da qui è indispensabile avviare la “Politica Pubblica per la Programmazione Economica”.
Le iniziative e le proposte per la Coesione
Per la “Coesione e lo sviluppo nell’isola d’Ischia” con l’esame delle opportunità della programmazione comunitaria 20014-2020, l’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia (OSIS), la Banca per le Risorse Immateriali (BRI), il Magazine IschiaNews & Eventi organizzarono martedì 17 settembre 2013 nella casina Gingerò in Villa Arbusto a Lacco Ameno un convegno-seminario di riflessione intorno al libro di Carlo Borgomeo “L’equivoco del Sud” con la partecipazione dell’autore. Altra “predica inutile” direbbe Luigi Einaudi.
L’albero ed i frutti
Il libro di Borgomeo acquista un valore “rivoluzionario” per un’analisi assolutamente fuori tendenza dei mali del Sud proponendo soluzioni concrete ed un radicale cambiamento di mentalità dei meridionali. Forse per estrema provocazione Borgomeo sceglie un tratto di uno scritto di Giorgio Ceriani Sebregondi (1916-1958), giovane meridionalista cattolico morto prematuramente a 41 anni ed ingiustamente dimenticato, per l’epigrafe del suo libro:
“… evitare di cadere nell’errore di chi, trovandosi di fronte ad un albero che dà pochi frutti, invece di provvedere a curare la malattia dell’albero, provvedesse ad appendere dei frutti sui suoi rami”.
L’isola d’Ischia è votata ad una dimensione amministrativa unica cioè un SOL COMUNE al posto di sei, perché unico è il suo sviluppo nella sua moderna complessità di economia cosiddetta “matura” e la strada maestra è la Coesione Economica e Sociale cioè “curare l’albero” per ottenere “molti frutti” e non mettere “rami artificiali” sul suo fusto.
Naturalmente prima che l’albero appassisca.
Casamicciola, 13 giugno 2014
*Giuseppe Mazzella, 65 anni, giornalista, laureato in scienze politiche dell’amministrazione, promotore dell’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia (OSIS), condirettore del Magazine Ischianews & Eventi, moderatore del corso di formazione per dipendenti enti locali “Il funzionario comunale nella riforma della Pubblica Amministrazione”(Lacco Ameno aprile-giugno 2014).