Quanto il Partito Democratico (PD) – che dovrebbe essere il partito della "sinistra contemporanea post-ideologica" che mette insieme i post-comunisti ed i post-democristiani che si sono combattuti con reciproche pregiudiziali per 50 anni – sia lontano – con i suoi parlamentari, pur sempre "nominati" e non "scelti" direttamente dagli elettori per questa "porcata" di legge elettorale
e pur con l' "americanata" delle "primarie"- è dimostrata dalle posizioni intransigenti su qualsiasi proposta di nuovo condono edilizio o di riapertura dei termini di quello del 2003 o di estensione della sanatoria del 2003 ai cittadini delle aree con vincolo ambientale della Regione Campania che ne furono esclusi per decisione della maggioranza di centro-sinistra allora guidata dal governatore Antonio Bassolino. Ci sono esigenze vitali di migliaia di cittadini che chiedono una sanatoria per i loro abusi edilizi, che hanno subito o subiranno gli abbattimenti, ci sono movimenti civili per il diritto alla casa nell' isola d' Ischia, in quella di Procida, nell' area flegrea, nella penisola sorrentina, ci sono sindaci come quello di Torre del Greco che implora, per motivi di ordine pubblico, di sospendere questi abbattimenti.
A fronte di questa chiusura dei parlamentari del PD c'è invece una tenacia, costante, di alcuni parlamentari del Partito della Libertà (PDL) fra i quali il coordinatore del partito di centro-destra, on. Nitto Palma, il senatore Domenico De Siano e l' on. Mara Carfagna, e perfino il Presidente della Giunta Regionale della Campania, on. Stefano Caldoro, di riproporre il condono edilizio e fermare gli abbattimenti nel' attesa di un riordino della farraginosa normativa della pianificazione territoriale. Questi parlamentari sono indifferenti alle accuse di essere difensori di palazzinari o di speculatori dell' edilizia che gli vengono mosse non solo da esponenti del PD ma anche da rappresentanti di associazioni ambientalistiche che non si sa quali "interessi diffusi" rappresentino mentre su un tema del genere si registra, ancora una volta, l' assenza del sindacato dei lavoratori che non fa sentire la sua voce. Questa tenacia dimostra una forte presenza nei territori, una vicinanza reale agli "abusivi per necessità abitativa".
L' on. Mara Carfagna ha ripetuto di recente che bisogna "riaprire i termini del condono perché significa garantire ai cittadini campani gli stessi diritti di cui hanno goduto tutti i cittadini italiani".
"Nel 2003 (cioè 10 anni fa!!!! N.d.r.) quando ci fu il condono – ha spiegato la parlamentare del PDL – una legge di Bassolino, giudicata incostituzionale, bloccò la possibilità di esercitare quel diritto solo per i cittadini campani".
Ha immediatamente replicato all'on. Carfagna il neo deputato del PD, Marco Di Lello, eletto come "socialista" nel PD e che era assessore all' urbanistica al tempo della giunta regionale di Bassolino che "un territorio già oggetto di scempio come quello campano deve essere salvaguardato da ogni ulteriore danno e il PDL dovrebbe smetterla di fare demagogia".
"Restiamo contrari a sanatorie generalizzate mentre diciamo sì a soluzioni inserite all' interno di piani di recupero ed a tal proposito stiamo preparando una proposta di legge che verrà presentata nei prossimi giorni" ha detto ancora Di Lello.
Peccato che Di Lello non abbia seguito il magistrale intervento che tenne il prof. avv. Lucio Iannotta sabato 8 ottobre 2011 al centro congressi della Regina Isabella a Lacco Ameno nel corso di un convegno nazionale sul condono edilizio promosso dall' Unione Nazionale dei Tecnici degli Enti Locali (UNITEL) nel quale l' illustre giurista fece una ricostruzione esemplare della politica urbanistica applicata in Italia negli ultimi 60 anni e cioè fin dalla approvazione del Testo Unico del 1942. Mi sono soffermato molte volte su questo intervento e consiglio a Di Lello di leggerlo e di studiarlo.
