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Mer, Mar
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Il Commonwealth e la rivalutazione del colonialismo di Giuseppe Mazzella

Attualità
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Il presidente francese Macron ha scelto ancora una volta la televisione per un solenne discorso alla nazione alcuni giorni fa per annunciare una nuova era nel governo degli scenari del mondo con la presidenza Trump degli USA, il paese della libertà, della democrazia politica, del libero scambio, da oltre un secolo come superpotenza mondiale che ha difeso il mondo ed il pensiero libero.


Il ritorno ad una politica protezionistica degli USA con una moderna dottrina Monroe di centralità degli esclusivi interessi americani rappresenta per gli europei una svolta storica. Gli USA per noi sono il paese del "piano marchall" di aiuto eccezionale all'Europa dopo il 1945 cioè dopo la più terribile guerra mondiale. Gli USA sono i liberatori dell'Europa. Per migliaia di italiani gli usa sono stati il paese dei "pacchi dall'America" che arrivavano negli anni '50 nelle povere famiglie di noi meridionali, fra cui la mia, dagli emigrati che non dimenticarono mai le loro famiglie di origine. I "pacchi" contenevano vestiti, scarpe, bottoni, cioccolata, torrone e con le lettere arrivano 10 o 20 dollari per la loro famiglia qui in Italia. C è quindi un rapporto di eterna riconoscenza agli usa da parte dei popoli europei nelle grandi cose come nelle piccole. Ma più che le grandi sono le piccole che fanno la storia. Il disimpegno così rozzamente espresso dal presidente Trump verso l'Europa colpisce al cuore tutti gli europei che in questi 80 anni dalla fine della guerra hanno ricostruito le loro economie ed hanno avviato un irreversibile processo di unità economica e politica ad un livello eccezionale che non si poteva prevedere nel 1945. Certo.
Il progetto degli stati uniti d'Europa prefigurato da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel loro manifesto di Ventotene nel 1941 non è ancora completato. Ma la strada verso l'unità non ha scorciatoie. Credo che Trump abbia sottovalutato il retaggio storico e la consapevolezza degli europei.
Macron ha ricordato ai francesi il ruolo del suo paese e non ha nascosto la gravità del momento. Mi è sembrato un presidente degno successore di De gaulle. Negli anni 60 del 900 de Gaulle era il bersaglio preferito per le caricature col suo enorme nasone ed i due metri di altezza. Veniva ridicolizzato per la sua "grandeur" della Francia, per la sua pretesa di non essere servo degli americani e dei sovietici. Voleva anche una nato - che lui chiamava otan per una estrema difesa del francese rispetto all'inglese - dove gli usa non fossero egemoni.
Macron in televisione é sembrato a chi ha studiato la storia di Francia un moderno de Gaulle chiamato ad offrire all'Europa il suo scudo nucleare al tempo in cui la guerra è arrivata con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ancora una volta nel vecchio continente. Ed allora perfino la gran Bretagna che da un progetto di unione europea è uscita si fa carico come ieri del vecchio continente e dichiara col suo premier stammer che "l'economist" veste da Churchill in copertina che la guerra in Ucraina deve finire e che è disponibile ad una forza di pace insieme al Commonwealth o parte di esso. Così in questo nuovo scenario mondiale ci sono tre potenze, usa, Russia e Cina che propongono guerre territoriali di dominio. Ma l'Europa che per duecento anni almeno ha fatto sciagurata guerre territoriali contrappone due organismi sopranazionali:l'Ue ed il commonwealth questo Accordo nato a Londra nel 1931 e che oggi comprende 56 paesi per due miliardi di persone. L'Europa non fa guerre territoriali. Le ha già fatte. Non propone nuovi imperi. Li ha già fatti. Propone il modello della democrazia politica al mondo intero. Credo che occorra una rivalutazione storica del colonialismo europeo. Non per ripeterlo. Non è possibile. Ma per trarne l'insegnamento per la civile convivenza.
G. M.