Centinaia o forse migliaia di persone, cittadini e turisti italiani e stranieri, mi hanno chiesto in 40 anni di attività giornalistica locale e di impegno civile: ma come mai questo complesso monumentale così imponente è abbandonato? Ma perché? Come è potuto accadere?
Ed io a spiegare, a scrivere un nuovo articolo sulla stampa locale ma anche sulla stampa regionale e nazionale alla quale collaboravo – il Roma, il Mattino, l’AGI, l’ANSA – ed ad avanzare proposte e promuovere iniziative come quella del 1986 di una sottoscrizione all’allora Ministro dell’Ambiente, Giorgio Ruffolo, affinché concertasse un intervento con il Ministro dei Beni Culturali prevedendo al limite l’utilizzo della legge 1089 del 1939 che prevede l’acquisto dei beni culturali da parte dello Stato. Ho perso il conto di quanti articoli ho scritto su questo argomento. Quanti interventi a Teleischia come quello del 2011 con Mirna Mancini “See, pray end love”.
Su questo sito "www.ischianews.com" se ne possono trovare molti.
Sono stato accusato – quando ho fatto politica diretta a Casamicciola essendo stato eletto per due volte nel Consiglio Comunale nel 1975 e nel 1981 nella lista del PSI – di essere “monotematico” ed ancora quando nel 1997 con l’attuale sindaco di Casamicciola, Arnaldo Ferrandino, costituimmo il Movimento “Rinascita per Casamicciola”, dopo il fallimento dei partiti della Prima Repubblica che oggi va rimpianta, per applicare il decreto Bassanini sulle Società di Trasformazione Urbana ed il Patto Territoriale che allora prevedeva un contributo dello Stato di 100 miliardi di lire. Costituimmo anche una società di sviluppo economico che chiamammo “Therme di Casamicciola” , con “h” in mezzo, per avviare l’allora “sviluppo dal basso”.
La Società di Trasformazione Urbana fu interamente recepita nel Testo Unico degli Enti Locali nel 2000 all’art.120 ed anche con il nuovo sindaco Giuseppe “Giosy” Ferrandino la inserimmo nel programma elettorale nel 2002 ma rimase una “propaganda elettorale”. Ma andiamo ancora più indietro: Nel 1972 scrissi il mio primo articolo su “Il Giornale d’Ischia” dove sostenevo che Casamicciola nel complesso Pio Monte della Misericordia, che funzionava ancora ma a scartamento ridotto, aveva bisogno della sua “cittadella termale” nella più antica stazione termale dell’isola d’Ischia. Chiedevo un intervento della Valtur e della Insud, allora le società pubbliche per gli interventi sul turismo nel Mezzogiorno. Ripresi l’argomento quando divenni consigliere comunale, sia di opposizione sia di maggioranza, ma una noce nel sacco non suonò.
Insomma non c’è stata occasione di opportunità legislative che non ho proposto di utilizzare per avviare il recupero del Pio Monte della Misericorda che essendo proprietà di un Ente Morale in difficoltà finanziarie nel 1984 lo “fittò” per 50 anni ad una società di appena 210 milioni di capitale sociale, il minimo di legge, ma non lo fece con “chiarezza”. “Vendette” per 50 anni il “diritto di superficie” previsto dall’art.952 del Codice Civile – un istituto desueto nel diritto italiano – ed è questo contratto assurdo che ha prodotto un macello giudiziario che noi del comitato “Colibrì” (come l’uccellino che con una goccia voleva spegnere l’incendio ) costituito dall’arch. Caterina Iacono, il dottor Franco Borgogna, l’ing. Angelo d’Abundo, la dottoressa Lucilla Monti, il prof. Gianni Vuoso ed io partecipando alla campagna del FAI per “I Luoghi del Cuore” abbiamo definito “obbrobrio giuridico” nella nostra proposta di fattibilità inviata al Comune di Casamicciola.
Il dramma di questo edificio, che ha “un cuore” come ha scritto la turista francese Christine Doussot , è sotto gli occhi di tutti e soprattutto di migliaia di turisti.
Come riconquistare la Speranza del recupero? Abbiamo avviato un Comitato tecnico.scientifico di grande competenza e di sincera passione civile ed abbiamo anche indicato la strada, difficile,lunga, tortuosa soprattutto in questo momento di recessione economica, al Comune di Casamicciola che deve prendere l’iniziativa fondamentale ed imprescindibile. Il Consiglio Comunale presieduto da Giuseppe Zabatta nella seduta di approvazione del bilancio del 14 novembre 2012 ha approvato l’inserimento in bilancio per la costituzione della STU di 1000 euro , una cifra simbolica, come la goccia del Colibrì, ma è l’avvio della “strada Maestra” in piena trasparenza e sotto la guida del Consiglio Comunale sotto gli occhi della opinione pubblica.
E’stato un voto all’unanimità. Fatto di enorme importanza che può significare una svolta storica. Forse è la volta buona dopo 40 anni di discussioni, di tentativi, di scontri, di una speculazione mancata e di un affare che per il privato non poteva esserci.
Dalla sconfitta di tutti può nascere la speranza collettiva del Rinascimento di Casamicciola con effetti vantaggiosi per tutta l’isola d’Ischia che è unica nel suo sviluppo economico e sociale e che ha bisogno di un solo Comune nel nuovo quadro degli scenari europei e della Città Metropolitana di Napoli.
Vorrei avere l’occasione di potere scrivere un nuovo articolo annunciando un “tavolo di concertazione” per il recupero storico ed economico del complesso che richiede un impegno finanziario almeno di 25 milioni di euro e per questo occorre il concorso di più enti pubblici e di più investitori privati. Vedremo se siamo alla svolta come conciliare tutti gli interessi.
Mi scuso infine per questi riferimenti personali. Ma mi pongo di fronte a questo problema con l’amarezza infinita di un figlio di Casamicciola ,che ha vissuto e vive l’isola nella sua unità e nelle sue potenzialità ; che vorrebbe consegnare ai propri figli ed al proprio nipotino un paese ed un’isola migliori da quelli ricevuti dai propri genitori che gli hanno inculcato in maniera indelebile e indistruttibile l’amore per quest’isola di eccezionale bellezza e di straordinarie possibilità.
g.m.
Casamicciola, 22 novembre 2012
Giuseppe Mazzella, 63 anni, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1972 e la cui attività è sintetizzata nei volumi “Ischia, sul filo del rasoio” (1986), “Tempi d’Ischia” (1988), “Oltre la cronaca” (1991), “L’isola che non c’è” (1999), “Luci e ombre sullo sviluppo” (2010), “La pianificazione mancata” (2012).