Iannotta affermò che in Italia i "condoni edilizi" sono diventati uno strumento "ordinario" e non "straordinario" perché ce ne sono stati tre negli ultimi trent'anni, uno ogni 10 anni, e proprio quando la politica di pianificazione territoriale avviata dai socialisti con la "Legge Ponte" del Ministro Giacono Mancini nel 1967 avrebbe dovuto essere COMPIUAMENTE messa a regime. Se ci sono stati condoni è perché non ha funzionato una possibile, realistica, seria pianificazione territoriale, dallo Stato alle Regioni, dalle Province e Soprintendenze ai Comuni, in un incredibile spezzettamento di competenze che un buon giurista, il Notaio ischitano Pasquale Arturo, definì un "letamaio giuridico".
Le responsabilità di una "pianificazione impossibile" coinvolgono più di una generazione di politici, di ogni colore ed a tutti i livelli.
Il cittadino non ha voluto essere un "abusivo". E' stato costretto ad esserlo perché aveva diritto alla casa ed il piano regolatore , o qualsiasi altra denominazione dell' enorme varietà di termini della strumentazione urbanistica, non lo consentiva. Dall' altro lato, in un "mercato libero" la "speculazione edilizia" ha fatto i suoi interessi economici così come oggi li fa la "speculazione finanziaria" nelle borse di tutto il mondo. Sono gli effetti di una "liberalizzazione senza regole".
Iannotta affermò che: "forse andava meglio il precedente sistema della licenza edilizia che non ha prodotto gli orrori di oggi e che concedeva l' autorizzazione a costruire caso per caso con attenzione al particolare piuttosto che al generale". Interpreto questa affermazione come una dura condanna per il fallimento della politica di SERIA pianificazione territoriale soprattutto nelle aree vincolate da una legge del 1939 come l' isola d' Ischia che da un lato rimaneva "vincolata" per le sue "bellezze naturali" dallo Stato e dall' altro lo Stato stesso con le incentivazioni della Cassa per il Mezzogiorno e le leggi sulla casa favoriva lo sviluppo economico e sociale necessariamente urbanistico tanto che oggi Ischia è la più importante località turistica della Campania con 40 mila posti letto e 13mila lavoratori iscritti al Collocamento. Per oltre trent'anni – almeno dal 1950 al 1980 – sono state "rimosse" le leggi vincolistiche per l' "attuazione" delle leggi di sviluppo. La "bellezza" è stata commercializzata con una crescita economica ma anche sociale tanto che oggi Ischia è una località di "turismo maturo o ipermaturo". Questo sviluppo oggi deve essere difeso esattamente con la difesa delle bellezze naturali che ancora esistono e che rendono l' isola ancora competitiva sui mercati internazionali delle vacanze.
E' evidente quindi che in tempo di drammatica recessione economica e finanziaria dopo un estenuante tira e molla di leggi e di competenze in materia urbanistica in corso da almeno trent'anni occorre una "legge di fermata" perché i condoni edilizi, anche quelli che arrestano l' azione penale, non sono garanzia di sanatoria e non escludono l' abbattimento ove questo sia inevitabile per la sicurezza ambientale. Nella sola isola d' Ischia debbono essere ancora esaminate almeno 20mila pratiche relative ai condoni del 1985 e del 1995.
Quindi non è assolutamente scandaloso chiedere una estensione del condono del 2003 anche per le costruzioni nelle aree vincolate perché è una presa d' atto di una insufficienza legislativa, perché il condono si limita a "fermare" un abbattimento ma non a rilasciare una "autorizzazione" o una "concessione" o una "licenza edilizia".
Se si vuole – come si deve – riprendere una politica di programmazione dopo oltre vent'anni di liberismo sfrenato bisogna fermare gli abbattimenti, approvare un realistico piano di recupero, ANCHE PONENDO FINE A QUESTA "LEGISLAZIONE CONCORRENTE" TRA STATO E REGIONE, di tutto quanto è stato costruito ed affidare al Comune l' intera responsabilità della gestione con un Ufficio della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica.
La Programmazione è legata inscindibilmente al processo di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione – quella che Bassanini chiamava "efficienza, efficacia ed economicità" – che interessa prima di tutto la Regione, che è un grosso municipio ed una grossa banca, la Provincia che deve essere abolita, i Comuni che debbono essere unificati per una corretta dimensione comprensoriale in grado di dare serietà al metodo programmatorio.
Dare inizio a questo nuovo corso mi pare necessario se si vuole ridare fiducia ai cittadini nella Politica con P in maiuscolo con l' uso di quelle che il neo Presidente del Consiglio, Enrico Letta, che guida un governo di coalizione PD-PDL, ha chiamato "politiche" e questo per finalmente congiungere i termini e fare della "Politica" e delle "politiche" la stessa cosa.