A Forio, nella giornata di apertura della rassegna, è atteso l’intervento del celebre divulgatore: “La pandemia ci ha costretti a spazi chiusi, scatenando la nostra aggressività. Oggi abbiamo bisogno cambiare registro”
“L’architettura influenza il nostro umore, e ne abbiamo avuto contezza durante la pandemia: gli spazi chiusi hanno scatenato la nostra aggressività, i casi di violenza in famiglia sono aumentati esponenzialmente. Non a caso, oggi abbiamo un’esigenza diffusa di spazi aperti e cerchiamo sempre più case con giardini, balconi ed orti”. Lo psicologo Giorgio Nardone, già fondatore del CTS Centro di Terapia Strategica e autore di numerosi saggi tradotti in varie lingue e di libri di carattere divulgativo, è uno degli ospiti della giornata di apertura della decima edizione del PIDA, il Premio Internazionale Ischia di Architettura.
Mercoledì 5 ottobre al Palazzo Piromallo di Forio, a partire dalle 16.00 (ingresso libero) si esploreranno i legami tra architettura e psicologia: con Nardone, introdotto da Leonardo Di Mauro, presidente dell’ordine degli Architetti di Napoli, interverrà anche Stefano Bartoli, psicologo, trainer internazionale del modello strategico e docente nei master di alta formazione clinica e manageriale.
“Il nesso tra psicologia e architettura è fondamentale. – prosegue Nardone - Le cose ci parlano, da sempre, e i luoghi che abitiamo hanno ricadute importanti sul nostro mood. Sottovalutare quanto la percezione dello spazio che ci circonda e degli oggetti che lo riempiono possa indurre un disagio o una sensazione di benessere vuol dire compiere un errore magistrale. Del resto – continua lo psicologo – il nostro cervello innesca le quattro emozioni – paura, piacere, dolore e rabbia – non già azionando ragionamenti ma risposte adattive emozionali, che – come hanno dimostrato le neuroscienze – influenzano anche il modo in cui assumiamo decisioni importanti”.