In ordine alle vicende della sospensione delle agevolazioni tariffarie per residenti e pendolari, saluto con favore, purchè siano conseguenti negli atti successivi, le prese di posizione del ceto politico/amministrativo apparse su “IL GOLFO” in questi ultimi giorni. E’ fuori dubbio che il gruppo degli armatori privati facenti capo all’ACAP ha fatto propria l’arma del ricatto politico per risolvere i propri problemi mercantili.
Sono oramai anni e anni che con cadenza periodica, volutamente scelta nei periodi meno favorevoli all’economia delle isole del Golfo – e i fatti di questi giorni lo dimostrano – i suddetti armatori che diventano ogni giorno meno credibili dal punto di vista imprenditoriale, ci propinano una marea di mistificazioni a fronte di poche verità. Sarebbe veramente ora che le nostre amministrazioni e la classe politica di ambedue gli schieramenti, facessero tesoro della ennesima presa di posizione di “questo” armamento privato e aprissero finalmente gli occhi , scrollandosi di dosso un atavico timore riverenziale.
Per troppo tempo la battaglia sulla qualità dei trasporti prima ancora del numero dei collegamenti, per una politica tariffaria equa, nel contesto di una continuità territoriale adeguata ai tempi ed espletamento di gare di affidamento servizi nel rispetto della legge, è stata sostenuta – in un quasi totale isolamento - prevalentemente dall’AUTMARE, qualche gruppuscolo politico estremo e pochi altri coraggiosi, con grave pregiudizio personale. E’ il caso, ad esempio, del portavoce dell’AUTMARE prof. Nicola Lamonica il quale, per difendere i suddetti principi, in uno con la richiesta di un naviglio adeguato ai nostri tempi, ha ricevuto ben tre querele di cui due già trasformate in rinvio a giudizio. Personalmente, ho motivo di credere che Nicola Lamonica dimostrerà pienamente la infondatezza delle accuse di cui ai rinvii a giudizio e, certamente, le succitate querele diventeranno un boomerang per chi le ha concepite. In ogni caso, è arrivata l’ora che i responsabili degli enti locali, la politica, l’imprenditoria ed il popolo stesso delle nostre isole – senza più delegare - prendano finalmente coscienza che un trasporto adeguato ai tempi, in uno con una politica tariffaria ed una razionalizzazione dei servizi spalmati nelle fasce orarie utili, sono condizioni essenziali per la vocazione turistica della nostra economia che, non a caso, annaspa sotto tutti i fronti. Prendere coscienza significa però dismettere i panni del soggetto riverenziale nei confronti degli imprenditori che si mostrano poco credibili e per giunta con la vocazione del ricatto.
Sono contento che per una volta non sono io a parlare di ricatto ma, leggendo la stampa, lo affermano responsabili di associazioni imprenditoriali, il ceto politico, il sindaco di Forio, ecc. Ciò però non basta, è necessario essere consequenziali con l’adozione di atti formali che possono essere formulati solo conoscendo appieno tutti i risvolti della problematica dei trasporti, conoscere quali le verità e quali le mistificazioni.
