Mi imbattei la prima volta nei monumenti funebri a Sarah Gray e Carla Fabbri nel cimitero di Casamicciola nel 1981, trent’anni fa, quando ricevetti dal sindaco Giuseppe Iacono la delega di consigliere comunale addetto al cimitero. Ero l’ultimo degli eletti ed il più giovane – 32 anni – della risicata maggioranza di sinistra e così mi fu assegnata una delega di minore importanza insieme alla cultura. Appassionato di storia patria feci restaurare con un po’di attenzione e impegno dal custode, Raffaele Marchisiello, le tombe abbandonate quelle poste sul lato sinistro entrando.
Erano di alcuni personaggi stranieri che avevano soggiornato a Casamicciola nel XIX secolo ed erano le più antiche ed abbandonate ormai. Rimasi colpito dalla tomba di Sarah Gray di Londra, l’“the beloved wife”del colonnello Marotta di Napoli del 1907. Il marito gli aveva costruito un piccolo monumento funebre sormontato da un angelo. Mi colpi la sua bellissima dichiarazione d’amore in lingua inglese: “ duri per sempre l’amorevole memoria di Sarah Gray l’adorata moglie del Colonnello Marotta di Napoli”.
L’altro monumento funebre che mi colpì fu quello a Carla Fabbri posto proprio accanto alla cappella. Era una riproduzione della Vittoria di Samotracia il cui originale si trova nel museo del Louvre a Parigi. La Vittoria o Nike mutilata, senza testa e con le ali.
Circa vent’anni dopo – nel 2000 – fui incaricato dal sindaco Arnaldo Ferrandino di allestire il Museo Civico di Casamicciola sulla scorta della poderosa monografia sul terremoto del 1883 del Servizio Sismico Nazionale con la quale un gruppo di valenti studiosi – fra i quali Ilia Delizia e Giuseppe Luongo – ricostruiva completamente non solo la storia sismica di Casamicciola ma tutta la sua storia moderna e la “ricostruzione”dopo il 1883 perfino con la pianta del Piano Regolatore Generale del 1884 . Mi impegnai moltissimo nel progetto di “ricostruzione della Memoria Storica”e progettai un museo che si doveva localizzare sia nella Villa Comunale della Bellavista – che avrebbe anche ospitato la Residenza della Municipalità – sia nell’Osservatorio Geofisico sulla collina della Gran Sentinella che doveva diventare un Centro Culturale pluridisciplinare come aveva proposto fin dal 1944 il compianto prof. Cristofaro Mennella. Realizzai due brochure che ebbero due edizioni e due poster significativi che oggi sono una carità ed avevo già avviato il primo nucleo del Museo di Storia Moderna e Contemporanea dell’isola d’Ischia quando il sindaco Giosy Ferrandino, per inspiegabili motivi, non mi rinnovò nel giugno 2004 dopo 4 anni di duro lavoro la convenzione come direttore onorario non approvando il mio progetto di organizzazione dell’organico. La storia del museo di Casamicciola è attualmente oggetto di un processo penale e sono stato ascoltato come testimone.
Mi amareggia molto di non aver potuto realizzare quel progetto. Mi addolora moltissimo non aver potuto completare un’opera che sarebbe stata di “sollecitazione civile”per una autentica “Rinascita”di Casamicciola dove la mia famiglia del “popolo minuto”, “le petit peuple”come dicono i francesi, con il soprannome “Rurillo”, proveniente da Campagnano, ha “radici” almeno dal 1807.
Il recupero della Memoria era indispensabile per realizzare un “Museo Diffuso”e recuperare soprattutto il maestoso complesso del Pio Monte della Misericordia che rappresentava il cuore di tutto il programma.
Il Museo – lo stabiliva il regolamento che feci approvare – aveva la competenza su tutto il territorio. Ogni angolo del paese che poteva “fare storia”doveva essere recuperato. Così fu riposta la lapide a Benedetto Croce sulla parete dell’Albergo Coralba, fu recuperato il giardino del Vescovo Carlo Mennella, furono indicate con i nomi autentici e con l’arte della ceramica le piazze storiche – Piazza Majo, Piazza dei Bagni del Gurgitello, Piazza della Marina – e così tutta la toponomastica avrebbe dovuto essere rivista anche con un nuovo stradario poiché Casamicciola ne ha uno che risale al 1928. E’dalla Storia – quella scritta negli archivi polverosi e quella “visiva”nelle case, nei palazzi, nelle chiese, nei vicoli – che si costruisce l’Avvenire.
Anche il cimitero doveva avere le sue indicazioni storiche. Bisognava che i cittadini ed turisti conoscessero la tomba di Jacques Etienne Chevalley de Rivaz, del sindaco Dombrè, e delle vittime del terremoto del 1883 con il monumento del Pio Monte della Misericordia ed anche dei cittadini illustri fra i quali il dottor Antonio Mennella (1817-1895) , il più grande bibliografo dell’isola d’Ischia che lasciò al figlio la sua preziosa biblioteca, oggi di proprietà degli eredi del Duca Camerini,che fu medico di Giuseppe Garibaldi ed al quale è dedicata una via di Casamicciola senza l’indicazione del nome così come la sua nicchia reca la sola iscrizione: “Dottor Antonio Mennella”.
Le ricerche su Sarah Gray e Carla Fabbri si fermarono al registro del cimitero. Soprattutto di Carla Fabbri mio padre mi diceva”che era una nobildonna bolognese che passando con il panfilo da Casamicciola e vedendo il cimitero da mare espresse il desiderio di essere sepolta lì”. Non c’è un ritratto di Carla e non si conoscono i parenti. Rimane il mistero sulla “nobildonna bolognese”e sul perché di un monumento simile di straordinaria bellezza.Anche della famiglia di Sarah si sono perse le tracce.
Ma il cimitero di Casamicciola colpì anche il poeta Eduardo Nicolardi che soggiornava con la sua famiglia a Casamicciola agli inizi del ‘900. Recuperai – grazie al nipote ing. Ottavio – le foto significative del soggiorno di Nicolardi a Casamicciola e nel museo c’era un angolo appositamente dedicato a lui con la sua bella poesia scritta nel 1927 e dedicata al cimitero di Casamicciola. Quella poesia fu messa per iniziativa del sindaco Giuseppe Iacono e mia nel 1982 su una lapide all’ingresso del cimitero. E’in napoletano ed è bellissima. Nicolardi – che nel 1904 aveva scritto “Voce e’notte”per quella che diventò sua moglie Ada – dice fra l’altro che è “cchiù ‘nu ciardino ca’nu camposanto …. E nun c’è luna chiena o quarto ‘e luna ca nu se fermasse cu nu raggio, pe’se vasa’sti croce a una a una”…
Casamicciola, 15 novembre 2011-11-15