Vilfredo Pareto aveva 68 anni nel 1916 quando scrisse il “Trattato di sociologia generale” con “l’unico scopo di ricercare la realtà sperimentale per mezzo dell’applicazione alle scienze sociali dei metodi che hanno fatto le loro prove in fisica, in chimica, in astronomia, in biologia e in altre scienze simili”. Attraverso lo strumento sociologico vuole arrivare alla spiegazione di quelle manifestazioni del comportamento umano che l’analisi economica non riesce a penetrare. Elabora così una “teoria” che farà discutere per tutto un secolo ed ancora si discute: quelle delle “élites”.
I popoli – sostiene Pareto – sono sempre stati guidati da un’aristocrazia intendendo con questo termine come indicativo dei più forti, dei più energici, dei più capaci sia nel positivo che nel negativo. Queste “aristocrazie” salgono e scendono nella Storia vivente fino ad arrivare ai tempi di Pareto con la vittoria della borghesia sull’aristocrazia di origine feudale. Qualsiasi sistema è governato da pochi, dalle “élites” che prendono in mano il potere e governano i popoli. Quello che Pareto chiama “élite” sarà chiamata “classe dirigente” da altri politici, sociologi ed economisti ma l’analisi di Pareto alla società neocapitalistica si rileverà azzeccata.
Ogni organizzazione ha bisogno di una “classe dirigente”, di pochi che si fanno carico della direzione di un movimento. L’osservazione è applicata allo Stato, alle Industrie e perfino alle organizzazioni di lavoratori. Sono le “élites” che governano e che si fanno carico di guidare i popoli. Perfino il marxismo di Lenin è una conferma della teoria di Pareto che muore nel 1923, senatore del Regno d’Italia e convinto sostenitore del fascismo.
La teoria delle élites mi è venuta in mente esaminando la situazione politica, economica e sociale di Casamicciola, il Comune di circa 8 mila abitanti dove si voterà il prossimo 25 maggio appena due anni dopo le elezioni del 6 maggio 2012 ed appena 8 mesi dopo la caduta del sindaco Ferrandino Arnaldo. Conosco la storia del mio paese e cerco di inserirla nella storia dell’isola d’Ischia ed in quella italiana ed europea più vasta.