Sarebbe d’uopo, ad esempio, che le nostre amministrazioni facessero proprie le determinazioni ultime delle amministrazioni della vicina isola di Capri che allego per eventuale ed opportuna pubblicazione da parte de IL GOLFO. Quantunque, alla luce delle conoscenze acquisite in 28 anni di lavoro nel golfo di Napoli, intendo offrire anche un contributo personale a quanti, istituzioni locali, politici, consiglieri regionali e quant’altri (di modo che ognuno non possa dire domani di non sapere) degli spunti utili per fronteggiare più adeguatamente il prossimo arrembaggio sulla pelle degli isolani nei tavoli regionali in itinere. Incominciando dalle verità, a mio parere appare legittima la rivendicazione degli armatori associati all’ACAP di estendere gli sgravi fiscali al loro naviglio, al pari dei grandi armatori. Anzi, sarei del parere che eventuali sgravi fiscali vadano finalizzati in forma esclusiva al piccolo cabotaggio ed alle aree ove effettivamente questi svolge un servizio particolare e/o meno remunerativo a favore delle collettività locali. Nello specifico, eccepisco però che la richiesta avanzata dagli armatori facenti capo all’ACAP circa gli sgravi fiscali e le altre motivazioni addotte, siano pretestuose sia nel metodo che nella sostanza. Infatti, circa la richiesta degli sgravi fiscali, ancorchè legittima, và sottolineato che il soggetto abilitato alla eventuale concessione dei suddetti sgravi non era e non è la Regione Campania, bensì il Governo Centrale che avrebbe dovuto provvedere attraverso la Legge Finanziaria. La verità è che il Governo Berlusconi non ha aperto i cordoni della borsa e conseguentemente, gli armatori nostrani (ACAP), anche in vista di una possibile crisi di governo, hanno pensato - come al solito - usare come grimaldello la Regione Campania ed i bisogni delle comunità locali per raggiungere lo scopo in modo alternativo. Col pensiero volto al vecchio adagio “se non è zuppa è pan bagnato”, un primo risultato l’hanno raggiunto! Come già successo altre volte, per far fronte alle possibili criticità del momento dettate dalle minacce formulate da questi poco credibili imprenditori, la Regione Campania si è subito prostituita ad intercedere presso il Governo affinchè venissero elargiti gli sgravi fiscali desiderati, ed ha finanche proceduto allo sblocco dei pagamenti per il servizio del cosiddetto Metrò del Mare, di competenza regionale.
Ovviamente il tentativo posto dagli armatori era ed è finalizzato all’acquisizione anche di altre ed ulteriori prebende. Sono del parere che l’azione ricattatoria – così come l’ha definita il Sindaco di Forio – mirava anche al consolidamento delle posizioni acquisite nel tempo e, probabilmente, nel tentativo di ottenere un riaffidamento di taluni servizi di collegamento di competenza regionale, atteso che questi sono di fatto in prorogatio già dal 2009. Staremo a vedere se l’istituzione regionale saprà fronteggiare o meno con schiena dritta e senza alcun timore riverenziale, richiamando ad un tempo questi armatori agli impegni precedentemente sottoscritti e indire una gara europea secondo legge per il riaffidamento dei servizi di collegamento marittimo e dalla quale questi armatori potrebbero essere esclusi. In proposito, mi permetto di suggerire una vecchia posizione dell’Autmare e cioè che al di là della poca credibilità mostrata dai “nostri”, bisognerebbe che nel disciplinare della gara a farsi per la COREMA, al fine di evitare possibili egemonie di mercato, venga prevista l’esclusione di armatori che svolgano servizi similari sulle stesse tratte. Ad ogni buon conto, al di là della pur legittima richiesta degli sgravi fiscali ancorchè presentata in modo irrituale, arrogante e ricattatoria, i comunicati degli armatori facenti capo all’ACAP sono farciti di mistificazioni e di dati non concreti. Infatti, analizzandone il contenuto, mi colpiscono alcune affermazioni che contrastano non poco con i dati in mio possesso, mentre altre – ad onta della tragicità del momento – mi fanno semplicemente sorridere. Circa le ragioni dell’asserito rosso di bilancio delle compagnie rappresentate, si fa riferimento al costo del carburante che a loro dire è ”lievitato negli ultimi tempi a livelli stratosferici…”, mi corre l’obbligo di illustrare alcuni dati in mio possesso, che contrastano non poco con dette affermazioni. Per sfatare questa leggenda, pare quindi d’uopo riportare alcuni dati significativi sull’andamento del costo del gasolio nel passaggio da fornitore ad armatore negli ultimi tre anni. Tralasciando le fluttuazioni giornaliere pure esistenti ma che nulla tolgono a quanto si va a rappresentare, si evidenzia di seguito l’andamento dei prezzi per tipologia di gasolio in uso nel golfo di Napoli ed acquisiti presso fornitori delle predette compagnie:
Data: Mese/Anno | Prezzi gasolio da Gennaio 2008 a Luglio 2010 | |
Gasolio tipo S 01% | Gasolio tipo 10 PPM | |
Gennaio 2008 | 0.54 €/litro | 0.56 €/litro |
Luglio 2008 | 0.80 €/lt. | 0,82 €/lt |
Dicembre 2008 | 0.38 €/lt | 0.40 €/lt |
Gennaio 2009 | 0.39 €/lt | 0.41 €/lt |
Luglio 2009 | 0.37 €/lt | 0.40 €/lt |
Dicembre 2009 | 0.41 €/lt | 0.43 €/lt |
Gennaio 2010 | 0.45 €/lt | 0.48 €/lt |
Luglio 2010 | 0.51 €/lt | 0.53 €/lt |
Da un’analisi dei dati in tabella, emerge chiaramente che, a parte un picco estremo nell’estate del 2008, l’andamento del costo del gasolio negli ultimi tre anni da fornitore ad armatore risulta essere addirittura diminuito!!! Appare quindi evidente che affermare che il gasolio è ”lievitato negli ultimi tempi a livelli stratosferici…”, risulta mistificatorio e fuorviante. Ma, l’andamento dei costi testè rappresentati, ci riporta ad un altro aspetto paradossale del problema, ovvero l’addizionale carburante che si aggiunge alla tariffa base del biglietto, il cosiddetto bunker surchage sul quale non poche responsabilità vanno addotte alla Regione Campania che non ha provveduto, unitamente alle compagnie di navigazione, a diminuirne l’importo in funzione dell’andamento del costo del petrolio. Peraltro, và ricordato che la gabella a carico del “gabellato” utente (sic), essendo il prezzo del gasolio addirittura inferiore a quello del gennaio 2008, avrebbe dovuto essere eliminata e/o rimodellata, senza ulteriormente fare la “cresta” sul povero utente pendolare, residente e non. Quanti soldi hanno foraggiato impunemente i bilanci delle compagnie? Scorrendo nel passato prossimo, non appare credibile neanche l’affermazione secondo cui vengono garantiti prezzi bloccati (possibile amnesia sugli aumenti degli ultimi anni?). Circa poi l’asserzione secondo cui “il proliferare di piccole e piccolissime società di navigazione che solo nei periodi di altissima stagione turistica operano sul mercato sottraendo alle compagnie clientela, potendo esse praticare prezzi inferiori in ragione delle caratteristiche del naviglio utilizzato, nonché della circostanza che operando solo nel periodo estivo esse non subiscono le perdite di esercizio del lungo inverno, perdite che in un regime di mercato ed in assenza di contributi devono essere coperte con gli utili del periodo estivo.”, mi viene da sorridere pensando da quale pulpito viene la predica. Si ha la faccia tosta, senza “scuorno” di accusare gli altri quando essi stessi sono artefici del dimezzamento della flotta nel periodo invernale!!! Scorrendo il comunicato stampa dell’ACAP dell’11 agosto u.s., mi colpisce il “disconoscimento dell’esistenza di obblighi di servizio pubblico a loro carico…”. Invero, parrebbe che qualche strana malattia (arteriosclerosi o altro?) abbia contagiato i vertici dell’ACAM che con tale affermazione rinnegano nello stesso tempo i propri atti sottoscritti, nonché le deliberazioni di organi istituzionali quali la Regione e fin’anche dell’Autorità del Garante della Concorrenza e del Mercato (tutte per una il provvedimento n. 20378 – ORGANIZZAZIONE SERVIZI MARITTIMI NEL GOLFO DI NAPOLI (per chi volesse è rintracciabile tutt’ora su internet). Si dimentica facilmente l’atto di sottomissione a costo zero del 2002 in forza del quale la gran parte delle compagnie associate all’ACAP operano come gestori riconosciuti dalla Regione Campania dei servizi minimi relativi ai collegamenti marittimi di interesse regionale, soggetti ad obblighi di servizio pubblico, come approvati con delibera di Giunta Regionale n. 6860 del 14.12.2001 e ss.mmm. (c.d. “servizi minimi”). La variante è che sono cambiate talune ragioni sociali che, comunque, a loro volta sono restate impegnate in tal senso. Inoltre, la regolamentazione degli accosti scaturita dai tavoli regionali (partecipati e sottoscritti dai predetti armatori), ha definito OSP la quasi totalità dei collegamenti, ovvero come “obbligo di servizio Pubblico”, rimanendo pressoché inesistenti o quasi i c.d. “Servizi Residuali”. In ogni caso, i collegamenti in affidamento regionale di cui alle pseudo “garette”, sono certamente definiti OSP (obblighi di servizio pubblico) e sui quali si sarebbe dovuto applicare le stesse tariffe CAREMAR, tra l’altro ignorate. Ad ogni modo, vale ricordare che il Regolamento (CEE) n. 1191/69, definisce gli OSP “come quegli obblighi che l’impresa non assumerebbe o non assumerebbe nella stessa misura né alle stesse condizioni se considerasse esclusivamente il proprio interesse commerciale e li articola in obblighi di esercizio (continuità, capacità, regolarità del servizio), obblighi di trasporto (non discriminazione verso gli utenti) e obblighi tariffari (applicazione all’utenza di prezzi e condizioni stabiliti e omologati dalle pubbliche autorità). Ciò anche in contrasto con l’interesse commerciale dell’impresa di trasporto, potendo il regolatore prevedere la concessione di una compensazione a parziale copertura dei costi non recuperati attraverso le tariffe.” Per quanto attiene invece al riferimento circa le sovvenzioni ad altri vettori e posto che il corrispettivo per le linee di affidamento regionali sono anch’esse una forma di sovvenzione, poiché il riferimento è riconducibile alla CA.RE.MAR., per ragione di spazio ed economia del discorso, vale solo ricordare che la compagnia pubblica ( che andrà a trasformarsi in CO.RE.MA.), nacque con uno scopo ben preciso, ovvero per evitare tra l’altro che il libero gioco (oggi ricatto, arrembaggio che dir si voglia, ecc.) impedisse la garanzia di collegamento a tariffe agevolate in ordine alla continuità territoriale, rispetto del quadro orario, sosta obbligatoria di una nave nelle isole, ecc,. Mi riservo in ogni caso, ove occorra, di disquisire successivamente e più approfonditamente sulla specificità del caso, della compagnia pubblica. Infine, vorrei sottoporre ancora una volta agli organi istituzionali regionali e locali l’anomalia rappresentata dalla tariffazione dei c.d. “mezzi veloci”. Invero, detti mezzi nautici, più comunemente definiti aliscafi, catamarani,ecc.(salvo gli HSC), per meri interessi aziendali ed a richiesta degli stessi, ancorchè strutturati diversamente, sono stati fatti classificare come “navi” e non più “mezzi veloci”, nella sua eccezione del termine. Detta riclassificazione ha consentito di risparmiare sulla qualità e numero di dotazioni di sicurezza a bordo e viepiù (talune compagnie) pagando gli equipaggio in modo conseguente, apportando così considerevoli risparmi ai bilanci delle compagnie di navigazione. Per converso, il povero utente continua però ad essere “gabellato”, pagando un biglietto stratosferico per un “mezzo veloce” riclassificato “nave”. Come sono lontani i tempi in cui il senatore Lauro e& Co. producevano ricorsi e denunce ( tutto documentabile e riportato dalla stampa) contro la CAREMAR, rea secondo loro di fare “concorrenza sleale” perché faceva pagare il biglietto come traghetto e non come “mezzo veloce HSC”, dimenticando peraltro che i mezzi HSC della CAREMAR sono regolarmente classificati come navi traghetto. Per giunta, non mi risulta che l’economia ottenuta dalla istituzione di corse miste FORIO-ISCHIA-NAPOLI e viceversa, anzicchè corse dirette Ischia/Napoli e Forio/ Napoli e/o altri porti (impiegando un solo mezzo nautico al posto di due), abbia comportato qualche beneficio tariffario a favore dell’utente per il quale (sempre più gabellato), ne consegue solamente una dannosa dilatazione dei tempi di percorrenza. Una volta queste cose si chiamavano “recupero di produttività” di cui beneficiavano anche utenti ed equipaggio e non solo ed esclusivamente le compagnie di navigazione. Per concludere (ci vorrebbe un libro), qualora le prese di posizione dell’ACAP – non ricorrendone i presupposti – avessero creato una turbativa pubblica, danno all’immagine dell’economia turistica, viepiù praticate in pieno agosto e con un tavolo di concertazione aperto con l’Ente Regione, mi aspetto che le istituzioni e la politica facciano seguire alla levata di scudi mediatica, atti concreti finalizzati al ristoro dei danni ove accertati e conseguente esclusione dall’aggiudicazione di ulteriori servizi per la poca affidabilità offerta. Le richieste, se pur legittime, vanno sostenute nei modi e sedi opportune e non con tempistica e metodi ricattatori.
Cap. s.m. Umberto Maltese